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Innsbrucker Festwochen 2023. L'indisciplinata Semenzato ad Ambras
La 47° edizione del Festival di Musica Antica di Innsbruck, svoltasi dall'11 luglio al 29 agosto 2023, è stata l'ultima stagione con il direttore artistico Alessandro De Marchi e si è configurata tutta vivaldiana, come dicevamo nell'approfondimento dedicato a Juditha Triumphans: ebbene, anche l'incipit di questo concerto del 26 agosto al Castello Ambras di Innsbruck, trae titolo ed ispirazione da lui, poichè Die Ungezähmten (L’Indisciplinata)si riferisce alle ospiti femminili dell'Ospedale della Pietà, da sempre luogo pedagogico di Antonio Vivaldi.
Con il soprano Giulia Semenzato alla voce, guidata da Francesco Corti al clavicembalo ed alla direzione, con l'Orchestra del Teatro svedese Drottningholm, ascolteremo brani da Giovanni Porta, Nicola Porpora, Amdrea Bernasconi e, naturalmente, Antonio Vivaldi.
Giulia Semenzato presenta una voce morbida e piena e nel 2014 si è classificata seconda al concorso di canto Cesti e due anni dopo ha ottenuto un grande successo nell'opera di Cimarosa "Il matrimonio segreto": abbiamo anche un suo cd, per confrontare con l'incisione il suo canto dal vivo: edito da Alpha Classics titola Angelica Diabolica, con la Kammerorchester Basel, ha completato una kermesse di brani di Luigi Rossi, Nicola Porpora, Bernardo Sabadini, Agostino Steffani, Georg Friedrich Händel, Carlo Francesco Pollarolo.
In principio abbiamo citato Juditha Triumphans, in quanto l'oratorio è stato scritto per l'orfanotrofio Ospedale della Pietà di Venezia, che, in quanto sede di eventi musicali molto apprezzati, era un centro di attrazione per molti visitatori di Venezia, come Goethe o Rousseau. L'oratorio non era stato concepito per essere messo in scena. Solo le donne e le ragazze si esibivano nell'Ospedale della Pietà e le voci esclusivamente femminili del coro potevano essere ascoltate solo dietro le sbarre: alle donne non era permesso mostrarsi in pubblico. Questa caratteristica ha fatto sì che molti talenti naturali vocalmente, non sono nemmeno stati conosciuti, essendo, quella all'Ospedale della Pietà, una vita rigidamente regolata, semimonastica: le "putte", così venivano appellate le fanciulle all'interno, spesso erano "indomite", come si può anche tradurre il titolo del concerto, Die Ungezähmten. Queste "figlie del coro" dimenticate sono presentate dal discobolo vocale di Giulia Semenzato scegliendo dalla musica scritta da compositori che vi lavoravano intorno alla metà del XVIII secolo come insegnanti di canto, tra cui Nicola Porpora con il suo dolcissimo Salve Regina (1742) in sol maggiore per soprano, due violini, e basso continuo.
L'accordo estremo tra i musicsti, il soprano ed il direttore cembalista Francesco Corti, è palpabile dall'nizio: la Sinfonia in re maggiore (1725-35) per due oboi, archi e basso continuo di Giovanni Porta che conduce al mottetto Volate Gentes, fluttua sulla mestizia leggera per diventare riflessivo con l'intervento del soprano. Le corna di cervo appese tra i ritratti dei discendenti di Ferdinando II ed i magnifici trompe l'oeil alle pareti distolgono lo sguardo, rendendo meditativi gli ultimi passi prima dell'Alleluja ravvicante.
La Sonata in do maggiore per violino, oboe, organo e basso continuo, RV 779 (1709-10) di Antonio Vivaldi accarezza da subito col suo Andante, così come negli altri movimenti, in particolare nel cantabile e nell'allegro. L'altro brano da Vivaldi, il Concerto in re minore per due oboi, archi e basso continuo (1724), appartiene al novero dei concerti doppi: oltre a sperimentare le più diverse miscele timbriche, Vivaldi scrisse molti concerti impiegando una coppia di strumenti uguali, in questo caso sono gli oboi eccellenti di Rodrigo Gutiérrez e Miriam Jorde Hompanera.
Il concerto è stato scritto nella maturità, ed è strutturato nell'antica forma della sonata da chiesa, ossia con un movimento lento introduttivo. Gli oboi qui si alternano quasi sempre in coppia al lavoro dei ripieni, echeggiando la desueta forma del concerto grosso e conferendo alla struttura una forza scultorea singolare cui i musicisti conferiscono notevole sottolineatura.
Andrea Bernasconi, noto per La clemenza di Tito col libretto di Pietro Metastasio, dopo la stagione all'Ospedale della Pietà vivaldiano, è vissuto a Monaco di Baviera dove fu vice-Kapellmeister al servizio di Massimiliano III, diventando, alla scomparsa di Giovanni Porta, ufficialmente Kapellmeister, nel 1755. Del compositore, l'ensemble ha scelto di presentare il mottetto "Cessate Irae furores" in re maggiore: qui il Maestro Francesco Corti esercita un piglio particolarmente energetico ed attento al fraseggio, mentre la voce caudata e profonda di Semenzato si tinge di vibrazioni innervando emozioni trascinanti nel pubblico.
Gli scroscianti applausi del pubblico conducono ad un bis acclamatissimo da Giovanni Porta. Una serata tra il giardino del Castello Ambras, la presentazione dell'ultima mostra nel foyer ed una levià di cui si sente la necessaria carezza.