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Londra. Chris Bracey la religione della notte
La mostra personale di Chris Bracey attualmente in corso alla Scream Gallery a Fitzrovia, Londra fino al primo giugno, é una di quelle speciali che abbracciano il lavoro di una vita, nel senso che sono il risultato di tutte le esperienze e degli alti e bassi che l’artista ha attraversato per diventare chi é.
Chris Bracey é un’artista che produce opere originali e vistose: sono sculture al neon, create usando riferimenti alla pop art, alla music rock e pop, ai mondi alternativi della body art e della vita notturna di Soho, coinvolgendo religione, sesso e rock’n’roll in un’originale serie di installazioni illuminate. Il suo é spesso un lavoro di contorno, é un’artista che lavora sullo sfondo di altri e arricchisce le loro visioni e le loro scenografie, ma che produce anche delle splendide ed evocative sculture di luci.
E’ una mostra che si nota e che si ricorda. Sen’zaltro per l’approccio poco conformista, ma anche per la storia del nostro protagonista, creatore di installazioni speciali di luci per il cinema (ha lavorato per Tim Burton e Stanley Kubrick, tra gli altri), per artisti fotografici e creatori di moda (David LaChapelle e Vivienne Westwood, per esempio)usando spesso luci riciclate da vecchi luna park in disuso, dando ai suoi lavori un legame piú profondo con la nostra storia.
I suoi lavori sono ricchi di citazioni pop e addirittura usano il linguaggio e i testi di gruppi musicali popolari ma di culto come Depeche Mode e Smiths.
Da sempre coinvolto nel mondo scintillante dei parco di divertimenti e di insegne luminose tramite il padre che faceva lui stesso insegne al neon, Bracey ha abbracciato la parte kitsch del suo background, rinvigorendo locali e negozi con le sue interpretazioni colorate.
La mostra si apre con un’installazione specifica per la Scream Gallery: un’insegna a forma di spada al neon che sfascia la vetrata d‘ingresso e attarversa un cuore. All’interno, molto kitsch appariscente e bellissimo, con icone religiose un po’ blasfeme come il Gesú con le pistole, e la Madonna con la scritta “on air” (“in onda”, anche il sacro ha potenziale mediatico).
Le parole in stili diversi che compongono “Shine a light in the darkness of your soul” (parole di Martin Gore), sembrano piú che altro pubblicizzare un sex shop, ma offrono una dicotomia interessante che apre l’artista alla lettura a diversi livelli. Il titolo stesso della mostra ci espone l’artista come sopravvisuto ai suoi stessi eccessi: ”I have looked up to heaven and been down to hell” la dice lunga su uno stile di vita colorito e molto rockettaro.
Le icone religiose e quelle di una moderna cittá che vive di notte, illuminata dalle sue insegne provocatorie rendono questa mostra una delle piú interessanti e vivide nel panorama galleristico londinese del momento.