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Vittoriano. Une soirée avec Mucha
Uno dei più importanti e sicuramente il più celebre tra gli artisti cechi di arti visive, Alfons Mucha (1860-1939, alla francese Alphonse Mucha) è il protagonista della mostra organizzata da Arthemisia presso il Museo del Vittoriano aperta fino all'11 settembre. Ammirare però nello spirito della notte, durante une soriée dedicata la notte del 14 luglio, insieme alle sue modelle riproposte dal vivo con i costumi ammirati sul corpo di Sarah Bernhardt, è un'occasione ancora più speciale e che ci fa addentrare tra le sue donne allegoriche e teatrali come in una promenade nella Ville Lumière che gli ha dato lustro e fama.
Tra i manifesti, i dipinti e gli oggetti realizzati da Mucha infatti aleggiavano le presenze attraenti e floreali predisposte per l'evento serale: la Travel Blogger Monica Nardella, la fashion blogger e beauty reporter per Glamour Veronica Caputo Leone, la fashion blogger Martina D'Ermo autrice del fanzine Fashion Files e la giovanissima fashion blogger Giulia Galetti. Il tutto organizzato da L'Oréal Professionnel insieme ad Arthemisia e The Top Influencer, piattaforma italiana fondata dalle blogger Ida Galati, Sabrina Musco e dalla digital pr Martina Valerio che unisce, racconta e mette in comunicazione gli influencer con le aziende. A completare il look delle giovani modelle raffinatissime e ricercate decorazioni floreali create appositamente dall’esperta floral designer Nicoletta de Federicis e gli unici e originali accessori firmati Emanuela Lutero.
L'arte di Mucha, uscita alla ribalta con i manifesti teatrali dell'attrice culto della fine dell'Ottocento e del primo Novecento, ovvero la Bernhardt, nell'epoca dell'Art Nouveau di cui fu massimo artefice, è sottile e speziata dal simbolismo, dall'inizio alla fine. Sia che ritragga nei suoi manifesti la Medea od il Lorenzaccio che interpreta Sarah Bernhardt, sia che dipinga i cicli dedicati alle stagioni, alle parti del giorno o della sera dei primi anni del Novecento. Il simbolismo massonico - è presente la litografia del diploma di massone cecoslovacco del 1925 - è quasi sempre presente quanto un fondo drammatico più evidente nelle opere dedicate alla Russia – denominate ciclo della Russia Restituenda, opere solidali - presa dalla morsa della carestia del 1921, successiva alla guerra civile (1917-1922). L'epica slava, altro ciclo centrale, ha come obiettivo la rinascita del suo paese in pacifica comunione con gli altri popoli slavi: si tratta di una serie di enormi tele realizzate tra 1918 e 1928 e poi inaugurate col titolo di Epopea slava, che percorre mille anni della storia dei popoli slavi e viene esposta nella città di Praga nel 1928, data di isitutuzione della Repubblica Cecoslovacca.