GAM di Roma. Gli Anni Trenta ed il "momento felice"

Articolo di: 
Giulio de Martino
 Nino Bertoletti (Lamberto Natale)

La mostra Roma Anni Trenta. La Galleria d'arte moderna e le quadriennali d'arte (1931 - 1935 – 1939) si visita alla Galleria d’Arte Moderna in via Crispi 4 a Roma fino al 30 ottobre 2016. L’ha promossa Roma Capitale -Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e l’ha curata la Galleria d’Arte Moderna in collaborazione con la Fondazione La Quadriennale di Roma e con foto e filmati  dell’Istituto Luce-Cinecittà.

La mostra è dedicata alle origini della raccolta d’arte di cui è proprietaria la GAM: i dipinti in esposizione provengono, infatti, dagli acquisti di quadri effettuati dal Governatorato di Roma negli anni ’30. Durante il Ventennio fascista le Quadriennali d’Arte Nazionale erano le più importanti rassegne dell’arte contemporanea italiana. Si svolgevano al Palazzo delle Esposizioni a Roma allo scopo di mostrare come il regime non avesse soffocato lo sviluppo dell’arte nelle sue diverse tendenze, ma anzi l’avesse incoraggiato. Stando a quanto appurato dagli storici dell’arte, il Fascismo non alterò drasticamente l’evoluzione della pittura, come sarebbe, invece, accaduto in Germania. Il rapporto fra arte e potere non fu quindi a senso unico e neppure scopertamente ideologico. Anzi: proponendosi come il prosecutore e l’innovatore dell’identità nazionale, il Fascismo favorì il lavoro artistico (anche nel cinema, nella musica, nella letteratura) purché non confligesse esplicitamente con il suo progetto politico e ideologico. Per questo si può parlare degli anni ’30 come di un “momento felice” e di un grande fervore degli artisti incoraggiati dalle occasioni espositive e dagli incentivi economici erogati, con una sorta di mecenatismo di stato, a fini di consenso. Le prime tre edizioni della “Quadriennale” del 1931, del 1935 e del 1939 – quelle svoltesi sotto l’egida del Fascismo – consentirono, in ogni caso, acquisizioni di pregio.

Roma, nelle intenzioni di Mussolini, doveva acquisire nuovo prestigio come capitale della cultura e dell’arte. La Quadriennale d’arte si proponeva la razionalizzazione delle iniziative espositive sul territorio e si svolgeva attraverso un sistema di comitati e di giurie coordinato da Ciriano Efisio Oppo. L’idea era di concentrare le energie più rappresentative dell’arte italiana in un’unica grande esposizione nazionale in raccordo tra le mostre provinciali e regionali - organizzate dai sindacati artistici - collegata all’appuntamento internazionale della Biennale di Venezia. La Galleria di Opere Moderne - inaugurata nel 1925 a Palazzo Caffarelli - fu ribattezzata nel 1931 “Galleria Mussolini”. Fu proprio la Galleria Mussolini che attuò, per conto del Governatorato di Roma, una campagna di acquisti presso le Quadriennali di circa  trecento opere confluite poi nelle raccolte della GAM.

Oggi, accanto ad alcune opere della Fondazione La Quadriennale, si possono vedere in un’apposita sala, i contemporanei filmati di propaganda dell’Istituto Luce. L’intenzione è didattica: fornire ai visitatori uno spaccato della biopolitica fascista degli anni Trenta per comprendere quanto avveniva nella Capitale a livello urbanistico, architettonico e politico in parallelo con gli sviluppi artistici. Osserviamo che il nesso fra “arte” e “politica” resta estrinseco e che la connessione fra le adunanze fasciste e la pittura del tempo – rivolta spesso all’intimismo e all’estetismo – è piuttosto vaga. Ciò è dovuto alla selezione operata dai curatori che hanno evitato di esporre le opere più pacchiane e retoriche, ma è dovuto anche ad un elemento storico. Il Fascismo non si propose prioritariamente con un programma di censure e di prescrizioni estetiche. Mentre in Germania, con il Nazismo, l’alternativa drastica fra l’inibizione della funzione pubblica dell’arte e la strumentalizzazione dei linguaggi artistici produsse operazioni scopertamente ideologiche, il segno impresso dal potere fascista sull’arte fu piuttosto di tipo produttivistico (pensiamo alla decorazione e alla estetizzazione di spazi e oggetti) e solo latamente nazionalista. In ogni caso si trattò di una “unione di fatto” fra arte e potere che è stata opportunamente rimossa dall’articolo 33 della Costituzione repubblicana che proibisce ogni intrusione politica – positiva o negativa che sia – nella vita artistica e culturale.

La mostra della GAM propone una selezione di circa 120 opere delle prime Quadriennali e, con esse, un panorama delle tendenze dell’arte italiana degli anni Trenta: dalla metafisica al futurismo, del post-cubismo al post-impressionismo, dal classicismo al realismo. L’apparato documentario, fotografico e filmico ricostruisce il clima del decennio. Cataloghi, rassegne stampa,  lettere e documenti illustrano le trasformazioni urbanistiche e l’architettura. L’allestimento non rispetta una sequenza cronologica, ma procede per temi: I grandi maestri e le nuove generazioni; I futuristi; Gli italiani a Parigi, La mostra postuma di Scipione, Il tonalismo e la scuola romana, La grande scultura, Il novecento e le scuole regionali. Accanto a Felice Casorati, Mario Sironi, Felice Carena, Scipione, Mario Mafai, Emanuele Cavalli, Giuseppe Capogrossi si vedono dipinti di Renato Guttuso, Enrico Prampolini, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Gino Severini. Sono in mostra anche dipinti finora mai esposti come il Tribunale tigrino di Domenico Belli, gli encausti di Alberto Salietti e Le spose dei Marinai di Massimo Campigli. Per la scultura si vedono i capolavori di Arturo Martini, Il pastore e di Marino Marini La bagnante, primi premi alle manifestazioni del 1931 e del 1935. La conclusione della mostra coinciderà con l’apertura della 16° Quadriennale d’arte al Palazzo delle Esposizioni da ottobre 2016 a gennaio 2017.

Pubblicato in: 
GN26 Anno VIII 12 maggio 2016
Scheda
Titolo completo: 

ROMA ANNI TRENTA. LA GALLERIA D’ARTE MODERNA E LE QUADRIENNALI D’ARTE 1931 - 1935 - 1939
Galleria d’Arte Moderna di Roma
Via Francesco Crispi, 24

24 marzo – 30 ottobre 2016

Orari
Da martedì a domenica ore 10.00 - 18.30
24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00
L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura; lunedì chiuso

Promossa da
Roma  Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
A cura di
Per la Galleria d’Arte Moderna: Arianna Angelelli, Maria Catalano, Federica Pirani, Gloria Raimondi;
per la Fondazione La Quadriennale: Assunta Porciani; Alessandro Sandorfi
per l’Istituto Luce-Cinecittà: Maria Gabriella Macchiarulo; Roland Sejko
Fondazione La Quadriennale di Roma; Istituto Luce-Cinecittà

Prestiti documentari
Accademia Nazionale di San Luca, Roma
Archivio Centrale dello Stato, Roma
Archivio Ernesto Puppo, Buenos Aires
Archivio Storico Capitolino, Roma
MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
MACRO, Roma

Organizzazione Zètema Progetto Cultura