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XXIII Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra. Le luci di Bach nella Basilica Mariana
Il XXIII Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra si è inaugurato lo scorso 23 ottobre nella Basilica di San Paolo fuori le Mura con il Requiem verdiano diretto da Daniel Harding con l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il concerto del 16 novembre scorso si è spostato nella Basilica mariana di Santa Maria Maggiore con la Messa in si minore BWV 232 di Johann Sebastian Bach. A dirigere il Concerto Köln ed il Vokalensemble Kölner Dom con quattro voci soliste di richiamo internazionale, è stato chiamato il Maestro Eberhard Metternich.
La gigantica Messa in Si minore BWV 232, è una composizione di musica sacra scritta da Johann Sebastian Bach un anno prima della sua scomparsa, ovvero nel 1749. Si tratta della trasposizione musicale della Messa nell'usuale lingua latina del rito cattolico, ovvero la messa cantata. Alcune parti della Messa in Si minore risalgono ad anni pregressi e sono stati rimaneggiati dal compositore per introdurli nella Messa. L'opera non fu mai eseguita nella sua interezza durante la vita di Bach, difatti la sua prima esecuzione completa risale a più di un secolo dopo, all 1859.
Composta dei classici movimenti, a cominciare dalla Missa formata dal Kyrie iniziale seguito dal Gloria, si presenta immediatamente come un'invocazione divina che, in questo luogo santo mariano, ha la sua pregnanza piu' autentica: il Coro, quindi le voci, ciò che di vicino al suono emesso direttamente dall'umano, dà luogo ad un intenso coinvolgimento emotivo cui fa eco l'orchestrain un controcanto ritmato volto all'elevazione spirituale pacifica delle anime. L'intervento delle due voci, di soprano, Johanna Winkel, e di Ingeborg Danz contralto, nel Christe eleison, conferiscono un'estrema dolcezza nell'armoniosa levatura verso l'alto di una Basilica che le accoglie in tutta la loro melodiosa ricchezza di fraseggio. Il Gloria presenta un duetto magnifico tra il soprano Winkel e l'altrettanto giovanissimo tenore Lukas Siebert, dalla voce angelicamente votata verso l'alto, a celebrare la manginifcenza divina. A nota, ricordiamo che il Gloria fu scritto per ingraziarsi l'Elettore della Corte di Dresda, dove Bach ambiva trasferirsi come Kapellmeister.
Con il Credo, che attesta la lungimiranza della fede "in tutte le cose visibili ed invisibili", si erge una meravigliosa danza barocca dopo l'episodio riflessivo e grave del Crucifixus, adattato da una delle prime cantate di Bach, la n. 12, scritta nel 1714 a Weimar. Il Credo vede l'intervento del baritono Anton Kirchhoff, nell'ode allo Spiritum Sanctum, conferendo uno spessore denso al cantato, che col Confiteor del Coro attesta ancora una volta l'affiatamento e la sicurezza del Maestro Metternich alla guida sia del Coro sia dell'Orchestra intera.
Il Sanctus è una potentissima lode piena di luce a pieno coro che è seguita da un controcanto delizioso tra le quattro voci soliste, il Pleni sunt caeli, cui fanno seguito Benedictus ed Agnus Dei, a gloriosa conclusione di una magnifica apertura verso il cielo in nome di una Pace universale che tutti i cuori devono sentire vibrare nel profondo con un Osanna che tesse, danzando, e Domina tra gli archi ed il flauto, per tessere il passaggio dal sonno alla veglia sprituale in una terra che riprende a coltivare i propri frutti senza ghermirli con le spine intessute nei cuori feriti.
Un concerto nella Basilica di Santa Maria Maggiore è in sé stesso una compartecipazione solidale ed eticamente volta a ristabilire degli equilibri interiori profondamente intessuti nell'umano, a richiamare la sostanza di cui siamo fatti, eterea, che governa il mondo: un ringraziamento del plauso del pubblico alle voci soliste, al Concerto Köln ed al Vokalensemble Kölner Dom diretti dal Maestro Eberhard Metternich, un dono di conforto per lo spirito che è la materia.