Turandot a Torre del Lago Puccini. L'apoteosi scenica di Martina Serafin

Articolo di: 
Giulia Tacchetti
Turandot

C‘era una volta una bellissima principessa che non sapeva amare: questa  è Turandot,  la protagonista dell’ultima opera di Puccini, rimasta incompiuta per la morte dell’artista avvenuta il 29 novembre 1924. E’ ritornata  in scena al teatro all’aperto di Torre del Lago la sera del 31 luglio 2010 (le altre date sono il 6,12,20 agosto) con l’allestimento ideato dal regista Maurizio Scaparro e dallo scenografo Ezio Frigerio; i costumi sono firmati da Franca Squarciapino.

L’opera, in tre atti e cinque quadri, nonostante il completamento di Franco Alfano, che realizzò la partitura dell’ultimo episodio, quello cruciale in cui la principessa è trasformata dall’amore, rimane uno dei capolavori incompiuti del teatro musicale del ‘900 per la complessità irrisolta del personaggio principale, Turandot, che si compiace nel condannare a morte i suoi pretendenti attraverso i tre enigmi da lei proposti e mai risolti; in tal modo, come una sacerdotessa della dea Vendetta, lava l’onta subita da una sua antenata, morta per difendere la  propria purezza da uno straniero. 

Un giorno uno sconosciuto, il principe Calaf, risolve gli enigmi. Turandot, a questo punto, deve sposarlo, ma si oppone con tutte le forze e questo odio provoca la morte della dolce schiava Liù, che affronta la tortura ed il suicidio per difendere l’uomo che ama (qui si fermò l’esecuzione di Arturo Toscanini alla prima al Teatro alla Scala nel 1926, dove finiva la partitura scritta da Puccini). Allontanatasi la folla e rimasti soli, Calaf bacia con passione la principessa, che subisce una trasformazione: l’amore compie un miracolo.

E proprio dall’emozione che suscita la parola amore è partito il regista Maurizio Scaparro, comunicando la speranza, i sogni, le delusioni,la durezza della morte e soprattutto la passione, che in un crescendo culmina nel terzo atto. Il processo di umanizzazione della protagonista è reso evidente attraverso anche una serie di accorgimenti tecnici: dai riflessi freddi delle luci argentee dei costumi, alle luci dorate nel terzo atto con tocchi di un magico rosa; il corpo gelido della principessa viene illuminato dalla luce tagliente della luna, poi si ammorbidisce con il calore che emana la forza dell’amplesso di Calaf. Amore e morte sono questi i temi che la musica mette in risalto.

Martina Serafin è una Turandot di bella presenza, che recita bene la sua parte, cercando di far uscire anche il lato femminile della principessa di ghiaccio. Durante il secondo atto le scale, che conducono al baldacchinio del trono, le consentono movimenti volutamente lenti ed una gestualità di estrema eleganza. La voce potente si distingue e per il timbro caldo e per gli acuti sicuri. Vocalmente  appassionata e di grande dolcezza è la Liù di Donata D’annunzio Lombardi. Il tenore Ian Storey, che affronta il ruolo di Calaf, nel complesso risulta scarsamente incisivo. Comunque si prepara all’appuntamento fatale con il “nessun dorma” con un piglio tenorile che gli regala applausi ancora prima di finire.

Alessandro Guerzoni, marito di Martina Serafin, dalla voce espressiva, interpreta Timur. Ping (Roberto Accurso), Pong (Cristiano Olivieri), Pang (Nicola Pamio) affrontano i ruoli, vestiti di splendidi abiti, con un’armoniosa intesa. I costumi di Franca Squarciapino risultano sontuosi, così i gioielli di Turandot ed evocano l’oriente, come le raffinate architetture di Ezio Frigerio, che rimandano all’art déco attraverso una splendida vetrata che fa da sfondo al trono imperiale, connubio ben testimoniato a  Viareggio dall’architettura e dalle arti del primo Novecento. Ottima la scelta di mostrare Turandot in alto, sulle possenti mura della città, per sottolineare la distanza della principessa dall’elemento umano, che contraddistingue, invece, Liù, quando condanna a morte il principe di Persia. Indubbiamente hanno movimentato la scena gli sbandieratori, le cui bandiere facevano virare i loro colori su un fondo dorato. Il secondo e terzo atto dell’opera hanno superato il primo sia nelle scene che nella conduzione dell’orchestra da parte del giovane maestro Hirofumi Yoshida. Il pubblico, caloroso e partecipe, ha riservato molti applausi per tutti.

Pubblicato in: 
GN19 Anno II 3 agosto 2010
Scheda
Titolo completo: 

Turandot. Dramma lirico in tre atti di Giacomo Puccini

Festival Puccini di Torre del Lago

Principessa Turandot Martina Serafin/Nila Masala
Calaf Ian Storey (31 luglio-6,20 agosto)/Sung Kyu Park (12 agosto)
Liù  Donata D’annunzio Lombardi (31 luglio, 6 agosto)/Mimma Briganti (12, 20 agosto)
Timur Alessandro Guerzoni
Ping  Roberto Accurso
Pong  Cristiano Olivieri
Pang Nicola Pamio
Altoum Masssimo La Guardia
Il Principe di Persia  Aldo Caroppo
Un mandarino Carlo Di Cristoforo

Prima del 31 luglio 2010 - Torre del Lago (LU)

Direttore Hirofumi Yoshida (31 luglio, 6 agosto)/Mauro Roveri (12, 20 agosto )
Regia Maurizio Scaparro
Regista assistente Susanna Attendoli
Scene Ezio Frigerio
Costumi Franca Squarciapino
Orchestra e Coro del Festival Puccini
Coro delle voci bianche del Festival Puccini
Maestra del coro Francesca Tosi e Sara Matteucci