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Teatro dell'Opera di Roma. Una stagione tutta italiana
Il Teatro dell’Opera di Roma apre la nuova stagione 2010-11 con il Falstaff di Giuseppe Verdi il 23 gennaio però mostra subito una grande defalcazione con la precedente in termini di autori stranieri – sei italiani su sette opere tra cui due di Puccini presenti negli anni precedenti, ovvero Tosca e Madama Butterfly – e solo Massenet come autore d'oltralpe con Manon.
Un po’ meglio la situazione del balletto che però mostra la riproposizione annuale di Giselle ed invece plaudiamo alla reintroduzione di Il papavero rosso di Rheinold Glière. I bilanci sono stati ripianati secondo la comunicazione ufficiale del Sindaco Alemanno, che però non ha risposto a domande approfondite su somme e gestioni in conferenza stampa. La dichiarazione è la seguente che riportiamo: “Di 10 milioni di euro del passivo dell’anno scorso siamo giunti a 15 milioni di euro di attivo (non si sa se sia patrimoniale oppure no – cosa che non si suppone, N.d.R.)".
Sicuramente fa piacere sapere che si sia raggiunto un equilibrio di bilancio tale da far terminare il commissariamento in atto da luglio scorso però i tagli sono piuttosto pesanti e, cosa che fa anche tristezza, il nuovo e annunciato Direttore Musicale Riccardo Muti, non si è visto a nessuna conferenza stampa ed i suoi termini contrattuali saranno stabiliti definitivamente a breve. E neppure si vedrà alla direzione musicale fino al 3 dicembre 2010, giorno in cui dirigerà il Moïse et Pharaon (l’opera non è ancora certa).
Una nota di merito invece all’uso dei bozzetti originali di Camillo Parravicini per Mefistofele in partenza il 16 marzo 2010, per L’Heure Exquise da Bejart e Beckett di nuovo in cartellone, Tenebrae da Massimo Cacciari e l’Officium Tenebrarum con musica di Guarnieri e la Resurrezione di Tchaikovsky, tutte al Teatro Nazionale.
Livia Bidoli