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GAM di Torino. Guttuso e l'Arte come lotta
Fino al 24 giugno la GAM di Torino ospita la mostra Renato Guttuso l'arte rivoluzionaria nel cinquantenario del '68 dedicata ad uno gli interpreti più emblematici del Novecento, convinto che l'arte dovesse essere una forma di lotta nella società.
La mostra presenta un percorso attraverso sessanta opere, provenienti da importanti Musei e collezioni private europee, ed è curata da Pier Giovanni Castagnoli con la collaborazione degli Archivi Guttuso: non mancano i ritratti e i nudi dedicati alle sue muse, come il grande amore Marta Marzotto, le nature morte, i paesaggi, ma il nucleo è dedicato alle tele di soggetto politico e civile, fondamentale nella produzione artistica dell'artista nato a Bagheria nel 1911 e morto a Roma nel 1987 e realizzate tra gli anni Trenta e Settanta.
Renato Guttuso fu antifascista fin dalla giovinezza e volle essere un artista sempre in cerca di un incontro tra impegno politico e sociale, tra creatività e società, nella convinzione che l'arte debba svolgere una funzione civile e avere una valenza profondamente morale.
Al rapporto tra politica, arte e cultura sono dedicate quindi varie opere esposte, come Fucilazione in campagna del 1938, in cui si ricorda l'esecuzione di Federico Garcia Lorca ad opera dei fascisti spagnoli, Gott mit uns del 1944 che rievoca la barbarie nazista, Marsigliese contadina del 1947 e Lotta di minatori francesi del 1948 incentrate sulle lotte sindacali, Vietnam del 1965 sulla prima guerra lontana raccontata dai media, per arrivare poi al celeberrimo Funerali di Togliatti del 1972 in cui rivive tutta una pagina di Storia del Novecento e di un'ideologia che ha segnato il mondo.