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Don Chisciotte al Teatro dell'Opera di Roma. Il bianco futuro dei sogni
Al Teatro dell'Opera di Roma dal 22 aprile al 5 maggio 2010 è andato in scena Don Chisciotte, balletto con musica di Ludwig Minkus diretta da Marzio Conti e coreografia di Timur Fayzev con la collaborazione di Ludmilla Ryzhova.
Il balletto è stato presentato con un nuovo allestimento molto ben riuscito: le pittoresche scene dipinte sono di Francesco Zito e Antonella Conte. I costumi multicolori e appropriati, ispirati al folklore iberico sono di Francesco Zito con la collaborazione di Simona Norresi.
Il Don Chisciotte di Miguel Cervantes ha ispirato composizioni musicali, di vario genere, e balletti. La più antica coreografia giunta fino a noi è quella di Marius Petipa ideata nel 1869 per il Teatro Bol'šoj di Mosca. L' episodio dell'amore contrastato tra Basilio e Quiteria (Kitri), tratto dal Don Chisciotte, è la base su cui si sviluppa la coreografia fornendo così lo sfondo pittoresco ed esotico caro al pubblico dell'epoca. Questo è un classico balletto tardo-romantico basato sull'elegante tecnica accademica, cui si affiancano danze di carattere ispirate al folklore iberico, la tradizionale presenza dell'atto bianco con il sogno di Don Chisciotte e l'atto finale dedicato al puro divertissement che contiene il celebre pirotecnico passo a due.
La coreografia fu successivamente rivista nel 1900 da Alexander Gorskij, su questa tradizione si basa quella che abbiamo visto il 29 aprile realizzata da Timur Fayzev che, a nostro avviso, lasciando intatta la struttura base del balletto tardo-romantico, è assai godibile. La direzione di Marzio Conti della colorata ed effervescente musica di Minkus è stata efficace e appropriata.
Ekaterina Borchenko (primo cast) ha ben interpretato Kitri soprattutto nei primi due atti, ma è stata meno convincente nel terzo; Tamas Nagy, come Basilio, ha fornito un'interpretazione dignitosa ma fredda del personaggio. Manuel Parrucini è stato un ridicolo e divertente Gamash, il nobile spasimante di Kitri, e Gaia Straccamore è stata una deliziosa ed eterea Regina delle Driadi. Segnaliamo anche Cristina Mirigliano nel ruolo della ballerina di strada, Dalila Sapori in quello di Mercedes e Rebecca Bianchi in quello di Amore per la loro efficace interpretazione. Il Don Chisciotte è risultato un bello spettacolo anche grazie alla buona prestazione del Corpo di ballo del Teatro dell'Opera diretto da Carla Fracci, di cui ancora una volta non possiamo che evidenziare l'eccellente lavoro che ha portato i danzatori a un buon livello tecnico.
In questo contesto positivo ci sono alcuni fatti inquietanti che non possono non preoccuparci per il prossimo futuro. Non c'è stata la conferenza stampa per il balletto nonostante la nuova coreografia e il nuovo allestimento. Come dobbiamo interpretare questo atteggiamento che ci pare autolesionistico vista la caratura del balletto, e di disinteresse della Sovrintendenza e della direzione artistica? Nonostante le ripetute domande nelle precedenti conferenze stampa, il Sovrintendente Catello De Martino è stato evasivo su chi sostituirà Carla Fracci, attuale Direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera il cui contratto termina i 30 luglio 2010. Chiediamo a gran voce delle indicazioni anche al nuovo Direttore Artistico Alessio Vlad, sulla sostituzione che avverrà in estate durante la stagione alle Terme di Caracalla..
Il decreto legge firmato recentemente dal Capo dello Stato sulla riforma delle Fondazioni Liriche (conosciuto come decreto Bondi dal Ministro che l'ha elaborato), getta una luce sinistra su questi fatti. Quale sarà il futuro, se ci sarà, per il Corpo di ballo del Teatro dell'Opera? Cosa accadrà della Scuola di danza del Teatro dell'Opera ben diretta da Paola Jorio?
Non possiamo che deplorare con forza la sottovalutazione attuale, che ci pare innegabile, dell'importanza storica e artistica del balletto in Italia e dobbiamo sottolineare la nostra preoccupazione per il futuro della danza. Questa forma di espressione artistica, inoltre, è molto amata dal pubblico, anche giovane, che riempie le sale, e questa preferenza andrebbe rispettata.