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Merce Cunningham Dance Company ad Equilibrio Danza. Events ovvero l'I Ching del Ritorno
Con un grande omaggio all’artista-ballerino scomparso Merce Cunningham (a luglio 2009) ed il suo Legacy Tour termina Equilibrio Festival della nuova danza al Parco della Musica. Dal 24 al 26 febbraio 2010 la compagnia diretta da Cunningham ha presentato un mix delle sue ultime creazioni, Events il titolo, con musiche dal vivo di Alvin Curran, John King, Takehisa Kosugi.
Sullo sfondo una parete di legno color del mogano con pochi segni giapponesi su una sferzata di rosso da un lato: i ballerini si presentano con tute giallo oro, bronzate e aranciate. I suoni sembrano riprodurre onomatopeicamente animali da stagno, zampillanti come i danzatori. Takehisa Kosugi, direttore musicale del Merce Cunningham Dance Company dal 1995 dopo Cage e Tudor, si diletta al violino amplificato prima che s’oda lo sferragliare d’un treno in lontananza. La musica per Merce Cunningham, riflesso anche dei nomi dei compositori più imberbi dell’epoca, era parte fondamentale della danza, e lui stesso la commissionava ad artisti assolutamente all’avanguardia nel panorama musicale soprattutto statunitense.
I quadri figurativi dei corpi dei ballerini sono plastici e definiti: la narratività è del tutto abolita e si procede per balzi in un tempo impazzito e ridotto a compartimenti stagni e vasi non comunicanti. I movimenti classici della danza, proprio come aspirava Cunningham, sono sospesi e stilizzati, bloccati prima dello sviluppo vero e proprio. Si assiste ad un allenamento schizofrenico in cui sono i movimenti a guidare i ballerini e non il contrario. Il tappeto musicale astratto è del tutto confacente ad una simile mise en scène, dove la creazione è senza briglie ed autonoma: i due ballerini degli svariati pas de deux non s’incontrano mai, pur atterrando gli uni sugli altri come a sorreggersi da una caduta infinita. Un labirintico percorso escheriano li scalda con le luci mentre Kosugi armeggia con l’armonica a bocca.
L’amalgama è sempre più incerto finché l’ennesimo spostamento della stabilità centrale fa comparire una traiettoria diritta ed univoca per tutti, i passi d’insieme sono ben coordinati ed i ballerini esplodono nella rarefazione interiorizzata del finale, all’unisono con la musica, lenta e pensatamente grave. Un gioco che guida gli insetti all’alveare, una reunion di fatto che si concreta nel 24, l’I Ching del Ritorno, tra la ricettività della terra e l’elettricità del tuono, come nel più lisergico dei Pink Floyd, Syd Barrett in Chapter 24, in cui, come dice la canzone: “il movimento si svolge in sei stadi, il settimo porta il ritorno, l’azione conduce alla fortuna” in cui le carte (o le monete come nell’I Ching) di Merce e Cage sono state riestratte.