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Festival del Cinema di Roma 2011. Trishna e Circumstance. L'Occhio sulle donne
Ho scelto due film che hanno molto in comune: prima di tutto l'Oriente poco sviluppato in tema di evoluzione sociale e di rapporti tra le classi, e soprattutto in modo particolarmente discriminatorio con le donne da controllare e non da amare, da sottomettere e non da desiderare. Meravigliose icone di una società che dovrà accettarle libere se vorrà arrivare al domani, Trishna e Circumstance sono l'occhio sul mondo del nostro pianeta.
Trishna. La tela della sottomissione
Questo film delicato e cruento allo stesso tempo di Winterbottom, si rifà molto lontanamente a Tess dei D'Uberville (1891) di Thomas Hardy, da cui riprende il conflitto sociale tra persone appartenenti in Trishna a caste diverse, ed alla volontà di sottomissione da parte dell'uomo sulla donna. La tragedia è dietro l'angolo anche se ci illudiamo all'inizio che lui la ami innocentemente, come sottolinea il sottotitolo del romanzo di Hardy: “Tess dei D'Urbervilles: fedele rappresentazione di una donna pura". Per mantenere la rispettabilità in India – come a Teheran, questo il motivo per cui ho scelto di associare queste due recensioni – non si deve amare che sotto contratto: quel matrimonio promesso e non mantenuto dal giovane e ricco Jay (Riz Ahmed) che prende prima a lavorare Trishna e poi la trasforma in un amante sottomessa e abusata. Una storia non solo orientale ma che in India si muta in una via senza scampo e senza diritti che, almeno sulla carta, qui esistono. Ottima la prova di Freida Pinto, già protagonista di Millionaire di Danny Boyle nel 2008.
Circumstance. Girotondo vigilato
Circostanza: oppure “caso”, questa parola determina la fine di una storia d'amore appena iniziata ma profonda che non ci immagineremmo possa aver luogo in Iran, soprattutto per il genere di chi è coinvolto. Ma dopotutto, a pensarci bene, forse sarebbe stata l'unica possibile, non determinata dai genitori che decidono i matrimoni, soprattutto di chi non ha rispettato le rigide regole di comportamento discriminatorio di qualsiasi diritto sulla libertà della persona di muoversi, agire, frequentare luoghi, esperire la vita. Atafeh e Shireen in un girotondo sensuale e travolgente si trovano in arresto per essere andate in discoteca o per aver accettato passaggi in macchina, denunciate da qualcuno di molto vicino che improvvisamente confuso sulla sua vita, ha deciso per la chiusura e la vigilanza: sugli altri. Ottima prova per l'opera prima di Maryam Keshavarz.