Newton Compton. Continua la saga sulle dinastie di Matteo Strukul

Articolo di: 
Elena Romanello
corona

Matteo Strukul continua a raccontare le vicende delle case reali del Rinascimento italiano, con il secondo capitolo della saga delle Sette dinastie, La corona del potere. Continuano quindi intrecci e vicende da far invidia alle casate dei Sette Regni di George R. R. Martin, con la differenza che queste sono storie realmente accadute, in un'epoca che di solito si studia malvolentieri a scuola ma che è tutta da scoprire.

Dopo l'epopea dei Medici, dai fasti alla decadenza con le due regine in terra straniera Caterina e Maria, Matteo Strukul si confronta con le varie sorti, nei regni in cui era divisa la nostra penisola, di personaggi ricostruiti tra grandezze e miserie.
Ludovico il Moro ha usurpato il ducato di Milano ma ora deve difenderlo da tutti i suoi nemici, interni ed esterni. A Roma il nuovo Papa è il corrotto Rodrigo Borgia, con il nome di Alessandro VI, portando la sua corte di amanti e figli. Il più spietato è Cesare Borgia, che assedia l'indomita signora di Forlì Caterina Sforza fino alla sua capitolazione, rimanendone affascinato pur avendo a disposizione tutte le donne che vuole.

Sua sorella, la bella e infelice Lucrezia, si trova preda degli intrighi di famiglia, vedendo annullato il suo primo matrimonio e poi uccidere il suo secondo, amato marito e forse solo fuggendo a Ferrara alla corte d'Este riuscirà a trovare un po' di pace.
A Venezia è in piedi l'efficace servizio di intelligence ante litteram orchestrati da Antonio Condulmer, mentre Piero de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, lascia passare da Firenze i francesi, fuggendo poi quando la sua cittadinanza cade succube del bigottismo di Girolamo Savonarola.
Il re francese Carlo VIII è arrivato in Italia per reclamare il regno di Napoli in quanto appartenente alla casata degli Angiò e con il suo esercito non porta solo guerra, ma quello che viene chiamato il mal francese, oggi noto come sifilide, malattia che si trasmette facendo sesso consenziente e non e che è terrificante nei suoi effetti.

Tra tanto odio e tanta morte, c'è anche spazio per Leonardo da Vinci, che dipinge a Milano l'ultima Cena nella Chiesa della Madonna delle Grazie, un lume di speranza in mezzo a guerre, orrori, battaglie, malattie, morte.
Una storia, anzi tante storie, vibranti il cui eco è ancora presente nei palazzi, nei Musei, nei monumenti, nelle strade delle nostre città, per una saga che non è ancora finita. 

Pubblicato in: 
GN13 Anno XIII 2 febbraio 2021
Scheda
Anno: 
2021