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Protesta enti lirico-sinfonici. Sciopero per le prime di Caracalla
La prima di Romeo e Giulietta a Caracalla è saltata il primo luglio 2010 e la stagione dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla si preannuncia monca delle tre prime per lo sciopero dell’Orchestra del Teatro a causa della delibera del Decreto Bondi che taglia le future assunzioni e del 25% lo stipendio integrativo. Ieri 1° luglio hanno partecipato alla manifestazione anti-bavaglio insieme alla stampa inaugurando la manifestazione a Piazza Navona.
Romeo e Giulietta, Aida e Rigoletto sono il balletto e le due opere della stagione estiva alle Terme di Caracalla: il primo, presentato da Carla Fracci ora vicina al Sindaco Alemanno dopo la “pace” e nonostante dovrà abbandonare la direzione del Corpo di Ballo che ha curato per dieci anni, sarà costellato dalle due stelle maschili di Alessandro Riga e Yogor Yebra mentre le femminili saranno Oksana Kacheruk e Gaia Straccamore. Sembra difficile anche la situazione del Corpo di Ballo dell’Opera, dove è bloccato il turn over (leggi: assunzioni) e, come afferma e chiede Cervi di Repubblica: “si ridurrà la compagnia attuale andando a perdere il repertorio e lasciando partire i giovani talenti per l’estero”. Il Sovrintendente De Martino rassicura che la stagione di balletto viene riconfermata permangono però le problematiche alla mancanza di spazio per le prove venendo a mancare il previsto cinema Tiffany: De Martino preannuncia una delocalizzazione degli uffici amministrativi a questo scopo.
Giorgio Cerasuoli di Il Fatto Quotidiano domanda se sono previsti degli sponsor ulteriori a coprire i costi non più corrisposti per il Decreto Bondi (taglio ai fondi per gli enti lirico-sinfonici) e De Martino risponde che i più importanti a livello economici (si parla di milioni di euro) sono Lottomatica, Unicredit e la Camera di Commercio che però preferiscono essere rassicurati su un programma triennale come quello della Scala.
La collega dell’Agenzia Russa chiede ancora degli scioperi e se sono quantificabili i danni economici: De Martino risponde che “oltre alle perdite economiche si registra un calo soprattutto dell’immagine del Teatro del’Opera, lo sciopero è un fallimento sul rinnovo del contratto di lavoro”. Un altro collega fa presente la mancanza di un piano marketing e che anche per questo spesso il teatro è vuoto anche con spettacoli di ottima qualità come Il cavaliere della rosa, a differenza del Metropolitan di New York sempre tutto esaurito. De Martino garantisce che “stiamo completando il piano di marketing e stiamo investendo su una campagna di comunicazione in itinere”.
Livia Bidoli