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Complesso del Vittoriano. Similitudine & Contrasto. Patricia del Monaco - Paola Romano
Il Complesso del Vittoriano ospita dal 4 aprile al 4 maggio 2014 la mostra “Similitudine e contrasto”. Organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la mostra nasce con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Regione Lazio, Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione artistica, Provincia di Roma e Comune di Monterotondo.
Curata da Sergio Risaliti, l’esposizione accosta il lavoro di Patricia del Monaco e Paola Romano a due manoscritti di eccezionale valore storico-artistico conservati nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, per sottolineare le visioni naturalistiche, oniriche o mitiche, di cui ognuna delle artiste è portatrice e interprete. Il manoscritto autografo dell’opera di Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (1610), con i disegni delle fasi lunari, accompagna le Lune polimateriche realizzate da Paola Romano; l’Hortus Regius Honselaerdicensis del secolo XVII, con le 132 tavole realizzate dal pittore Stefano Cousyns tra il 1685 e il 1688, affianca il ciclo di opere “Il Giardino della rinascita”, realizzato da Patricia del Monaco.
«A creare un abbinamento ideale tra manoscritti, tavole secentesche e opere contemporanee, intervengono i temi: quello per così dire botanico, che mette in relazione le illustrazioni del Cousyns e le tele di Patricia del Monaco; l’altro, di tema celeste, che include gli studi di Galileo e il ciclo delle Lune, indagato da Paola Romano con pitture e sculture», spiega Andrea Romoli Barberini, autore di uno dei saggi in catalogo.
Le opere dell’artista Paola Romano saranno accompagnate dall’esposizione del manoscritto autografo dell’opera di Galileo Galilei Sidereus Nuncius (1610). Qui Galileo annuncia la scoperta dei satelliti di Giove e propone analisi di nuovi fenomeni celesti osservati con il cannocchiale a Padova. L’opera segna l’avvio di un processo che porterà, in pochi decenni, all’affermazione del sistema copernicano, nonostante l’opposizione delle autorità ecclesiastiche. La pubblicazione dell’opera e la dedica ai Medici dei satelliti di Giove (denominati “Stelle Medicee”) aprirono la strada al ritorno in Toscana di Galileo, al quale Cosimo II conferì la carica di Matematico e Filosofo del Granduca.
Pochi mesi dopo la pubblicazione dell’opera, lo scienziato pisano osservò Saturno tricorporeo, le macchie solari e le fasi di Venere, che portavano ulteriori evidenze contro il sistema aristotelico-tolemaico. «Il manoscritto fa parte della raccolta galileiana, venduta nel 1822 dalla famiglia Nelli al granduca di Toscana Ferdinando III che l’acquistò per la Biblioteca Palatina e la riordinò con l’aiuto della moglie, Maria Luisa, e del principe ereditario Leopoldo. La collezione – spiega Maria Letizia Sebastiani, Responsabile della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze - è costituita dagli autografi delle opere di Galileo e degli scienziati del tempo, compresi i carteggi con i discepoli e con i suoi interlocutori nel dibattito scientifico dell’epoca».
In mostra sarà esposta la famosa tavola con i disegni delle fasi lunari accanto alle Lune realizzate da Paola Romano. Un tema, questo lunare, ormai da anni divenuto centrale nella sua indagine fondata sulle seduzioni di una materia ricca, di ascendenza informale. L’adozione del tema è scaturita dalla progressiva riduzione del colore a vantaggio delle scale dei bianchi e dei grigi, che mettono in relazione le tormentate superfici delle tele con prospettive aeree di notturni paesaggi, aridi e senza vita. Un ciclo estremamente ricco che, nel corso degli anni, ha accolto le sperimentazioni più disparate.
Le opere di Patricia del Monaco saranno accompagnate dall’esposizione del manoscritto Hortus Regius Honselaerdicensis del secolo XVII. Il manoscritto è costituito da 132 tavole, opera del pittore Stefano Cousyns (1685-1688), che riproducono la coltivazione di fiori locali ed esotici, provenienti da tutto il mondo, impiantata dal botanico Gaspar Fagel nella proprietà di Noordwijkerhout di Guglielmo III d’Orange, che sosteneva l’istituzione dei giardini privati quali ameni luoghi di soggiorno, di coltivazioni floreali sperimentali e di studi di idraulica. Alla morte di Fagel il Re commissionò al pittore Cousyns la riproduzione iconografica delle piante del giardino.
Il codice è il risultato di tale lavoro compiuto tra il 1685 e il 1688. Il frontespizio, esposto in mostra, fu dipinto da Bartholomaeus Brandom nel 1692. La pagina membranacea riproduce una terrazza giardino con varie piante collocate in vasi ornamentali; sullo sfondo una veduta di prati, un paesaggio collinare e un corso d’acqua riproducono l’Hortus Regius di Honselaarsdijk, il parco monumentale di Guglielmo III. Le quattro figure femminili che appaiono in primo piano rappresentano i quattro continenti, a simboleggiare le provenienze, anche esotiche, delle piante riprodotte nell’opera.
Patricia del Monaco si presenta con un nucleo di opere pittoriche incentrate sul tema del giardino. Opere che tematicamente si accostano alle straordinarie tavole di Stefano Cousyns grazie a un vivace e ammiccante senso del decorativismo, attinto da luoghi ed epoche diverse, riconducibili tanto alle culture induiste, quanto a quelle precolombiane, senza escludere soluzioni prossime alle grafie ornamentali di antiche civiltà mediterranee ed echi della stagione art nouveau. Da questo esuberante eclettismo si genera un ricco repertorio di segni che si manifestano in un cromatismo ridondante che non esclude l’oro, l’argento, il rame, utilizzati talvolta come sottolineature calligrafiche e, non di rado, anche come disseminate punteggiature di luce in un clima fiabesco, di una autenticità semplice e istintiva che gioca con simbologie sovente rilette in una chiave personalissima.
Un’esposizione, dunque, sostanziata dal confronto tra epoche, discipline, metodi e visioni del mondo. Ambiti di appartenenza estremamente diversi, che sembrerebbero esaltare il concetto di distanza, ma che, al contrario, possono svelare anche insospettabili e suggestive prossimità.
Organizzazione: Comunicare Organizzando in collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
Partner: Anta, M.E.SY., EfficientEnergy, Marzia Spatafora Spazio Culturale, Galleria Bosi, Zarineh, KF Art & Luxury, ICM, Azimut, Station Service Srl
Catalogo: Gangemi
Ingresso libero
Orario: tutti i giorni 9,30 – 19,30
L’accesso è consentito fino a 45 minuti prima dell’orario di chiusura
La biglietteria chiude un’ora prima
Per informazioni: tel. 06/6780664