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40° Festival della Valle d'Itria Martina Franca. La malia di Armida
Nuovo prestigioso evento alla quarantesima edizione del Festival della Valle d'Itria a Martina Franca. Dopo il successo dell' ”Opera fiaba” Donna Serpente di Casella, rispettando la tradizione del Festival che riporta in vita ogni anno affascinanti melodrammi barocchi, domenica 27 luglio alle ore 21.00 è stata la volta di “Armida” di Traetta, diretta dall'esperta bacchetta di uno specialista come Diego Fasolis e con protagoniste nelle parti principali di due grandi voci: Roberta Mameli, Armida, e Marina Comparato, Rinaldo.
La storia del tragico amore di Armida e Rinaldo, che dalla comparsa nella Gerusalemme liberata del Tasso ha ispirato la composizione di moltissimi melodrammi dei più importanti compositori, non solo barocchi, ha ripreso vita in questa versione ed in prima esecuzione in tempi moderni proprio in occasione del Festival della Valle d'Itria.
La popolarità della trama e l'utilizzo del testo in innumerevoli versioni conferma non solo quanto fosse affascinante ma anche come scatenasse riflessioni che coinvolgevano valori essenziali dei rapporti fra gli uomini, sintetizzati con una parola, amore, che di tali rapporti è l'elemento fondamentale.
Storia tragica, si diceva, ed in effetti il destino e poi condanna di una donna che ammalia gli uomini senza concedersi per poi ucciderli e che rimane essa stessa vittima di quel sentimento con colui che riuscirà a svincolarsi dal sortilegio, lasciandola sola e disperata, è una nemesi che vendica tutti gli uomini che non aveva amato ma illuso. Simbolo di grande forza sull'importanza di un valore che deve essere vissuto con trasporto ma con lealtà e che deve essere elemento di costruzione e non di distruzione.
Traetta, celebrato compositore pugliese ma appartenente a quella “scuola napoletana” che ha dominato ed influenzato tutta la produzione barocca europea, trova in questo testo ed in questa trama terreno fertile per utilizzare uno stile ed un linguaggio raffinato ed interessante, personale ed efficace, attribuendo ai personaggi arie che ne evidenziano le caratteristiche psicologiche.
Diego Fasolis, musicista che rappresenta nel panorama barocco internazionale un punto di riferimento, ha guidato sapientemente l'Orchestra Internazionale d'Italia (con un organico ovviamente ridotto, intonazione a 415 ed utilizzo, oltre agli archi, di traversieri, oboi e fagotto barocchi, corni naturali, unitamente a tiorba e cembalo per il continuo) esaltando le caratteristiche della scrittura di Traetta sottolineando la sua capacità di evidenziare, con piccoli ma importanti elementi, gli “affetti” rappresentati.
Personaggi che ruotavano intorno ai due protagonisti, Armida-Mameli e Rinaldo-Comparato en travesti, rappresentando ognuno un tassello per costruire un quadro psicologico oltre che drammaturgico, proiettato verso la redenzione di Rinaldo e la sconfitta di Armida. Tenendo conto di questa esigenza hanno ben caratterizzato i ruoli Federica Carnevale-Fenicia e Leslie Visco-Argene sia nelle arie solistiche che in duetto (“Qui dell'età novella”), Mert Sungu-Ubaldo, protagonista di una travolgente aria di furore (“Grato core, e core amico”), Maria Meerovich- Artemidoro, a suo agio in impegnative agilità (“Vieni, ti chiama il cielo”) e Leonardo Cortellazzi-Idraote (“D'un reo nemico altero”).
Roberta Mameli ha confermato la sua straordinaria vocalità e capacità di costruire ed interpretare agilità di gusto raffinatissimo e musicalmente impeccabili (“Io non cerco, ed io non amo”), caratterizzando con la giusta dose di malvagità il personaggio così come Marina Comparato ha esaltato momenti di malinconica intimità con con una efficacissima cura delle dinamiche e dei colori espressivi (la sognante e bucolica “Di quest'aura, di quest'onda”).
I costumi di Vanessa Sannino, svincolati da riferimenti storici ma con gusto modernamente “barocco” elaborati e policromi, le scene minimaliste di Nelson Wilmotte, che consentivano spostamenti e collocazioni dei personaggi su diversi spazi e altezze in base alle scelte registiche di Juliette Deschamps, il coro della Filarmonica di Stato "Transilvania" di Cluj-Napoca e le coreografie di Fattoria Vittadini hanno completato l'allestimento, consentendo al numeroso pubblico di immergersi nella trama, apprezzare la bravura dei cantanti e gustare le raffinatezze armoniche di un autore importante che ha visto in quest'occasione rivalutata un'opera interessante e sapientemente calibrata.
Al termine calorosi applausi a tutto il cast, a Diego Fasolis ed all'ensemble strumentale.