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39° Cantiere di Montepulciano.Il "soffio" sinfonico con Grimm e Bova solisti in Piazza Grande
Il 39° Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano ha presentato il 26 luglio, in Piazza Grande di fronte al Duomo, uno straordinario concerto sinfonico con l'Orchestra del Royal Northern College of Music di Manchester. Guidata dal Maestro Roland Böer, direttore musicale del Cantiere, la prestigiosa orchestra cosmopolita ha avuto due solisti di spicco come il tedesco Justus Grimm al violoncello e l’arpa di Lucia Bova, entrambi artisti in residenza presso il Cantiere.
Il concerto ha debuttato col glorioso inno alla vita dell’Ouverture accademica di Brahms che scaturisce da un episodio felice della vita del compositore, avendo egli ricevuto la laurea honoris causa in filosofia l'11 marzo 1879 da parte dell'Università di Breslavia. In poco tempo Brahms pensò ad una Ouverture per grande orchestra prendendo spunto da canzoni studentesche, ed il 4 gennaio 1881 fu eseguita alla cerimonia. Il brano è articolato in forma rapsodica, senza alcun riferimento alla forma-sonata e si divide in quattro sezioni in cui i motivi si innestano senza soluzione di continuità: Wir hatten gebauet ein stattliches Haus (Abbiamo costruito una grande casa); Der Landesvater (II sovrano); Das Fuctislied (La canzone della matricola); Gaudearnus igitur (Rallegriamoci, dunque). Il Gaudeamus igitur con cui termina è stato interpretato alla lettera da questa ottima orchestra che ha rallegrato dall'inizio alla fine la piazza e che, con lo Strauss della Romanza per violoncello ed orchestra in fa maggiore op.75 (1883), ha accolto il vituoso Justus Grimm nel primo dei due episodi musicali con cui ci ha allietato.
La Romanza, dedicata allo zio del compositore, Anton Ritter von Knözinger e composta per il violoncellista Hans Wihan, che la eseguì per la prima volta con l'orchestra di Corte di Monaco, la stessa in cui il padre di Strauss suonava il corno, è in un solo movimento (Andante cantabile) ed è contraddistinta da uno stile melodico chiaro e suadente. La voce calda e vibrante del violoncello di Justus Grimm, impostata su tonalità di registro rnedio-alto (come richiede la partitura), parte da una meditazione per poi vivacizzarsi sempre però in territorio tradizionale. La sfumatura finale intessuta di modulazione, cui dà rilievo Grimm, si rivela ricchissima.
Il Concerto per Arpa e Orchestra op.25 di Alberto Ginastera (1956), in tre movimenti, è un episodio piuttosto arduo che la bravissima solista all'arpa Lucia Bova – Professore al Conservatorio Piccinni di Bari - ha affrontato con eccellente virtuosismo ed una magnifica arpa completamente intagliata e decorata. Brano che ben raffigura l'espressionismo novecentesco al suo fulgore e nella sua profonda complessità, richiede una maestria ed un’energia fuori dal comune sia all’arpista sia all’orchestra, anche per lo stesso senso di diffusa inquietudine che rilascia insieme alla sua scrittura iridescente, facendo largo uso di elementi della musica popolare e folkloristica argentina, che si innervano in un tessuto “colto”. Modelli per Ginastera, in questo senso, furono Igor Stravinskij, Béla Bartók e Manuel de Falla ed infatti allo stesso periodo appartengono il balletto Estancia e le Danze Argentine.
Interessante il Nocturne (2012) del direttore artistico precedente del Cantiere di Montepulciano, Detlev Glanert: il brano è ritmato gravemente dagli ottoni e variamente staffilettato à la Stravinskij, da cui sicuramente è influenzato come anche da Musorgskij. Il brano seguente è la Fantasia per violoncello e orchestra di Jules Massenet (1897) in tre movimenti – Animé, Moderé e di nuovo Animé – in cui il solista Justus Grimm torna protagonista, incantando con questo episodio altamente pittoresco che preannuncia il successivo scioglimento vivace per un concerto gradevolissimo per il pubblico e per gli esperti, che allegramente avranno apprezzato l'episodio dedicato ai 150 anni dalla nascita di Richard Strauss: Till Eulenspiegel, ovvero “I tiri burloni”, il ritmo ostinato e crescente che muta il folletto del titolo in uno spavaldo messaggero musicale, che appare e scompare continuamente.
Il direttore Roland Böer ha perfettamente controllato e reso visibile quel suono particolare e suadente che si è diffuso nell'”aria” di Montepulciano per tutta la durata del Festival.