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Teatrificio Esse. Comunicato agli Spettatori
Buona sera a tutti. Come è in uso fare in molti teatri in questo periodo anche noi leggeremo un comunicato che non è quello ufficiale ma la personale rivisitazione del TEATRIFICIO ESSE.
“COMUNICATO N°1 AGLI SPETTATORI”
Gli operai del Teatrificio Esse fanno fatica ad arrivare a fine mese.
Gli operai del Teatrificio Esse hanno moglie e figli e qualcuno di loro, poverino, anche un cane. Il più fortunato però ha un mutuo: evviva! Ma non ha più i capelli. Indovinate qual è!? Dico quello col mutuo!
Gli operai del Teatrificio Esse hanno le bollette da pagare, il gas da accendere, la spazzatura da buttare, i piatti da lavare, il bimbo da accudire e quello poverino pure la cacca del cane da raccogliere.
Gli operai del Teatrificio Esse fanno la spesa guardando le offerte nello scaffale dello scatolame e quando comprano il pesce fresco poi non lo sanno cucinare.
Gli operai del Teatrificio Esse nonostante tutto si fidanzano, convivono, si sposano e procreano oppure procreano senza sposarsi o non ci pensano proprio ne a procreare ne a sposarsi, ma perdono i capelli!
Gli operai del Teatrificio Esse in poche parole vivono, proprio come voi! E per vivere lavorano come la maggior parte di voi.
Il taglio del FUS fondo unico per lo spettacolo e le parole inqualificabili del ministro umiliano tutti gli operai che con il loro già umile operare mantengono in vita il teatro, un malato che si vorrebbe curare cambiandogli soltanto posizione.
Certo non tutti nel teatro sono degli operai, anzi! Molte opportunistiche figure che fanno male al teatro si aggirano ormai da anni tra le quinte, i foiyer, le scrivanie, decidendo le sorti delle giovani compagnie e difendendo i privilegi di quelle storiche, lanciando proclami e tirando in dietro la mano, ed è per questo che gli spettatori devono essere e pretendere di essere pienamente informati.
Una società che non investe nelle sue giovani forze biologiche è una società morta per scelta.
Mai come oggi la vera libertà è poter vivere una vita dignitosa.
Il disagio che noi e voi, proviamo di fronte a questo sistema clientelare che fa dell’Italia un paese bloccato dove ai giovani non viene permesso di coltivare i propri talenti e vederli crescere secondo misura e agli anziani viene depauperato il loro ruolo nella società perché non più produttivi, ebbene questo disagio non è solo esistenziale ma sostanziale.
Auspichiamo che questa “sostanza-disagio” unendo operai e industriali, colletti bianchi e impiegati, studenti e professori, artisti e spettatori, giovani e vecchi, si trasformi in una spinta per la politica ad elaborare, se non una nuova visione del mondo, almeno un sostanziale rinnovamento.
Nel frattempo gli operai del Teatrificio Esse resistono e continuano a lavorare con rinnovato entusiasmo fiduciosi nel trapianto di capelli!
Grazie a tutti