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Sofocle, Euripide ed Aristofane in scena nell'antica Tusculum
Per il terzo anno consecutivo il dramma antico ritorna nel suggestivo scenario del Teatro Romano di Tusculum, che vedrà esibirsi in tournée la compagnia dell'I.N.D.A. (Istituto Nazionale del Dramma Antico), la massima autorità teatrale nell’ambito dell’antichità classica. Quest'anno sono previsti sei giorni di spettacolo, tra il 27 luglio e il 1° agosto, con tre opere di grande spessore, Aiace, Lisistrata e Fedra, che focalizzano diversi aspetti dell'arte drammatica della Grecia classica.
L'iniziativa si deve al fatto che nel 2008 venne stretta un'intesa istituzionale tra la Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini, proprietaria del Parco archeologico culturale di Tuscolo, e la fondazione I.N.D.A. La manifestazione si avvale anche della sponsorizzazione degli Assessorati alle politiche culturali della Provincia di Roma e della Regione Lazio, grazie ai finanziamenti garantiti dalla legge 32 del 1978.
Il sito del teatro di Tusculum è stato individuato come luogo d’eccellenza per le rappresentazioni del Dramma Antico, accanto a Siracusa in Sicilia, dove l’I.N.D.A. opera dal lontano 1913, e a Paestum in Campania, anch’essa entrata di recente nell’accordo.
Si comincia con l'Aiace di Sofocle, che andrà in scena il 27 e 28 luglio, interpretato da Maurizio Donadoni, già nei panni di Giasone nella Medea di Euripide nel 2009. L'Aiace riflette la tensione tra le leggi dell'onore e della giustizia, avvertite dall'eroe eponimo come assolute ed inderogabili, e la mentalità più incline al compromesso di Ulisse, che sa adattare la sua intelligenza ed astuzia alle situazioni concrete. In modo forse non ancora filosoficamente consapevole, ma drammaticamente incisivo, emerge anche un altro conflitto: quello tra libertà dell'uomo e necessità degli eventi, mascherata da ciò che sembra il fato capriccioso di origine divina.
Si prosegue con una commedia di Aristofane, la Lisistrata, interpretata da Ilaria Genatimepo e che sarà rappresentata il 29 e 30 luglio. Si tratta della prima commedia messa in scenda dall'I.N.D.A., con una scelta coraggiosa che si spera sia suscettibile di ulteriori sviluppi. La commedia è nota soprattutto per la tematica dello "sciopero del sesso", con cui tutte le donne greche, guidate dall'ateniese Lisistrata, cercano di convincere gli uomini a porre termine alla Guerra del Peloponneso, che da decenni stava devastando la Grecia.
Il ciclo di quest'anno si conclude con la Fedra di Euripide, in scena il 31 luglio e il 1° agosto, che trova in Elisabetta Pozzi (già l'anno scorso nei panni di Medea) un'interprete d'eccezione. Si è scelto come titolo non quello originale di Euripide (Ippolito portatore di corona), ma quello che Seneca e Racine diedero alle loro tragedie ispirate a quelle del grande drammaturgo greco, al fine di sottolineare maggiormente la centralità della figura femminile, oggetto di tante interpretazioni psicoanalitiche (tra cui ricordiamo quella di Francesco Orlando), che mettono in evidenza il dramma interiore di una donna la quale, innamoratasi del giovane figliastro, soccombe al senso di colpa.
La traduzione è dovuta al grande poeta Edoardo Sanguineti, che la ultimò poco prima di morire, sostenendo che, poiché ogni "traduzione è un travestimento", il suo ultimo travestimento sarebbe stato regalato a Siracusa con una traduzione di Euripide. Sanguineti ha operato una sorta di "traduzione a calco", lasciando le parole nella stessa posizione che hanno nel testo originale, ossia "grecizzando l’italiano", piuttosto che "italianizzando il greco".
Nella conferenza stampa, svoltasi a Roma il 14 luglio, il sovrintendente della Fondazione I.N.D.A., Fernando Balestra, e il consulente artistico per il Teatro Romano di Tusculum, Salvatore Aricò, hanno messo in risalto il valore perenne del teatro antico come antidoto alla crisi etica dei valori, in nome di quella "difesa dell'uomo" di cui parlava uno dei più autorevoli esponenti della Scuola di Francoforte, Erich Fromm. L'assessore alle Politiche culturali della provincia di Roma, Cecilia D'Elia, dal canto suo ha sottolineato lo sforzo delle istituzioni per finanziare iniziative di questo livello, nonostante si stia vivendo una stagione di tagli indiscriminati alla cultura e allo spettacolo.
Teo Orlando