Appello per l'Ente Teatrale Italiano stralciato dalla Finanziaria Tremonti

La manovra finanziaria del decreto Tremonti colpisce al cuore la cultura in Italia. Dentro un disegno generale che in modo indiscriminato unisce organismi già in liquidazione con strutture professionali di alta competenza, si colloca la soppressione dell’Ente Teatrale Italiano, unico istituto nazionale di promozione del teatro e della danza italiana che così perdono il riferimento concreto indispensabile al loro lavoro e sviluppo.

Si precisa che l’ETI non è incluso nella lista dei 232 enti, fondazioni e istituti culturali, “definanziati” ma non soppressi, che sarebbe stata stralciata secondo le ultime notizie pubblicate dalle principali testate nazionali.

L’ETI è l’unico soggetto di natura culturale presente nell’elenco dei 27 Istituti Pubblici, principalmente a carattere scientifico e di ricerca, che la manovra intende sopprimere (art. 7 comma 18 e allegato 2 del Decreto).


Sopprimere l’ETI significa:

•    Estromettere l’Italia dal consesso delle altre nazioni europee, dotate tutte di istituti di promozione che, come l’ETI operano, con modalità autonome e in diretto rapporto con gli artisti,  per valorizzare gli scambi internazionali come fattore di crescita culturale e opportunità di nuovi mercati.

•    Sottrarre ai cittadini e agli artisti tre importanti teatri storici in altrettante città italiane (Roma, Firenze, Bologna) perdendo la ricca offerta culturale e artistica assicurata dalle professionalità che vi lavorano.

•    Lasciare più soli gli artisti e i professionisti del teatro e della danza, nella ricerca di un sostegno progettuale organico.

•    Togliere alle professionalità dello spettacolo dal vivo uno strumento di servizio, di informazione e  networking.

•    Rinunciare ad una risorsa strategica nell’attuazione delle politiche culturali di sistema nel contesto europeo e internazionale.

•    Interrompere progetti di sviluppo rivolti ai nuovi talenti artistici, alla integrazione delle risorse pubbliche, alla concertazione tra Stato e Regioni, a processi innovativi nella gestione dei teatri.

•    Mettere a rischio il posto di lavoro di decine e decine di lavoratori ad alta e specifica competenza, depauperando il sistema teatrale di un prezioso patrimonio di professionalità.

•    Bruciare una filiera di attività economica e di indotto con un’ulteriore riduzione di posti di lavoro.

•    Annunciare e realizzare un’operazione di facciata, priva di reali effetti sul bilancio pubblico.

I lavoratori tutti chiedono che l’ETI sia cancellato dalla lista degli enti da sopprimere e invitano gli artisti, gli operatori, i cittadini a firmare questo appello contro un ennesimo e insensato attacco alla cultura italiana.

I dipendenti dell’Ente Teatrale Italiano e dei teatri direttamente gestiti: Teatro Duse di Bologna, Teatro della Pergola di Firenze, Teatro Valle di Roma

Ente Teatrale Italiano

Per firmare la petizione contro la soppressione dell'ETI