I Miserabili e la Thatcher. L'annullamento della partecipazione

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Paolini e Mercanti di Liquore

Può uno spettacolo dal vivo riuscire a trasformare un passivo e stralunato consumatore in una persona attiva e critica? Difficile a dirsi certo l’obiettivo di Miserabili - Io e Margaret Thatcher portati in scena da Marco Paolini con i Mercanti di Liquore non si sa se definirlo una sfida ambiziosa o una missione impossibile.

Nel comunicato con data gennaio 2007 a disposizione degli spettatori, Marco Paolini e Andrea Bajani spiegano quali siano i contenuti e i motivi che li hanno spinti a scrivere questo testo insieme a Michela Signori e Lorenzo Minguzzi, membro anche lui dei Mercanti di Liquore. Il testo è un work in progress, visto che sono passati due anni e i cambiamenti avvenuti, peraltro ampiamente previsti ma non divulgati in modo trasparente su molti media, hanno mutato radicalmente la situazione economica mondiale.

Il titolo richiama il celeberrimo romanzo di Victor Hugo in cui la parola miserabile è legata non tanto alla povertà ma alla impossibilità di cambiare la propria condizione e la Thatcher è presa  come simbolo del liberismo trionfante negli anni '80 come nell'Ottocento di Hugo. Lo spettacolo ha un prologo di circa dieci minuti prima dell’inizio ufficiale, in cui Paolini a luci accese si muove nella platea e dialoga con il pubblico, invitandolo a riflettere su aspetti apparentemente banali della vita quotidiana. Un modo per cominciare a scuotere il pubblico dal torpore mentale con un evento imprevisto e prepararlo quindi all’ascolto.

Andrea Bajani scrive che il problema attuale è il disorientamento delle persone, ossia la mancanza di una mappa che li guidi alla conoscenza del mondo in cui vivono. E’ da questo che dipende lo spaesamento e la mancanza di comprensione dei cambiamenti sociali che vengono percepiti come tasselli di un puzzle che si è incapaci di ricostruire, mancando il disegno complessivo da cui partire per ricomporlo.

Negli individui allora non può che nascere un timore giustificato e profondo privato però della comprensione dei motivi scatenanti, come per i rapiti che sono bendati apposta per generare disorientamento e paura e resi perciò inoffensivi (azzeccata metafora di Bajani). E' così che le persone invece di reagire rimangono indifese nelle mani di chi detiene il potere reale: banche, finanza e multinazionali, i quali attraverso politica e media spesso parziali indirizzano la paura dei cittadini verso falsi obiettivi come i diversi oppure gli immigrati.

Per comporre una mappa utile a comprendere questa realtà, Paolini sceglie un metodo che per tutto lo spettacolo alterna la narrazione delle vicissitudini di Gelindo alle canzoni, al dialogo immaginario con uno dei simboli del liberismo, ovvero la signora Thatcher, cercando allo stesso tempo di tenere viva e attivamente partecipativa la mente degli spettatori di fronte ai fatti.

Marco Paolini si impegna con uno sforzo notevole sia fisico che mentale di circa due ore mezzo, e senza pausa, perché nell’intervallo non molla la presa sul pubblico continuando a dialogare a luci accese per evitare l’ovvio calo di tensione che altrimenti sarebbe inevitabile.

Si avverte nello svolgimento dello spettacolo il coinvolgimento non solo mentale ma anche passionale di Paolini, soprattutto nei passaggi in cui si interroga su come sia stata possibile una trasformazione così radicale per cui i lavoratori che pure con tanti sacrifici erano riusciti ad avere nel 1978 la sanità gratuita e uguale per tutti, siano diventati ora del tutto indifferenti all'annullamento progressivo di diritti conquistati così a caro prezzo.

Paolini muove ad interrogarsi con angoscia su come le persone adulte e attive possano così radicalmente regredire ad uno stato di chiusura narcisistica in sé stessi, circondati da oggetti inutili, in cui cercare sicurezza come un bimbo circondato da pupazzi di peluches.  

Nell'epilogo Paolini ed i Mercanti di liquore hanno ricordato una celebre canzone di Giorgio Gaber in cui si ricorda che la democrazia è partecipazione. Gaber con pervicace acume e sensibilità intuì con grande anticipo la situazione rappresentata nello spettacolo ma fu una vox clamans in deserto (voce che urla nel deserto). Ci si augura invece che, dopo aver seguito questo spettacolo non scatti negli spettatori l'effetto catarsi, vanificando tutti gli sforzi che Marco Paolini, insieme agli altri autori e musicisti hanno profuso senza risparmiarsi, con l’intenzione di far riflettere e scuotere il pubblico come il Paese.

Pubblicato in: 
GN5/ 7-21 gennaio 2009
Scheda
Autore: 
Marco Paolini e I Mercanti di Liquore
Titolo completo: 

MISERABILI. Io e Margaret Thatcher
Teatro Argentina dal 6 al 18 gennaio
testi di Andrea Bajani, Lorenzo Monguzzi, Marco Paolini, Michela Signori
con Marco Paolini e i Mercanti di Liquore (Lorenzo Monguzzi, Piero Mucilli, Simone Spreafico)
Musiche dei Mercanti di Liquore
Produzione Jolefilm

Anno: 
2009
Voto: 
8
Vedi anche: