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Bausch. Si è spenta una stella danzante
Il mondo della danza è in lutto: il 30 giugno è scomparsa Philippine Bausch, in arte Pina, una delle più grandi danzatrici e coreografe mondiali. La Bausch, nata in Germania, a Solingen, il 27 luglio del 1940, ha legato il suo nome al Tanztheater di Wuppertal, di cui è stata fondatrice e direttrice artistica dal 1973.
La formazione artistica della Bausch cominciò nel 1955 nella Folkwang Hochschule di Essen, sotto la guida di Kurt Jooss, che la iniziò alla danza secondo i moduli dell’espressionismo; proseguì poi alla Juillard School of Music di New York, dove lavorò anche con il New American Ballet e con il Metropolitan Opera.
Il suo spettacolo più famoso, Café Müller (1978), realizzato sulle musiche di Henry Purcell, tende a una critica della società contemporanea e dei suoi valori, utilizzando i gesti e le movenze della danza in stretta connessione con vari materiali scenici di derivazione teatrale.
Notevoli le sue interpretazioni di pièces ispirate ai Lieder di Gustav Mahler e di balletti di Igor Stravinskij; di grande rilievo sono l’interpretazione del dramma Die sieben Todsünden, su testo di Bertolt Brecht e musiche di Kurt Weill, e quella del Macbeth di Shakespeare, da lei profondamente ripensato, con il titolo tedesco Er nimmt sie an der Hand und führt sie in das Schloss, die anderen folgen (Lui la prende per mano e la porta nel castello, gli altri seguono); ha anche riletto alcuni compositori contemporanei, come Béla Bartók, John Cage e Philip Glass, da lei interpretati con profonda originalità e grande maestria.
Quest’anno tutto il programma di danza del Festival dei Due Mondi di Spoleto sarà dedicato alla memoria della grande coreografa tedesca, la cui compagnia si esibirà nello spettacolo Bamboo Blues, che la Bausch creò nel 2007, ispirandosi alla cultura indiana.
Teo Orlando