Supporta Gothic Network
Il grandioso Credo di Cherubini. Un lungo pellegrinaggio dell'anima
Per la 65° Sagra Musicale Umbra, il 17 settembre 2010, nella splendida cornice dell'Abbazia di San Nicolò a San Gemini, i Philippine Madrigal Singers diretti da Mark Antony A.Carpio hanno eseguito il Credo di Luigi Cherubini che raramente viene proposto nelle stagioni dei concerti.
La University of the Philippines Madrigal Singers è un complesso nato in ambito universitario, che ha vinto molti premi tra cui il Gran Premio Europeo di Canto Corale ben due volte. Dobbiamo a questi ragazzi la possibilità di aver goduto dell'ascolto di questo capolavoro di Cherubini, in quanto come ci ha detto Alberto Batisti, direttore artistico della Sagra Musicale Umbra, altri complessi interpellati avevano rifiutato di cantare questo brano che presenta notevoli difficoltà proprio nella sua resa esecutiva.
La composizione del Credo in sol maggiore a 8 voci - doppio coro - con organo, iniziò nel 1778 e terminò nel 1806, ventotto anni che testimoniano il legame profondo tra il musicista e la sua composizione. La felice scelta di Alberto Batisti di farlo eseguire è un ottimo modo di celebrare i 250 anni della nascita di questo straordinario artista, ammirato da musicisti come Beethoven, Schumann, Brahms e Bruckner.
A diciotto anni Cherubini, finanziato dal Granduca di Toscana, poté andare a studiare a Bologna con Giuseppe Sarti uno dei maggiori conoscitori dell'epoca di contrappunto antico. Cherubini considerò sempre lo studio del contrappunto basilare per la composizione musicale come testimonia questa composizione. Il Credo si apre con una scrittura musicale che evoca la Polifonia di Palestrina. La scrittura musicale diviene incisivamente drammatica in Et incarnatus est e nel Crucifixus dolente ed emozionante per sfociare in uno scintillante Et resurrexit.
Cherubini sottolinea il testo con la sua musica incisiva e piena di soluzioni come il canone di Et iterum venturus est ed il canone inverso di Qui ex Patre Filioque procedit oppure il sottolineare Et una sanctam catholicam con un canto grave all'unisono. Il finale Et vitam venturi saeculi. Amen è di una travolgente bellezza sonora; una fuga grandiosa di 240 battute di incredibile difficoltà che ha commosso ed entusiasmato il pubblico presente.
Nel programma del concerto c'è stata anche l'esecuzione di Talismane (Talismani) di Robert Schumann su una poesia di Wolfgang Goethe, brano conclusivo dei quattro Gesänge op.114 per doppio coro, una composizione impegnativa per la parte contrappuntistica e con affascinanti sonorità. Il coro ha anche eseguito composizioni contemporanee tra cui quella del compositore filippino John August Pamintuan: De Profundis tratto dalla raccolta Poema del Cante Jondo di Federico Garcia Lorca, che esprime efficacemente il contenuto doloroso di questo testo tragico dedicato all'Andalusia.
Il concerto ha avuto un grande successo grazie alla bravura dei Philippine Madrigal Singers che associano precisione e bellezza del canto ad una versatilità eccellente in composizioni di epoche e stili diversi. La collaborazione con la Fondazione “Guidod'Arezzo” si è rivelata ancora una volta assai proficua come dimostra anche l'eccellente concerto con il coro Grex Vocalis di Oslo diretto da Carl Høgset offerto gratuitamente nello splendido Duomo di Orvieto il 19 settembre.
Questo coro ha un vasto repertorio che va dal Rinascimento agli autori contemporanei in cui si muove con grande eleganza. Nel loro programma infatti hanno presentato brani di Giovanni Pierluigi da Palestrina: il mottetto a 4 voci Sicut cervus e il Kyrie a 6 voci dalla Missa Papae Marcelli che hanno eseguito con grande precisione e morbidezza del canto. Particolarmente intensa è stata l'esecuzione dei brani di Mendelssohn, Brahms, Grieg e tra i brani contemporanei segnaliamo di Sverre Bergh And Death shall have no Dominion su testo di Dylan Thomas la cui musica espressiva esalta la profondità del testo poetico. Il coro poi ha terminato il concerto percorrendo la navata centrale per poi dividersi e uscire da quelle laterali cantando soavemente Ave maris stella di Grieg; una conclusione di grande suggestione che il Grex Vocalis ha offerto con il suo stile di canto impeccabile, e intensamente coinvolgente.