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L’addio brechtiano al Teatro Argentina. Gli Orazi e i Curiazi
A distanza di un solo giorno, il 28 aprile 2011, dall’ultima replica de La resistibile ascesa di Atruro Ui di Bertolt Brecht al Teatro Argentina si è conclusa, con il dramma didattico Gli Orazi e i Curiazi, la serie d’incontri gratuiti del giovedì sera che si svolgevano paralleli allo spettacolo in cartellone.
Il dramma didattico, scritto negli anni Trenta, ma rappresentato per la prima volta nel 1958 (a due anni di distanza dalla morte di Brecht), presenta una curiosa rivisitazione di uno dei miti fondativi della storia di Roma antica: la lotta tra tre fratelli di famiglie avverse che si concluderà, inaspettatamente, con la vittoria dei deboli e mal equipaggiati Orazi (la falange romana).
La messa in scena, la più elaborata rispetto agli incontri precedenti, è stata allestita nel foyer del teatro ponendo gli attori (molti del cast dell’Arturo Ui tra cui Lino Guanciale, Luca Micheletti, Diana Manea e Giorgio Sangati) da un lato all’altro del corridoio ‘separandoli’ attraverso una scala (usate come montagne da oltrepassare durante la battaglia; i leggiì, invece rappresentavano degli archi o degli scudi). Alcuni membri del cast del dramma si sono alternati tra la recitazione e il canto (Luca Micheletti e Claudia Scaravonati) supportati, stavolta, non solo dalla fisarmonica di Olimpia Greco, ma anche da un vero e proprio set di percussioni; l’uso di quest’ultimo, infatti, decretava l’atmosfera ‘militare’ che si articola intorno al dramma didattico.
Il pubblico ha salutato con grande entusiasmo lo spettacolo, rammaricandosi che fosse l’ultimo appuntamento con il teatro brechtiano e con la compagnia d’attori ‘assemblata’ da Claudio Longhi.
Simone Vairo