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Opera di Roma. Emma Dante, il demoniaco e la breakdance
L’angelo di fuoco (Ognennyj angel), è un'opera in cinque atti e sette quadri con musica e libretto di Sergej Prokof’ev dall’omonimo romanzo di Valerij Brjusov: dal 23 maggio al 1° giugno sarà all’Opera di Roma in un nuovo allestimento con la regia di Emma Dante e sul podio Alejo Pérez. La “prima” di giovedì 23 maggio, ore 20.00, sarà trasmessa in diretta da Rai Radio3 e in differita da Rai5 in data da definire. Direttore e regista si incontrano nuovamente su questo palcoscenico per un nuovo allestimento, come era già successo nel 2016 per La Cenerentola di Rossini (che sarà di nuovo in scena dall’8 al 13 giugno, questa volta con la direzione di Stefano Montanari).
L’angelo di fuoco (in russo non traslitterato: Огненный ангел; op.37), èun' opera in cinque atti e sette quadri con musica e libretto di Sergej Prokofev (1891 – 1953) ed é tratta dall’omonimo romanzo simbolista ed in parte autobiografico di Valerij Brjusov (1873-1924), pubblicato a puntate sulla rivista "Vesy" fra il 1907 e il 1908,. Ebbe una genesi articolata, tra 1919 e 1927 fu ultimato tra gli Stati Uniti e le Alpi bavaresi: parte del materiale finì nella Terza Sinfonia (in do minore op. 44, 1928), dato che soltanto il secondo atto fu eseguito in forma di concerto diretto da Sergej Kussevitzkij, che optò però per una esecuzione in forma di concerto, a Parigi, al Théâtre des Champs-Elysées, il 14 giugno 1928. Il Sovrintendente Carlo Fuortes sottolinea quanto sia importante questa "prima" versione del 2000 per Roma: "In forma completa ma sempre di concerto fu eseguita nello stesso teatro in francese nella versione di Michel Ancey il 25 novembre 1954. Un anno dopo, il 14 settembre del 1955, L’angelo di fuoco acquistò una veste scenica al Teatro la Fenice di Venezia nella versione italiana di Mario Nordio nell'ambito del XVIII Festival di Musica Contemporanea. Il ritardo più clamoroso è in realtà quello russo: il primo allestimento fu del Teatro Mariinskij nel 1991 con la regia di David Freeman e la conduzione di Valery Gergiev. Prokofiev quindi, non la potè mai vedere in vita. Al Teatro Costanzi fu rappresentata un’unica volta nel 1966, diretta da Bruno Bartoletti per la regia di Virginio Puecher." Si può asserire con tranquillità che questo è il capolavoro di Prokof’ev in senso operistico: l'opera si divide in cinque atti e sette quadri, ed è ambientata in Germania, nel secolo XVI: vi si riconoscono elementi spiccatamente simbolisti. Il dramma si può facilmente riassumere con la stessa epigrafe dell'autore:
"L'angelo di fuoco, ovvero narrazione veridica in cui si racconta del Diavolo, più volte apparso in veste di spirito luminoso a una fanciulla (di nome Renata, N.d.R.) tentandola a diverse azioni peccaminose; e delle pratiche contrarie a Dio di magia, astrologia e negromanzia; del giudizio su di essa fanciulla sotto la presidenza di Sua Eminenza l'Arcivescovo di Treviri; ed altresì degli incontri e colloqui col cavaliere e triplice dottore Agrippa di Nettesheim e col dottor Faust: scritta da un testimone oculare".
Emma Dante, nell'allestimento, è coadiuvata dal team che la accompagna da sempre: Carmine Maringola alle scene, Vanessa Sannino ai costumi e Cristian Zucaro alle luci, particolare attenzione è stata messa nello scegliere il cast, come ci informa Alessio Vlad: "Il ruolo per il soprano è estremamente difficile: prima di tutto perchè è in scena dall'inizio alla fine. Nel nostro caso è stata scelta Ewa Vesin, soprano polacco che debutta nel ruolo mentre il secondo cast vede Elena Popovskaya (solo il primo giugno, N.d.R.), grande conoscitore del ruolo. Leigh Melrose, il baritono inglese che recita nel ruolo di Ruprecht, è uno specialista di quest'opera e di tutta la produzione operistica del Novecento. Grandiosa e difficile la parte finale per il Coro, diretto dal Maestro Gabbiani" Per quanto riguarda l'allestimento, Emma Dante spiega: "Ho ambientato l'opera in un ventre, immaginando la terra come cavità uterina, perchè a mio avviso l'opera ha a che fare con la maternità, è tutto generato da Renata, come in un parto, a partire dalle visoni che ha e che gli altri non vedono. Ho poi situato le scene nelle catacombe dove vivono i personaggi, tra la vita e la morte. Mi ha incantato poi la musica per la varietà dei suoni, e lavorando con Perez me ne sono accorta proprio ascoltando l'Orchestra."
Poniamo la domanda su Madiel e la raffigurazione del "demoniaco", così presente nell'iopera e come lo ha immaginato Emma Dante, e lei ci risponde: "Madiel è un danzatore di breakdance un angelo che cammina capovolto, calpestando il cielo e si trova a metà tra il bene ed il male: è interpretato dal ballerino Alis Bianca, ed è a testa in giu' quando incontra Renata".
Alejo Perez, che ha diretto Il Naso di Dmitrij Šostakovič al Costanzi nel 2013 con la splendida regia di Peter Stein, ci parla della musica di Prokofiev: "Scrive ques'opera dopo L'amore delle tre melarance, favolistica e parodistica, questa invece è profondamente psicologica, si percerpisce da subito il turbamento interno a Renata. Ruprecht d'altronde ha due facce: da una parte il cavaliere, dall'altro l'uomo che vuole soffisfare i suoi appetiti, Sottolineo poi l'intento allegorico della scena tra Faust e Mefistofele, tipicamente russa la visione grottesca ed ironica dell'incontro. Sono inoltre molto contento di lavorare di nuovo con Emma Dante dopo la strepitosa Cenerentola di Rossini. "