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Un'altra armonia alla Sabauda di Torino
La Galleria Sabauda di Torino amplia il suo percorso espositivo con un nuovo allestimento permanente al piano terra dedicato agli artisti piemontesi del Rinascimento, sotto il titolo di Un’altra armonia. Maestri del Rinascimento piemontese.
I Musei Reali continuano a dimostrare la loro vocazione di realtà culturale non statica e in movimento, in quest’ottica è da salutare la nuova area della Galleria Sabauda nella manica nuova di Palazzo Reale, nell’ala sud al piano terreno, dove trova spazio l’interessante e poco noto Rinascimento piemontese.
In mostra ci sono una cinquantina di quadri databili tra la tra fine del Trecento e la metà del Cinquecento, per riportare all’attenzione del pubblico una stagione poco nota ma fondamentale, ricca di spunti artistici tra sacro e profano.
Visitando l’ala si può lo sviluppo dell’arte in Piemonte dal XIV al XVI secolo, ripercorrendo inoltre la fortuna di questi antichi maestri nel collezionismo sabaudo: tutto questo è ordinato in maniera cronologica, dando spazio ai gruppi di artisti o ai singoli maestri, come Martino Spanzotti e Gaudenzio Ferrari, ricordando l’organizzazione della produzione artistica attraverso l’apprendimento in bottega, fino all’avvento del Manierismo, che segnò la fine delle scuole regionali e l’affermazione di un nuovo linguaggio di stampo internazionale e oltre comunque i confini del Piemonte.
Si possono quindi scoprire le tavole e i polittici a fondo oro di nomi come quelli di Martino Spanzotti, Defendente Ferrari, Macrino d’Alba, Pietro Grammorseo, Gaudenzio Ferrari e Gerolamo Giovenone, tutti attenti alle suggestioni che arrivavano e dal Nord d’Europa, Francia in testa, sia dai regni italiani confinanti e non, tra Italia settentrionale e centrale
Il percorso è suddiviso in nove sezioni: si parte con l’eleganza gotica, si procede con i polittici, elemento fondamentale nelle chiese piemontesi, poi spazio per Giovanni Martino Spanzotti, per Macrino d’Alba, che giunse da Roma, per Defendente Ferrari, che amava guardare verso la Francia, ma anche per gli artisti eccentrici, per arrivare al Rinascimento con Gaudenzio Ferrari, con la bottega e poi con l’avvento del Manierismo.