Abruzzo. Il Radon 222 ed il sisma annunciato senza censure in teatro

I dubbi, le anomalie, le domande inevitabili e le risposte difficili al centro del primo spettacolo teatrale ispirato e dedicato al terremoto che, nel 2009, ha sconvolto l’Abruzzo. “Radon 222 – La storia che non si deve raccontare” di Silvio Sarta e Mirta Morrone. Mercoledì 31 marzo 2010, ore 21.00, multiplex Arca – Spoltore (Pe).

Nei giorni in cui ci si prepara ad affrontare un doloroso anniversario, arriva finalmente sulla scena regionale “Radon 222 - La storia che non si deve raccontare” prima e unica opera teatrale ispirata al sisma aquilano. La pièce, firmata da Silvio Sarta e dalla sismologa Mirta Morrone, sarà domani alle 21.00 al Multiplex Arca di Spoltore, preceduta da un breve incontro con Mattia Lolli, del comitato 3.32, con la dottoressa Morrone e con altri che, a vario titolo, si sono occupati del sisma.
         
Il 31 marzo dell’anno scorso, dopo mesi di scosse telluriche registrate nel territorio, si riuniva a L’Aquila la Commissione Grandi Rischi. Il report di quell’incontro, al quale parteciparono gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e i massimi responsabili della Protezione Civile, fu contraddittorio: se da una parte si ribadiva l’impossibilità di prevedere un terremoto, dall’altra si dava spazio ad un messaggio rassicurante. Secondo l'INGV, ente preposto alla sorveglianza della sismicità del territorio nazionale, le scosse avvertite dalla popolazione facevano parte di una tipica sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella dell'aquilano. Appena sei giorni dopo, la scossa delle 3.32 poneva L’Aquila e il Paese tutto di fronte alla tragedia, simbolizzata dal calvario delle giovani vittime della Casa dello Studente.

Quel terremoto ha sfigurato L’Aquila e cambiato per sempre parte del territorio dell’Abruzzo. L’Italia intera si è mobilitata, offrendo solidarietà e aiuti generosi. Faticosamente, ma con determinazione, le popolazioni colpite dal terremoto lottano ancora oggi per recuperare la volontà di rinascere, di ricostruire le loro vite e le loro città. Si combatte ogni giorno contro le difficoltà oggettive di uno sradicamento forzato e contro i silenzi, il pressapochismo, gli errori di edificazione, i crolli inauditi di edifici che avrebbero dovuto essere più sicuri.

E’ certo che un terremoto non si possa prevedere in assoluto; ma è altrettanto certo che qualcosa sia possibile fare. Nei mesi precedenti il sisma, il radon, gas nobile ritenuto possibile precursore di un sisma, collezionava picchi di emissione. Anche poco prima di quella mezzanotte del 6 aprile la terra aveva tremato violentemente, un allarme che rimase inascoltato. In tanti, confusi o forse frettolosamente rassicurati, rientrarono in casa. Poi, la scossa mortale delle 3 e 32.

“Radon 222” racconta l’interminabile attesa di quelle poche, misteriose ore, e consegna alla Storia, attraverso il linguaggio e la suggestione del teatro, la domanda che molti abruzzesi ancora oggi si pongono: cosa si sarebbe potuto ragionevolmente fare, prima?     

Allarmi inascoltati, allarmi procurati, segnali attendibili o visioni profetiche: all’epoca, sul Radon e su Giampaolo Giuliani è stato detto di tutto, ma soltanto adesso l’argomento sembra aver maturato la necessaria obiettività. E’ di questi giorni la notizia che l’INGV riconosca una certa attendibilità agli studi sul radon. Dunque anche oggi il testo di “Radon 222” risulta sorprendentemente attuale e significativo.

In scena da narratore, oltre che regista, Silvio Sarta, autore del testo (insieme alla geologa e sismologa abruzzese Mirta Morrone, consulente scientifica del progetto).

“Radon 222 – La storia che non si deve raccontare” è un racconto notturno, che si snoda nell’arco di oltre quattro ore, quelle intercorse tra la prima, fortissima scossa e l’ultima, catastrofica, delle 3 e 32. In questo lasso di tempo si susseguono in scena sensazioni, atmosfere, emozioni, ricordi e pensieri, spesso dolorosi, ma sempre lucidi, e soprattutto supportati da una seria base scientifica.   

Le atmosfere notturne sono rese sul palcoscenico dal gruppo “VientoVivo”, formato da quattro bravissimi strumentisti abruzzesi. Una musica di grande impatto emotivo e artistico, composta da Francesco Ciancetta ed eseguita live. Le superbe orchestrazioni dei musicisti punteggiano il monologo di Sarta, rendendo le note co-protagoniste e fortemente evocative. Struggente il brano inedito “Ritroverò”, di Francesco Ciancetta e  Edmea Marzoli.

Del racconto di Silvio Sarta, già premiato con lunghi applausi sia al Teatro Franco Parenti di Milano che a Siracusa, sono stati apprezzati l’approccio e il rigore narrativo, estranei ad ogni tentazione ideologica o strumentale. Il radon è un gas nobile, la censura no: dare spazio agli interrogativi consente di aprirsi al valore autentico della scienza, che è sempre e comunque mossa dalla voglia di conoscere.

Il sisma abruzzese, forse più dei precedenti, ha avuto grande risonanza e notevole copertura mediatica, anche per la presenza costante del Capo del Governo. Tuttavia  l’entità del dramma e la composta dignità mostrata dagli aquilani nell’affrontare la catastrofe meritano senz’altro riflessioni più intime e libere da condizionamenti.

Promo “Radon 222”