Supporta Gothic Network
Mittelfest 2014 Redipuglia. Histoire du Soldat e Wiener Klassik
A cento anni dallo scoppio dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, la parte musicale del Mittelfest di Cividale del Friuli, già anticipata dal Concerto a Redipuglia con il Requiem di Verdi del 6 giugno scorso diretto da Riccardo Muti, non poteva che aprirsi il 19 luglio 2014 con una delle più celebri parodie del militarismo del '900: l'Histoire du soldat, storia da leggere, recitare e cantare in due atti, un'opera da camera composta nel 1918 da Igor Stravinskij su libretto di Charles-Ferdinand Ramuz.
Protagonisti dell'evento che ha riempito l'antica chiesa di San Francesco, sono stati il gruppo strumentale formato da Stefano Furini al violino, Angelo Colagrossi al contrabbasso, Marco Masini al clarinetto, Matteo Rivi al fagotto, Domenico Lazzaroni al trombone, Massimiliano Morosini alla tromba e Fabian Perez Tedesco alle percussioni. La voce recitante è quella di Massimo Somaglino.
D'ispirazione faustiana (il buon soldato Joseph baratta, anche se inconsapevolmente, la propria anima col diavolo in cambio di ricchezze, anche se poi cerca di fare marcia indietro, ma senza riuscirci), l'Histoire rappresenta una delle opere più geniali del '900 e segna un deciso cambio di passo rispetto alla precedente produzione dei Ballets Russes perché si apre alle più svariate esperienze musicali del secolo scorso, dal ragtime al tango, dal pasodoble al valzer viennese, dalle fanfare ai corali di Bach, dandoci così la cifra del successivo eclettismo stravinskijano.
Pagina illuminata dall'interpretazione di un gruppo di strumentisti di grande livello, su tutti il violinista Stefano Furini, che ha saputo ben supportare la recitazione di Somaglino eseguendo senza sbavature quest'impegnativa opera. Per non parlare del vero protagonista, l'attore Massimo Somaglino, che riesce a rendere uno Stravinskij di grande fascino grazie ad una incredibile capacità di immedesimarsi nei vari personaggi della vicenda con incredibile abilità mimetica.
Gruppo di interpreti di grande qualità, quindi, per un'Histoire scintillante e di grande bellezza, che ha saputo strappare all'esigente pubblico del Mittelfest prolungati e sentitissimi applausi.
Wiener Klassik und Moderne, il concerto che il 20 luglio, secondo giorno del Mittelfest, ha riempito la chiesa di San Francesco e che ha visto protagonista la giovanissima orchestra (alcuni esecutori erano poco pù che adolescenti) Camerata Salzburg diretta dal violoncellista Enrico Bronzi, era incardinato su due topos della musica colta: la danza e la città di Vienna. Il programma era infatti articolato su autori che storicamente appartengono alla prima scuola di Vienna come Mozart e Haydn ed altri che invece rientrano, secondo gli storici, nella seconda scuola di Vienna come Arnold Schönberg e Anton Webern, per finire con un Franz Schubert che possiamo considerare come il depositario più autentico dello spirito viennese ottocentesco.
Non c'è però solo la viennesità a identificare in maniera forte questo appuntamento, ma anche la danza, che tanta parte ha avuto nella connotazione dello "stile", anche di vita, viennese. La scelta del programma è infatti un affascinante florilegio di brani che vanno dal Ländler, una danza contadina precorritrice del valzer che Mozart usò come forma ispiratrice dei suoi Sechs ländlerische Tänze KV 606 presentati dai Camerata Salzburg in apertura di concerto, ai 10 Waltzer für Kräfting di un giovanissimo Arnold Schönberg ancora tardo romantico, non ancora pervenuto alle vette di astrazione del suo futuro metodo dodecafonico. A essi la Camerata Salzburg accosta brani in cui la presenza della danza è più nello spirito che nella forma espressamente dichiarata, come il Concerto in do maggiore per violoncello e orchestra Hob. VIIb:2 di Franz Joseph Haydn che vede Bronzi nella duplice veste di direttore e virtuoso violoncellista, i rarefatti, ma affascinanti, Fünf Stücke op. 5 per archi di Anton Webern e la splendida Sinfonia n.6 in do maggiore D589 di Franz Schubert che conclude il programma.
Programma di grande peso specifico che i Camerata Salzburg eseguono con estrema precisione, bel suono e musicalità. Doti che i giovanissimi esecutori riescono, grazie anche alla bellissima direzione di Enrico Bronzi, a spalmare su tutti i brani proposti, esaltando l'humor mozartiano, le asperità tardo romantiche schönberghiane, le astrazioni quasi metafisiche di un Weber e la giocosità schubertiana. Enrico Bronzi poi dà all'esecuzione dei suoi giovani virtuosi quel quid in più che ne rende l'esecuzione trascinante, come dimostrato dagli applausi entusiastici del pubblico. Quid in più che si eleva all'ennesima potenza nel Concerto di Haydn in cui Bronzi mette in mostra un virtuosismo raro basato su un suono di grande bellezza, una tecnica di stupefacente politezza e una musicalità profondissima. Doti che suscitano il plauso del pubblico e che convincono il giovane virtuoso a concedere un graditissimo bis con un Adagio di Haydn.