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Il Complesso del Vittoriano ospita dal 6 settembre al 7 ottobre 2012 la mostra Realismo magico in scena e nell'abitare di Marika Carniti Bollea. L’esposizione, curata da Claudio Strinati, è stata organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando.

Marika Carniti Bollea, è un'affascinante artista autodidatta che, si è dedicata dal 1970 al design di oggetti e di interni: case e teatro per cui ha creato scenografie e costumi. Tra gli oggetti creati dalla sua immaginazione con l'ausilio di abili artigiani, sue sono le splendide lampade al forma di conchiglia, della serie Pensando al mare, e il tavolo Enigma,  esposti in mostra.

Scrive Marika Carniti Bollea:”Il contenuto della casa è un mondo da costruire perché nella casa c'è sempre un'idea del mondo. La casa trattiene emozioni e percezioni; tutto e il contrario di tutto. (…). Ma nella casa è diverso lo spazio si conquista è  un racconto da creare”. Questa è la peculiarità che più colpisce nelle fotografie degli spazi ideati per gli arredamenti insieme alla riscoperta dell'uso raffinato dell'artigianato, che permette di accostare con gusto l'oggetto autentico a quello ricreato.

Del tutto insolita è la capacità di percezione dell'ambiente e delle caratteristiche del committente, per cui non c'è un'idea a priori che viene imposta bensì una grande ricchezza di soluzioni differenti: dall'appartamento di 19 mq, alla reinterpretazione degli spazi di una fabbrica di Biella.

Guardando le immagini delle case arredate, colpiscono la luce  e gli ambienti accoglienti, con particolare attenzione alla convivialità e alla cultura, di cui sono un esempio gli spazi ideati per i libri, nelle splendide case al mare che si aprono su fascinosi panorami mediterranei, come nelle dimore prestigiose delle città.

Forse le origini genovesi l'hanno resa sensibile al fascino del Mediterraneo che ricorre spesso anche per la solarità delle citazioni di artisti come Picasso e Matisse. Accanto a questi ci sono anche quelle dedicate a Dalì, De Chirico, Klimt, Alma Tadema e Füssli presenti nella sua rappresentazione dello spazio, una rappresentazione quasi teatrale, come per la casa di un regista dove è riprodotto un sipario dipinto, che ci ha ricordato quello che Zeffirelli creò per il Don Giovanni di Mozart al Teatro San Carlo di Napoli  o come quella stanza dark e un po' gotica ideata  per il gusto inquietante di un committente.

Per il teatro vero e proprio sono esposti, tra gli altri, i bozzetti e i disegni dei costumi per Giulietta e Romeo di Gounod realizzati per il teatro di Bonn (1996), per lo spettacolo con la regia del figlio, Marco Carniti. Le scene sono molto funzionali allo svolgimento drammaturgico, i costumi sono preziosi  e raffinati, mentre spiritosi e divertenti sono quelli realizzati per l'operetta  Duchessa di Chicago di Kalmann creati per la messa in scena all'Opera di Trieste, regista sempre Carniti. 

Marika Carniti Bollea ha definito il suo stile “un realismo magico e mutante”, uno stile creativo che le ha permesso di  immaginare uno spazio  fantastico: un ovale, 60m per 20m, realizzato con il tulle di scena, lungo 90m e alto 5m, ideato per la pittura di Renata Rampazzi: Castalia, la fonte sacra che nei canti orfici è considerata la sorgente dell'ispirazione poetica.