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Festival di Bregenz. La Carmen acquatica di Holten
Il Festival della cittadina medievale austriaca di Bregenz, o Bregenzer Festspiele, in originale teutonico, è un importante festival che ha come fantastico palco la Seebühne, ovvero il palcoscenico sull'acqua del Lago di Costanza. Per circa un mese la Carmen di Bizet, dal 19 luglio al 20 agosto, si è mossa fra le carte giganti volute dal danese Kasper Holten alla regia ed ideate dalla britannica Es Devlin alla scenografia, sospesa sull'acqua, e spesso inabissandosi nel Bodensee (la parte austriaca del lago) tra balletti e tuffi spettacolari.
Uno spettacolo per occhi e orecchie quello che si è svolto il 15 di agosto, fuochi d'artificio compresi, per la serata clou dell'estate sul lago di Costanza: il palcoscenico, è bene visitarlo anche prima della rappresentazione, per vedere effettivamente quanto è elaborata la scenografia (l'accesso è libero per tutti fino ad un'ora prima dello spettacolo) e per fare le foto di rito alle carte di Carmen che per l'ultima estate ha calcato le scene del lago.
Il cast tutto, ballerini compresi, si muove tra le carte sospese sull'acqua e gettate dalle due mani giantesche della zingara andalusa che ha stregato Don José col suo fascino gitano, senza requie né limiti. Inoltre ci sono stati anche degli stuntmen ed addirittura Cristina Pasaroiu (Micaela) che si è arrampicata con tantio di corda alle estreme altezze delle carte centrali sospesa nel vuoto.
La torrida Andalusia narrata da Georges Bizet nell'opera in quattro atti di Carmen, dove i caratteri forti degli abitanti si riflettono nella luce accecante dei paesaggi, è tratta dal racconto omonimo Carmen di Prosper Merimée, del 1845, il cui successivo libretto per il compositore fu opera di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Bizet, su commissione dell'Opéra Comique di Parigi dove avvenne la sua prima rappresentazione il 3 marzo del 1875.
Sul palco del lago di Bregenz, la verace Andalusia si traduce, secondo Holten, Devlin, le luci di Bruno Poet e le paraboliche ed immaginifiche proiezioni video di Luke Halls, in carte del destino, a cominciare dalle prime due che escono dalle mani di Carmen: amore e morte, riflesse poi nel rosso e nero delle carte e nelle due figure omonime dei tarocchi, gli amanti da una parte e la morte dall'altra. L'asllestimento è veramente incredibile anche nelle trovate per il cast che alla fine del primo atto vede la mezzosoprano francese Gaëlle Arquez, coraggiosissima, tuffarsi nell'acqua e nuotare per sfuggire ai poliziotti (ad una temperatura di circa 18 gradi nel lago). Cosìccome i ballerini e le ballerine che termineranno la coreografia splendidamente curata da Signé Fabricius anche loro in acqua grazie ad un inabissamento delle carte davanti, ripresi in video mentre danzano letteralmente tra i flutti.
Holten ha quindi costruito insieme alla Devlin prima di tutto, un vero apparato meccanico e mobile alto circa 30 metri ed ancora più largo - financo la sigaretta nella mano sinistra di Carmen si accende ed emette fumo - tale da far invidia ai musical di Webber. Le scene di Es Devlin - celebre per i video insieme a Luke Halls per Adele, Take That ed altri gruppi pop - hanno un fascino imprescindibile e sono arricchite da proiezioni dai mille colori, brillanti e simboliche come il sensuale rosa delle scene da Lillas Pastias ed in mezzo ai gitani. Rutilanti, vaporosi e fiammeggianti di colore i costumi ideati da Anja Vang Kragh, in pefetta sincronia con le scene, i video, la regia dinamica di Holten.
Il gusto per il pericolo richiesto all'intero cast, e che finirà per affogare Carmen per ben cinque minuti dentro l'acqua (non sappiamo come abbia fatto a respirare, forse nascosta dalla folta capigliatura), conferisce allo spettacolo una tensione continua che fa restare il pubblico con il fiato sospeso fino al termine della recita senza interruzione né noia.
Il cast poi non è da meno per caratura vocale e la Carmen maestosa e perfetta nel ruolo - mora, capelli lunghissimi, bella e violenta assieme nel guidare le sigaraie trasformate in donne delle pulizie in questo caso, verso la ribellione - di Gaëlle Arquez, che fa venire i brividi fin dalla celebre habanera L'amour est un oiseau rebelle, rallentata dal direttore Jordan de Souza rendendola ancora più struggente. Non di meno è nella sequedilla con Don José, che è interpretato dall'ammaliante ma debole tenore svedese Daniel Johansson, che mostra un personaggio manovrato completamente dall'andalusa; last but not least la soprano rumena Cristina Pasaroiu, dalla voce piena, dolorosa, sognante, come vuole la tenera fidanzata abbandonata Micaela. Il torero Escamillo è invece il basso-baritono inglese Andrew Foster-Williams, dalla bella voce ma che non ci ha coinvolti quanto le due primedonne, assolutamente struggenti nelle loro parti. Buone tutte le altre parti, dalla Frasquita di Léonie Renaut alla Mercédes di Marion Lebégue, fino al Lillas Pastia di Stefan Wallraven, solo per citarne alcuni.
Un plauso speciale va alla componente orchestrale dei Wiener Symphoniker che sono stati diretti in modo eccelso da Jordan de Souza, che ha esaltato ogni piccolo cambio di ritmo, di colore, di timbro di una partitura oltremodo difficile quanto orecchiabile: il pubblico di circa 7000 persone (tutto esaurito ogni sera) ha fatto scrosciare in applausi ripetuti e lunghi il pieno favore per uno spettacolo veramente unico tra i festival.
Il prossimo anno apre con il Rigoletto di Giuseppe Verdi il palcoscenico sull'acqua mentre alla Fespielehaus ci sarà di scena il Don Quichotte di Jules Massenet, a cominciare dal 17 luglio 2019,