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Avanguardie Russe II. Dal Fante di Quadri al Costruttivismo
La mostra Avanguardie Russe, apertasi il 5 aprile nei nuovi spazi dell'Ara Pacis di Roma, a cura di Victoria Zubravskaya con il coordinamento tecnico-scientifico di Federica Pirani e con il coordinamento organizzativo è di Civita e Zètema Progetto Cultura rimane disponibile per il pubblico fino al 2 settembre 2012. La seconda parte della recensione riguarda le avanguardie russe vere e proprie – escluso Malevich che abbiamo commentato nella prima parte –, a cominciare dalla coppia Larionov-Goncharova e per finire con il Costruttivismo di Tatlin.
Iniziatisi con la pittura seguendo i dettami impressionisti e simbolisti, Mikhail Larionov e Natalia Goncharova legati anche nella vita, passarono presto all'elaborazione di uno stile neoprimitivista ispirato alla cultura nazionalista russa e ritraendo per la gran parte la vita contadina – soprattutto Goncharova, mentre Larionov era il teorico della coppia con il manifesto del raggismo, scritto nel 1913 -. Uno dei quadri più incisivi nella mostra è Donne con rastrelli (1907-1909) di Goncharova insieme alla Venere del Katsapi (1912) di Larionov: emblemi, il primo dell'orientamento nazionalista che li farà allontanare dal gruppo avanguardista del Fante di Quadri che contribuirono a formulare, il secondo di una concezione della classicità rivisitata in modo semplice e ruvido, senza quella distanza che frapponevano gli artisti classici.
Il gruppo del Fante di Quadri a Mosca riunisce le avanguardie russe prendendo spunto, per il logo, dalla carta da gioco e dal simbolo cucito sulle uniformi dei prigionieri civili, con ovvio intento di critica politica. Oltre alla Goncharova e Larionov, ne fecero parte Alexandr Kuprin di cui è esposto un quadro ammirevole, Nudo con tappeto asiatico sullo sfondo (1918); Robert Falck presente con Chiatta (1911); Ilija Mashkov con Natura morta (1913) e molti altri. Il movimento tenne la sua prima mostra a Mosca nel 1911 e tra gli artisti che parteciparono ci furono inoltre Malevich, Lentulov, Ekster, Kandisnskij e l'apertura ad artisti europei come Braque, Delauney, Matisse, Picasso e molti altri, fece fuoriuscire i membri più polemicamente legati al territorio russo come Goncharova e Larionov.
Una parte dei pittori del Fante di Quadri formò poi i cosiddetti cézannisti russi, vicini nell'elaborazione del paesaggio al pittore francese da cui presero il nome: tra questi, Konchalovskij, Mashkov e Kuprin, di cui sono in esposizione dei paesaggi che ben ritraggono queste caratteristiche.
Altro discorso per la Carte da gioco di Olga Rozanova, la cui scomposzione figurativa risente del Futurismo italiano, che sicuramente ebbe tanta influenza sui movimenti russi d'avanguardia, come il Cubofuturismo di Burijuk, Kamenskij, a cui si aggiunsero il poeta Chlebnikov e Majakovskij, e nonostante la fredda e polemica accoglienza riservata a Marinetti durante la sua visita a Mosca successiva alla pubblicazione del Manifesto del 1909.
Per il Costruttivismo sorto intorno agli anni della Rivoluzione d'Ottobre, sono presenti i Controrilievi di Tatlin in una ricostruzione recente: forme astratte usate per dare rilievo alla funzionalità dell'opera artistica al servizio della Rivoluzione. In questo senso si inserì sulla stessa scia Rodchenko, di cui sono esposte sia Disegno in una cornice sia le famose opere legate al suprematismo di Malevich come Suprematismo (1918), Nero su nero. Studio (1918) e Linee su verde (1919).