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Canale Mussolini parte seconda. Dal fascismo alla democrazia
Vi sono opere letterarie che riescono a rappresentare i momenti fondamentali nella storia di un Paese. Rientra in questa categoria di opere estetiche l’ultimo romanzo di cui è autore Antonio Pennacchi, intitolato Canale Mussolini. Parte seconda ed edito dalla Mondadori. In realtà il libro costituisce la seconda parte di un precedente volume di Pennacchi, con cui lo scrittore ha vinto nel 2010 il premio Strega, nel quale aveva raccontato la vicenda della famiglia Peruzzi, trasferitasi nell’agro Pontino, in seguito alle bonifiche realizzate dal fascismo, dopo essere stata costretta ad abbandonare il Veneto e il Nord Italia.
Anche in questo secondo libro, come già aveva fatto in Canale Mussolini. Parte prima, Pennacchi con una bravura sorprendente è riuscito a narrare le vicende della famiglia Peruzzi collocandole sullo sfondo degli eventi storici che hanno consentito la ricostruzione dell'Italia e la nascita della democrazia, dopo la caduta del fascismo e la conclusione della Seconda guerra mondiale.
Nella prima scena, con cui si apre la narrazione di questo importante libro, Diomede Peruzzi, con due suoi complici, entra nella sede della Banca d’Italia di Littoria, bombardata dagli Alleati, e si appropria di grandi quantità di denaro. Subito dopo, Pennacchi per dare la misura delle devastazioni provocate dai bombardamenti e dalla guerra, descrive l’Agro Pontino, ridotto a un cumolo di macerie. Negli anni terribili e feroci della guerra gli abitanti dell’Agro Pontino furono costretti ad abbandonare le loro case e i poderi, che avevano ottenuto dal regime fascista, e a rifugiarsi sui monti Lepini, nei paesi di Cori e Norma. Pennacchi mostra che all’inizio della guerra gli abitanti dell’Agro Pontino si schierarono con i fascisti e si opposero alla avanzata degli Alleati.
La provincia in cui era situata Littoria, in seguito divenuta Latina, si venne a trovare sulla linea su cui avvenivano i combattimenti che opponevano gli anglo-americani alle forze nazifasciste, tra la linea gotica e quella denominata Gustav. Littoria, osserva Pennacchi, si trovò rinchiusa in una morsa alla stregua di un guscio di noce stretto in una tenaglia di acciaio. Nei primi mesi della guerra, gli abitanti dell’Agro Pontino si schierarono con i nazifascisti. Diomede Peruzzi era impegnato a fianco degli alleati tedeschi e collaborava con un ufficiale di nome Eberhard. Dopo la morte di questo ufficiale tedesco, colpito da una granata, Diomede si impossessa delle mappe su cui era riprodotto il percorso che era stato disseminato di mine dai nazisti, e decide di passare dalla parte del nemico anglo-americano.
Questa vicenda di Diomede Peruzzi è fondamentale nel libro e nella narrazione poiché introduce la ricostruzione degli eventi storici che portarono alla nascita della Repubblica italiana. Nel libro, con la passione e la precisione del vero scrittore civile e dell’intellettuale rigoroso, Pennacchi mostra come la guerra e la caduta del fascismo generarono divisioni laceranti in seno alla nazione ed alla stessa famiglia Peruzzi. Se Diomede decide di schierarsi con gli alleati, Paride Peruzzi, rimasto fedele al regime fascista, si arruola nelle file dell’esercito della repubblica sociale di Salò. Statilio Peruzzi, dopo l’otto settembre 1943, in Corsica combatte contro i nazisti. Nel libro è bella e indimenticabile la narrazione storica.
Dopo la seduta del Gran consiglio del fascismo e l’approvazione dell’ordine del giorno presentato da Dino Grandi, il 25 luglio del 1943 cade Mussolini e il regime fascista. In seguito all’armistizio, firmato dal governo Badoglio e voluto dal re Vittorio Emanuele III, inizia l'occupazione dell’Italia da parte dei nazisti e dei tedeschi. Per Pennacchi, che sintetizza in modo magistrale il dibattito storico che si è sviluppato intorno a questi eventi e alla loro interpretazione, l’otto settembre 1943, con la fuga del Re verso Brindisi, si ha la morte della patria, un evento drammatico. Proprio in quei giorni di grande smarrimento collettivo a Roma, con il nemico alle porte, viene costituito il Comitato di Liberazione Nazionale, in cui sono rappresentati i partiti antifascisti. La Battaglia di Porta San Paolo, con cui gli antifascisti opposero la loro resistenza alle truppe tedesche e all’invasore nazista, segna per Pennacchi la rinascita della patria nel sangue.
Con la costituzione della repubblica sociale di Salò, un governo fantoccio e illegittimo secondo lo scrittore, ebbe inizio la cruenta e terribile guerra civile. Pennacchi nel libro, mentre descrive gli eventi storici del periodo della guerra civile, osserva che il fascismo fino al 1938, secondo gli storici, ha goduto del consenso degli italiani, poiché è evidente che una minoranza non avrebbe mai potuto imporre la dittatura alla maggioranza. Nello stesso tempo evoca i momenti e le fasi che hanno trasformato Littoria in una città vera e propria, come quando il prefetto Pietro Giacone obbligò, durante il fascismo, i lavoratori, impiegati e professionisti della futura Latina a risiedere nelle case costruite dal regime.
Sono di grande rilievo storico le pagine che narrano la ferocia della guerra civile ed il ruolo che ebbero i partigiani nella Resistenza contro la brutale oppressione nazifascista. In primo luogo, Pennacchi constata che la maggior parte delle formazioni partigiane, le famose brigate Garibaldi, erano composte da militanti del partito comunista. In secondo luogo osserva e nota che vi furono anche formazioni partigiane cattoliche, liberali, azioniste, badogliane, e altre formazioni come l'organizzazione Franchi di Edgardo Sogno.
Molte erano le differenze ideologiche e politiche tra le varie e diverse fazioni impegnate nella Resistenza. Nel libro si ricostruiscono con ammirevole precisione i delitti di cui si resero responsabili alcuni partigiani comunisti contro quanti erano sospettati, pur facendo parte della Resistenza, di avere rapporti con gli esponenti della Repubblica Sociale Italiana. Il caso dei partigiani della Osoppo uccisi a Porzus dai comunisti - e fra di loro vi era il fratello di Pier Paolo Pasolini, Guido - è da questo punto di vista emblematico e significativo. Tuttavia si deve tenere presente che furono episodi isolati, che non possono essere addotti per privare di valore la lotta di resistenza e sminuire il ruolo esercitato dal movimento partigiano.
A questo proposito, in più parti del libro, Pennacchi indica che bisogna considerare la scansione cronologica, per spiegare la ferocia di alcuni atti di guerra commessi durante la guerra civile che divise in modo lacerante gli italiani. Alla ferocia dei repubblichini, che erano schierati a difesa di un governo illegittimo e genocida, fecero seguito le azioni militari dei partigiani, impegnati a liberare l’Italia dalla brutale oppressione nazifascista. Le pagine del libro La pelle di Curzio Malaparte spiegano l'origine della ferocia della guerra civile che divise gli italiani tra il 1943 e il 1945.
Con il ritorno di Togliatti dall’esilio si ebbe la svolta di Salerno, annunciata peraltro a Napoli. Togliatti era consapevole che alla conferenza di Teheran Roosevelt, Stalin e Churchill si erano già accordati per dividersi le aree geopolitiche, su cui avrebbero esercitato la loro influenza strategica. Per questo il leader comunista rinunciò alla rivoluzione in Italia e partecipò alla costituente con De Gasperi per la edificazione e fondazione della repubblica italiana.
A conclusione della guerra nel 1945, dopo l'uccisione di Mussolini e la sua amante Claretta Petacci, narrata in modo magistrale da Pennacchi nel libro, i Peruzzi, Paride, Statilio e Demostene ritrovano i loro parenti nel nord Italia, che non avevano voluto andare a vivere nell’agro pontino. In alta Italia Paride e Statilio Peruzzi decidono di mettere a fuoco e distruggere la villa del conte Zorze Vila, che nei primi anni del novecento aveva derubato i loro parenti degli animali, costringendoli ad accettare il podere offerto dal regime fascista a Littoria.
Dopo la guerra Diomede Peruzzi diventerà un ricco e importante imprenditore edile, ruolo che gli consentirà di costruire la Latina moderna, una città importante e sviluppata del nostro Paese. Questo di Antonio Pennacchio è un grande libro che narra come è nata l'Italia moderna, libera e democratica, senza tralasciare le sue innumerevoli contraddizioni e i suoi eterni e irrisolti problemi sociali.