Supporta Gothic Network
MACRO di Roma. Nuova ala con effetto Farfalla
Sembra di entrare in uno spazio senza un vero divisorio perché anche a vederle attraverso il vetro loro ruotano, svolazzano, irradiano colori frammisti a venature quasi tissutali, tanta è la loro ricchezza, rispetto a creazioni umane che, imitandole, ne danno solo una parvenza. Le farfalle all’interno dello spazio creato da Bik Van der Pol e intitolato Un battito d’ali per la città, la casa di farfalle, inaugura la nuova ala del MACRO di Roma insieme ad Enel Contemporanea fino al 16 gennaio 2011 e visitabile con accesso gratuito.
Enel ha premiato il progetto che manifesta una simbiosi ecologica con l’ambiente, insieme al pieno rispetto delle regole affidato all’entolomologo Enzo Moretto ed alla sua squadra di biologi del Centro ButterflyArc di Padova.
L’intera nuova ala inaugurata il 3 dicembre 2010 al MACRO dal Sindaco Giovanni Alemanno insieme ad Odile Decq che ha terminato i suoi lavori e lascerà Roma, è opera del duo formato da Liesbeth Bik e Jos Van der Pol, si intitola Are you really sure that a floor can’t also be a ceiling? (Sei sicuro che un pavimento non possa essere anche un soffitto?), riferendosi all’estrema compenetrazione e inedita trasformazione dell’ambiente operata nel MACRO come nel coevo MAAXI. Quasi tutti gli spazi ed i collegamenti tra loro sono sia pavimento sia soffito: come nel caso della grande terrazza (il tetto dell’edificio) che sovrasta gli spazi e accoglie i visitatori nel secondo spazio ristorazione.
Di chiarissima ed evidente ispirazione per il progetto di Bik Van der Pol la Farmsworth House (Plano, Illinois) del 1951 costruita dal conterraneo olandese Mies van der Rohe. Il farfallario rettangolare bianco e trasparente di Bik Van der Pol, è sopraelevato similmente ad una bassa palafitta, dove si può ammirare la falena più grande del mondo, proveniente dalla Malesia – del diametro di circa 20 centimetri -, e dal nome di Cobra o Atlante. Le farfalle cerulee morfo-amazzioniche oppure le farfalle blu della specie papillo, che provengono anch’esse, come la falena Cobra dalla Malesia, e si muovono liberamente sotto luci ecologiche ed alla frequenza di 6000 gradi Kelvin (quelle di una giornata di sole) che loro sopportano, mentre di notte vengono spente per le dodici ore necessarie al loro riposo.
Entrare nella casa delle farfalle è un’esperienza cromaticamente densa: oltre alla temperatura caldo-umida particolarmente piacevole in questo periodo, il gioco dell’attrazione delle farfalle atraverso i colori delle piante e dei fiori è amplificato anche dalle biglie di vetro colorate poste vicino al nutrimento delle farfalle per studiarne le reazioni al colore. Vicino alle biglie si trovano dei fiori finti che accolgono il nettare necessario al nutrimento delle farfalle (la stagione invernale è povera dal punto di vista nutritivo), insieme allo zucchero sulle arance poste nelle vicinanze per permettere loro di approvvigionarsi di zucchero.
Abbiamo inoltre chiesto, a proposito di queste vite così labili e brevi connaturate alle farfalle, se i due olandesi Bik Van der Pol, avessero pensato a quanto la farfalla fosse legata al mito della morte e della rinascita e loro mi hanno risposto che erano felici di questa domanda perché nessuno gliela aveva posta. Hanno risposto che: “La vita della farfalla – sebbene duri pochi giorni – passa attraverso stadi e forme differenti: dall’uovo, al bruco alla pupa ed infine alla farfalla formando un ciclo che ricorda il ciclo della vita ma anche quello della rinascita.” Ricordiamo che il ricambio di farfalle sarà di circa 400 e le prossime nasceranno direttamente dentro il farfallario del MACRO per costituire un nesso ancora più unitario con la mostra ed i suoi ospiti.