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Britten e Sciarrino a Montepulciano. Albione tra satira e cupi sussurri
Il 35° Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano ha presentato, al Teatro Poliziano il 24 e 25 luglio 2010, Albert Herring di Benjamin Britten, nel nuovo allestimento di Keith Warner, direttore Roland Böer ed il 31 luglio e il 1° agosto la prima italiana di Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino con l'Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius; la critica si riferisce alle recite del 24 luglio e del 1° agosto.
Albert Herring, un'altra interessante proposta del Cantiere, è un' opera da camera con 13 cantanti e raramente rappresentata in Italia mentre lo è frequentemente all'estero. L'opera debuttò nel 1947 a Glyndebourne quando Britten era direttore della Glyndebourne Opera Company. Il libretto di Eric Crozier, tratto dal racconto Le Rosier de Madame Husson di Guy de Maupassant, è una satira sulla piccola comunità di Loxford, nell’East Suffolk, simbolo dell'ipocrita conformismo britannico, ostile verso ogni forma di diversità, un argomento a cui il musicista fu particolarmente sensibile.
Il testo descrive con amara comicità i personaggi, simbolo del conformismo della società: la madre (la famiglia), il parroco (la religione), l'insegnante (la scuola), il sindaco, il sovrintendente di polizia e Lady Billows (il potere). La satira sui personaggi nella musica di Britten è affidata anche all'uso di singoli strumenti come contrappunto ironico al contenuto dei discorsi, con suoni onomatopeici oppure con citazioni e brevi incisi. Britten usa il gregoriano per il parroco o la parodia degli anthem per evidenziare la pomposità istituzionale nel discorso di Lady Billows o grotteschi gorgheggi nel canto dell'insegnante Miss Wordsworth.
Nello stile molto personale di Britten ci sono echi del classicismo di Strawinsky ma anche delle operette di Gilbert (librettista) e Sullivan (musicista), sono presenti melodie che evocano le canzoni popolari ma anche dissonanze. Per rendere fluido e naturale il dialogo, nei recitativi, che uniscono le arie, Britten usa la prosa, mentre nell'accompagnamento viene usato anche il pianoforte, che è stato suonato da Roland Böer.
Le scene ed i costumi di Julia Müir si sono rivelate adatte e funzionali allo svolgimento dell'azione, coadiuvando alla perfezione l'acuta, ironica e divertente regia di Keith Warner, che ha evidenziato con esasperata gestualità l'aspetto grottesco e caricaturale dei personaggi istituzionali, contrapponendoli all'umana semplicità di Albert, Sid e Nancy.
Roland Böer è un direttore assai versatile, capace di dirigere autori molto diversi fornendo un'interpretazione di alto spessore e così è accaduto con l'Orchestra del Royal Northern College of Music di Manchester nell' Albert Herring, lungamente applaudito dal pubblico il 24 luglio. Tra i cantanti segnaliamo Carsten Süss nel ruolo di Albert Herring e Ylva Kihlberg in quello di Lady Billows per l'efficace interpretazione dei personaggi.
La messa in scena in prima italiana di Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino, opera in due atti rappresentata per la prima volta nel 1998, rientra nella meritoria tradizione del Cantiere di presentare opere di autori viventi. Il libretto di Sciarrino è liberamente tratto da Il tradimento per l'onore, tragedia in prosa pubblicata per la prima volta nel 1659 con il nome di G.A. Cicognini (1606- 1649), il dramma è preceduto da un'elegia C.Le Jeune (1608).
La regia di Christian Pade si avvale delle scene e costumi di Alexander Lintl: i parallelepipedi ruotanti con un lato chiuso e gli altri con alternanza di assi di legno e vuoto permettono giochi di luci e sono funzionali allo svolgimento dell'azione. La gestualità scelta per gli interpreti a sua volta allude a movenze della danza dell'epoca, rigida e formale in contrasto con le passioni evocate dalla musica dell'orchestra e a volte con allusioni violente.
La rappresentazione si apre con i colpi del bastone sul palcoscenico secondo la tradizione del teatro dell'epoca: entra poi la protagonista che canta l'elegia, la musica melodica ricorda lo stile seicentesco e così il primo interludio musicale. Inizia il dramma, l'atmosfera cupa e morbosa ricorda i drammi dell'epoca giacobita post elisabettiana, viene descritto l'amore della coppia, poi la donna tradisce il marito che, informato dal servo, si vendica uccidendo il testimone, l'altro e infine la moglie, dopo averle fatto vedere il cadavere orribilmente ucciso dell'amante.
Sciarrino mette in evidenza il testo ,di cui è conservato il fiorito linguaggio barocco, con il parlare, il sussurrare e il cantare con brevi frasi dei personaggi, la musica angosciosa, con suoni spezzati e stranianti, evoca l'inconscio torbido e tormentato dei protagonisti. Il canto è con note tenute, melismi e ripetizioni delle parole, forse una rivisitazione del modo di cantare del '600. L'Ensemble Algoritmo diretto da Marco Angius ha ben interpretato la partitura e così il cast omogeneo riscuotendo un buon successo. L'allestimento è in coproduzione con l'Opera di Francoforte.