IUC. L'angoscia dell'influenza. Bach, Schumann e Grieg visti da Pletnev

Articolo di: 
Teo Orlando
Mikhail Pletnev

La stagione concertistica della IUC (Istituzione Universitaria dei Concerti) presso l'Aula Magna della Sapienza di Roma ha ripreso il suo corso sabato 18 gennaio 2025 con un evento d'eccezione: l'esibizione del pianista russo Mikhail Pletnev. Questo appuntamento, che si colloca nell'ambito della programmazione dell'ottantesima stagione, ha saputo coniugare raffinatezza musicale e profondità interpretativa, lasciando il folto pubblico entusiasta e pienamente appagato.

Mikhail Pletnev è una figura poliedrica del panorama musicale internazionale: coniuga in modo mirabile il talento di un pianista straordinario, la capacità di direttore d'orchestra di fama mondiale e, cosa ormai molto rara e difforme dalle classificazioni convenzionalit, l'originalità di compositore di musica "colta". La critica internazionale lo celebra per le sue doti tecniche e la sua capacità di esplorare nuove dimensioni sonore. Il quotidiano tedesco Die Welt descrive il suo approccio come una combinazione di "virtuosismo meraviglioso" e "brillante ingegnosità", aggiungendo che la sua doppia veste di pianista e direttore d'orchestra sembra arricchire il suo stile di esecuzione alla tastiera di una prospettiva quasi sinfonica, capace di far vibrare ogni nota di risonanze inaspettate.

Il programma del concerto, finemente bilanciato, riguardava Johann Sebastian Bach, Robert Schumann ed Edvard Grieg: autori molto diversi, appartenenti il primo all'epoca barocca, il secondo al pieno romanticismo e il terzo alla temperie tardo-romantica. Eppure, c'è un fil rouge che lega i tre autori, nonostante la loro volontà di essere unici. Soprattutto negli ultimi due, infatti, agisce quella che il grande critico Harold Bloom ha chiamato "the anxiety of influence", l'angoscia dell'influenza: si tratta del conflitto psicologico che attanaglia gli aspiranti musicisti per superare l'ansia posta dall'influenza dei loro antecedenti. Del resto, all'interno della storia della musica "colta" europea, nessun compositore è mai slegato dal passato: i modelli a cui guardare determinano poi le coordinate stilistiche in cui esplicitare la propria attività creativa. Come ha sottolineato Carl Dahlhaus, la tradizione poggia sempre su una continuità ininterrotta che è simile a una catena che non si spezza. Sicché, nonostante l'angoscia dell'influenza, la poetica di tutti e tre i musicisti è caratterizzata da un meccanismo di lunga durata che permette di congiungerli seguendo una sorta di piano scorrevole lungo il quale "rotola" il loro repertorio.

Il concerto si è aperto con una selezione di Preludi e Fughe di Johann Sebastian Bach, tratta dal Clavicembalo ben temperato. Pletnev ha offerto una lettura luminosa e strutturalmente impeccabile, evidenziando non solo il rigore contrappuntistico del compositore barocco, ma anche le sfumature emotive che spesso restano nascoste sotto la superficie di queste opere: come rilevò Alfredo Casella, il motivo di fanfara del Preludio e Fuga in re maggiore ricorda i tratti sfumati dei dipinti di Brueghel. Ogni fraseggio è curato con meticolosità, e il tocco del pianista nato ad Arcangelo nel 1957 sembra modellare il suono con una precisione quasi scultorea. L'esecuzione ha permesso di cogliere quella "voce interiore" che rende Bach un compositore eterno e universale.

Il cuore del concerto è stato senza dubbio la Kreisleriana op. 16 di Robert Schumann, una delle opere più affascinanti e complesse del repertorio romantico. Peraltro, uno dei motivi per cui Schumann viene considerato in qualche modo il vero caposcuola del romanticismo in musica è il suo ricorso a fonti letterarie e filosofiche di quell'epoca. E qui questo ricorso avviene tramite l'evocazione di un personaggio fittizio, ossia Johannes Kreisler, un immaginario Kapellmeister, compositore e direttore d'orchestra bizzarro ed inquietante, che compare nell'opera Phantasiestücke in Callots Manier di E. Th. A. Hoffmann (1776-1822).

Qui Pletnev ha dato prova del suo straordinario talento interpretativo, trasportando il pubblico in un viaggio tra i tumultuosi paesaggi emotivi dell'universo schumanniano. Con una tecnica impeccabile e una sensibilità fuori dal comune, il pianista ha esplorato le polarità che animano l'opera: estasi e malinconia, impeto e riflessione, sogno e realtà. Ogni sezione della Kreisleriana è stata resa con una narrazione intensa e coinvolgente, capace di catturare l'attenzione del pubblico dal primo all'ultimo istante. In particolare, il primo brano (Äusserst bewegt) si è rivelato un turbine magmatico, interrotto solo dalla più calma sezione centrale, di grande serenità. Mentre l'epilogo (Schnell und spielend) si è sviluppato con toni lugubri e minacciosi, alludendo alla follia che ingoia l'Io del personaggio di Hoffmann.

La serata si è conclusa con una selezione dai Pezzi Lirici di Edvard Grieg, un omaggio alla tradizione nordica e al suo lirismo inconfondibile. Pletnev ha saputo restituire tutta la delicatezza e la poesia di queste miniature musicali, peraltro esplicitamente ispirate a Schumann, se non altro per la forma breve e frammentaria. Pletnev ha suonato i pezzi in modo ispirato, quasi avvertendo la profonda connessione con i paesaggi naturali e le atmosfere intime della Norvegia, per alcuni versi simili a quelli russi, a lui ben noti. Il tocco morbido e la capacità di Pletnev di cogliere le sfumature più sottili hanno conferito a ogni pezzo un senso di freschezza e autenticità, chiudendo il concerto con una nota di struggente bellezza.

L'intero evento è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico, che ha tributato al maestro lunghi applausi e richieste di bis, soddisfatte con un'ulteriore esecuzione dal repertorio di Grieg. L'arte di Pletnev non si limita a una mera esibizione di abilità tecnica; ogni sua interpretazione sembra scavare nell'essenza stessa della musica, rivelandone il cuore pulsante e toccando corde profonde nell'ascoltatore.

Pubblicato in: 
GN12 Anno XVII 25 gennaio 2025
Scheda
Titolo completo: 

IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti, per il ciclo Calliope presenta:
Mikhail Pletnev in concerto

18 Gennaio, 2025    
17:30
Aula Magna Rettorato LaSapienza
Piazzale Aldo Moro, 5, Roma, 00185, Lazio
 
Programma

Johann Sebastian Bach Preludio e Fuga n. 5 in re maggiore BWV 874
Johann Sebastian Bach Preludio e Fuga n. 16 in sol minore BWV 861
Johann Sebastian Bach Preludio e Fuga n. 15 in sol maggiore BWV 884
Johann Sebastian Bach Preludio e Fuga n. 22 in si bemolle minore BWV 867 (da Il clavicembalo ben temperato I e II)

Robert Schumann Kreisleriana op. 16

Edvard Grieg Selezione da Pezzi Lirici op. 12, op. 38, op. 43, op. 47, op. 54, op. 57, op. 62, op. 71