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49° Cantiere Internazionale d’Arte. Un fil rouge tra Mozart e Händel
Hans Werner Henze guardava lontano, immaginando quali sarebbero stati gli effetti nel tempo, quando concepì il progetto fondativo del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, lo dimostrano i tre concerti dedicati ai concerti per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart e i due in cui è stato eseguito l’integrale dei Concerti per organo op. 4 di Georg Friedrich Händel. Abbiamo ascoltato il secondo e il terzo concerto mozartiano avvenuti sabato 20 luglio e il primo hendeliano del 21 luglio.
Mariangela Vacatello, direttore artistico del Cantiere, ha dato come titolo ai tre concerti dedicati a Mozart: Serie Mozart. Amadeus e le virtuose, per ricordare l’ambiente artistico della Vienna di Maria Theresia e di suo figlio Giuseppe II. Quando arrivò il giovane salisburghese c’erano virtuose che potevano proporsi come interpreti e autrici di composizioni, infatti Mozart insegnò, suonò insieme e dedicò alle più dotate alcune sue opere.
La Vacatello ha così proposto tutte valenti donne per eseguire i concerti mozartiani: lei stessa e Leonora Armellini, giovane pianista affermatasi nei concorsi internazionali, nel primo concerto, nel secondo due giovani Antonia de Pasquale e Chiara Biagioli ancora in formazione e la terza Rikako Tsujimoto, vincitrice del Premio Lamberto Brunelli di Vicenza e nel terzo Alessandra Ammara e l’emergente Serena Valluzzi.
Questi concerti sono stati realizzati in collaborazione con Fondazione Accademia di Musica di Pinerolo, dove si sono formate alcune delle giovani artiste, e con Scuola di Musica di Fiesole, luogo di formazione dell’Orchestra Giovanile Italiana, che è stata diretta da Michele Gamba, direttore musicale del Cantiere. Inoltre per ogni concerto sono state commissionate nuove cadenze agli allievi del Corso di Composizione di Alessandro Solbiati all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Il progetto luci è stato affidato a Guido Levi Lighting Lab.
I concerti quindi sono stati concepiti in un dialogo fruttuoso fra artisti affermati: Gamba, Vacatello e Ammara con giovani a vari livelli di formazione. Nell’esecuzione dei concerti Michele Gamba ha svolto un lavoro attento e accurato con i ragazzi dell’Orchestra Giovanile Italiana che si sono avvicendati nell’esecuzione dei concerti. Gamba ha guidato i giovani musicisti nella resa dello stile galante, derivato da Johann Christian Bach, dei concerti salisburghesi K175 e 238 e dell’evoluzione musicale stilistica di quelli viennesi K 271, 414 e 491, caratterizzati da una libera scrittura sinfonica e dal brillante e virtuosistico uso del pianoforte. Con la sua guida l’Orchestra ha evidenziato la cantabilità insieme alla varietà timbrica, ritmica, agogica e dinamica delle partiture mozartiane.
Antonia de Pasquale e Chiara Biagioli hanno interpretato con eleganza i concerti del giovane salisburghese, Rikako Tsujimoto, vincitrice del Premio Lamberto Brunelli, ha mostrato una interessante maturità interpretativa nel Concerto K.414, così pure Serena Valluzzi nel "Jeunehomme Konzert" K 271, non solo nella resa virtuosistica ma anche nel modo di affrontare le pagine più melodiche e cantabili. Alessandra Ammara ha concluso il terzo concerto facendo emergere la sua bravura nell'interpretazione lucida e coinvolgente del Concerto K.491.
Gli allievi del corso di composizione di Alessandro Solbiati: Francesco Mariotti, Maria Vincenza Cabizza, Andrea Siano, Cristiano Paolini e Carmelo Bongiovanni hanno composto le cadenze dei vari concerti, scegliendo temi del concerto di cui si occupavano, riconoscibili nella scrittura della cadenza. Alcuni, Maria Vincenza Cabizza e Andrea Siano hanno scelto di comporre in chiave contemporanea per creare un ponte tra il passato e l’oggi, ma nell’ambito di un concerto è necessario valutare l’effetto complessivo all’ascolto all'interno del brano, a nostro avviso non convincente, ma sicuramente questa è stata un’ottima esperienza per tutti.
Al termine di tutti i concerti tutti gli interpreti: direttore, pianiste, orchestrali e compositori sono stati lungamente applauditi. Lo svolgimento delle esecuzioni è stato arricchito dal gioco di luci colorate di Guido Levi Lighting Lab. Il Teatro Poliziano ha una buona acustica ma la scelta di porre Orchestra e interpreti in platea invece che sul palco ha alterato i piani sonori come abbiamo constatato nei diversi palchi in cui siamo stati.
Nello splendido Tempio di San Biagio si sono svolte le esecuzioni, in due serate diverse, dell’integrale dei Concerti per organo op.4 di Georg Friedrich Händel, intervallate da brani corali tratti dagli Oratori per cui furono composti, come intervallo di intrattenimento tra una parte e l’altra, ed eseguiti dal compositore, che fu un grande virtuoso all’organo e al clavicembalo. Un programma tanto insolito nelle sale italiane quanto ben scelto per esplorare pagine meno note del grande Sassone. Quanto segue si riferisce la primo avvenuto domenica 21 luglio.
Hans Werner Henze nel suo progetto aveva immaginato un coinvolgimento artistico di complessi locali, cosa che si è avverata grazie al prezioso lavoro svolto dall’Istituto di Musica, a lui intitolato parte integrante della Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte. Infatti la parte orchestrale è stata ben sostenuta dall’Orchestra Poliziana, che è composta da docenti e allievi dell’Istituto "Henze", ma anche da allievi del Conservatorio “R. Franci” di Siena, del Liceo musicale di Arezzo e da studenti e musicisti del sud della provincia di Siena
I cori sono stati interpretati dalla Corale Poliziana e dal Gruppo Corale “Le Grazie” sotto la guida di Judy Diodato. Alessio Tiezzi, direttore dell’Istituto di Musica, ha guidato con mano sicura i giovani componenti dell’orchestra e i dilettanti dei due cori. Solista è stato Adriano Falcioni, valente organista, a testimoniarlo la sua lunga e luminosa carriera, Falcioni ha anche eseguito in prima assoluta di Wolfgang Kleber (1958) Mizmor, una commissione del Cantiere.
Il concerto ha riscosso un meritato successo, applausi scroscianti a tutti e in particolare a Adriano Falcioni splendido interprete dei concerti e del brano solistico che ha suonato su un organo portatile, avrebbe dovuto suonare il magnifico organo del Tempio di San Biagio a trasmissione integralmente meccanica, costruito nel 1781 da Alamanno Contucci, ma il caldo ha drasticamente cambiato il temperamento dello strumento rendendo l’esecuzione con l’orchestra non possibile, per il non praticabile cambiamento di accordatura degli strumenti, come ha annunciato all’inizio del concerto Mariangela Vacatello.