Supporta Gothic Network
SE Parole di libertà. Poeti in prigione svettano oltre le sbarre
La casa editrice SE pubblica una raccolta intitolata "Parole di libertà" con testi di Adonis, Carlos A. Aguilera, Lydia Cacho, Nguyen Chi Thien, Angel Cuadra, Julia Dobrovolskaja, Ramin Jahanbegloo, Ismail Kadare, Easterine Kire Iralu, Abdellatif Laâbi, Jack Mapanje, Azar Nafisi, Grigorij Pas’ko, Zhou Qing, José Saramago, Hamid Skif, Younis Tawfik e Visar Zhiti è in uscita il 25 novembre 2010 con prefazione di Umberto Eco. Una raccolta di poesie sulle parole imprigionate che svettano oltre le sbarre attraverso le voci dei più grandi poeti del WIP (Writers in prison – Scrittori in prigione – del Pen internazionale).
Quest’anno il Wip compie mezzo secolo. Per tale ricorrenza, il Pen Club Italia ha organizzato un convegno internazionale, tenutosi alla Fondazione Rockefeller di Bellagio, cui hanno partecipato scrittori, poeti e giornalisti provenienti da Messico, Malawi, Turchia, Francia, Cina, India, Albania, Egitto, Svizzera, Russia, Algeria.
«Dalle testimonianze di questo libro» scrive Umberto Eco nella prefazione al volume «emerge che sempre, dopo sofferenze e umiliazioni tali da fiaccare ogni energia, tutti questi condannati sono riusciti a ritrovare l’entusiasmo della creazione letteraria una volta usciti dal carcere, e alcuni di loro lo hanno conservato durante la prigionia, scrivendo in prigionia, scrivendo della prigionia, talora mandando i propri versi a memoria quando non avevano neppure la carta per serbarne traccia. Come a dire, ancora una volta sfiorando il cinismo, che la reclusione fa bene alla letteratura. […] Non sto facendo della letteratura sulla sofferenza altrui. Non si gettino in cella gli scrittori perché l’orrore li renda più percettivi, così come si castravano i fanciulli perché diventassero buoni cantori per la Cappella Sistina, o i comprachicos deformavano i lineamenti dell’Uomo che Ride. Questo stesso libro è un appello perché nessuno venga più privato della libertà a causa di ciò che ha scritto. Ma l’appello viene da chi ha affinato le proprie capacità di rappresentare l’orrore e la stupidità (la banalità del male) proprio usando come arma la punizione che gli era stata inflitta.
Da cui la contraddizione dei tiranni, che gettando gli scrittori nelle segrete, affinché tacciano, collaborano ad amplificarne la voce».
PAROLE DI LIBERTÀ
COLLANA PROSA E POESIA
PAGINE 136
PREZZO 18,00