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Brecht all'Argentina. Chi sono i profughi?
Continuano gli appuntamenti a porte aperte del giovedì sera al Teatro Argentina di Roma in parallelo con lo spettacolo La resistibile ascesa di Arturo Ui di Bertolt Brecht (dal 29 marzo al 29 aprile) per la regia di Claudio Longhi. Il 14 aprile 2011, è stata la volta de Chi sono i profughi?
Un intervento ispirato a Dialoghi di Profughi di Bertolt Brecht, una piccola opera brechtiana che c’illustra il triste destino delle grani idee. Sono intervenuti gli attori Lino Guanciale, Luca Micheletti, il professor Paolo Fabbri (docente alla LUISS di Roma) e il regista Claudio Longhi.
il terzo incontro ‘brechtiano’ a porte aperte la cui trama vede due esuli tedeschi, un fisico e un operaio, che discutono sul ‘triste destino delle grandi idee’: un piccolo lavoro che, con estrema lucidità e chiarezza, riassume in pieno le teorie del drammaturgo tedesco in merito all’istruzione, la democrazia, il vivere civile, ecc.
Il lavoro, non scelto a caso, fu scritto durante l’esilio di Brecht in Finlandia nel 1941 in linea, perciò, con il lavoro che stava facendo con La resistibile ascesa di Arturo Ui da cui vengono riprese alcune tematiche. Ce ne hanno offerto una lettura approfondita e, quasi integrale, gli attori Lino Guanciale e Luca Micheletti introdotti dalle splendide parole del professor Paolo Fabbri (docente di Semiotica dei linguaggi specialistici presso la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali - LUISS di Roma) sulla definizione di ‘popolo’ e ‘popolazione’.
Quest’ultimo concetto si configura come l’insieme teorico che diventa pratica nel primo: due definizioni diverse che è sempre bene tenere a mente al fine di non mediare più distinzioni. Spiegando meglio: il popolo è uno solo, chi lo difende, chi vi si pone a capo o chi ne decreta un giudizio non deve mai riferirvisi in maniera distaccata - ovvero come se non ne facesse parte - poiché altrimenti si genererebbero delle, anche involontarie, distinzioni o distanze tra gli uomini che, a livello di concetto di ‘popolo’, non sussistono. Ad essi si aggiunge anche Claudio Longhi, regista dell’Arturo Ui al Teatro Argentina, il quale ha ricollegato tali discorsi alla pièce teatrale attualmente in cartellone.
Simone Vairo