Il cimitero di Praga di Umberto Eco. Tra storia falsificata e sindrome del complotto

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Eco-Praga

I saggi e i romanzi di Umberto Eco, uno dei maggiori scrittori e intellettuali del nostro tempo, hanno la capacità di rappresentare il passato con una forza narrativa sorprendente e straordinaria. Il suo ultimo romanzo, intitolato Il cimitero di Praga (Milano, Bompiani, 2010), aiuta a capire come sia sorto e si sia diffuso nel corso dei tempi l’antisemitismo attraverso la creazione di falsi ed inventati documenti storici.

Il personaggio principale introdotto da Eco nel romanzo, Simone Simonini, è indimenticabile. Fin da piccolo il nonno, che nutre sentimenti di ammirazione nei riguardi dello storico francese Augustin Barruel, autore dei Mémoires pour servir à l'histoire du jacobinisme (Memorie per servire alla storia del giacobinismo), instilla nell’animo del nipote la convinzione che dietro i grandi rivolgimenti storici che hanno dato vita alla modernità vi sia stato un complotto massonico e giudaico. Crescendo, Simonini, dopo avere lavorato nello studio di un notaio, diviene capace di creare da abile falsario documenti contraffatti, come testamenti e atti notarili.

Nella Torino ottocentesca, descritta con ammirevole precisione da Eco, Simonini così diventa collaboratore dei servizi segreti del regno dei Savoia, mentre in epoca risorgimentale sta per concludersi il processo di unificazione nazionale. Inviato in Sicilia dal governo piemontese, dopo lo sbarco dei Mille guidati da Giuseppe Garibaldi, Simonini compie attività di spionaggio. Per rendere possibile la distruzione dei documenti contabili custoditi da Ippolito Nievo, il celebre autore delle Confessioni d'un Italiano che aveva seguito Garibaldi in Sicilia, provoca il naufragio della nave con cui lo scrittore era partito. Per questa ragione, accusato di avere causato la morte di Ippolito Nievo, Simonini è costretto dai servizi segreti del regno di Sardegna a lasciare il Piemonte e la città di Torino.

Simonini, dopo avere lasciato la sua terra di origine, approda a Parigi, città nella quale con grande abilità continua ad esercitare la sua professione di notaio e falsario. Nel libro la descrizione della Parigi dell’Ottocento e dei suoi più noti quartieri, prima che ne fosse modificata la fisionomia architettonica dal Barone Haussmann, è precisa e meticolosa, bella e letterariamente perfetta. Nelle pagine del libro, in cui l’autore ha disseminato la sua enorme erudizione, rivive il clima e l’atmosfera della Parigi del Secondo Impero, che vide Napoleone III protagonista di un lungo periodo della storia francese.
In questo contesto, Simonini incontra un medico viennese, che poi non è altri che Sigmund Freud (il cui cognome viene storpiato in "Froïde"), il quale tra il 1885 e il 1886 si trovava a Parigi per un apprendistato con lo psichiatra Jean-Martin Charcot. Simonini rimane folgorato da Freud, nonostante la diffidenza che provava verso tutte le persone di origine ebraica.

Scopre, conversando con il dottor Freud, a cui procura la cocaina, quanto sia complessa la natura della psiche umana e come sia difficile capire i traumi psicologici. Improvvisamente nel libro la narrazione muta il suo corso, sicché scompare l’Io narrante ed il racconto viene sviluppato attraverso un diario, scritto da Simonini e da un personaggio ignoto, vale a dire l’abate Dalla Piccola. In realtà Dalla Piccola, coinvolto in vicende raccontate con un ritmo incalzante e capaci di suscitare tensione ed emozione nell’animo del lettore, appare come un doppio di Simonini. In questa parte del libro Eco cita i testi dei grandi scrittori, dallo Joseph Balsamo di Alexandre Dumas alle opere di Maurice Joly ed Eugène Sue (in particolare, di quest'ultimo, il romanzo L'ebreo errante), che hanno descritto e narrato, sia pure in modo diverso, l’idea che all’origine dei grandi eventi storici, come l’Umanesimo e la Rivoluzione francese, vi sia stato un complotto massonico e giudaico.

Simonini, grazie alle sue abilità, diviene un collaboratore dei servizi segreti francesi. Muovendosi nella Francia dell’epoca di Napoleone III, per assolvere un compito che gli è stato affidato dai servizi segreti, finisce in galera, dove incontra Joly, scrittore e giornalista francese. Il colloquio tra Simonini e Maurice Joly, autore del Dialogue aux enfers entre Machiavel et Montesquieu (Dialogo all'inferno tra Machiavelli e Montesquieu), dentro la narrazione è fondamentale, poiché aiuta a comprendere la delusione degli intellettuali francesi al cospetto del regime napoleonico. Dopo essere stato protagonista di diverse vicende, Simonini redige un documento falso, dal quale risulta che in un cimitero di Praga si sono riuniti i rabbini di diverse nazioni per concepire un complotto internazionale attraverso il quale consentire agli Ebrei di dominare il mondo. Simonini vende questo documento falso ai servizi segreti francesi e a quelli russi. Ovviamente questa scena del cimitero di Praga è già stata raccontata da altri scrittori, ed Eco la reinventa con una capacita narrativa ammirevole e straordinaria.

Simonini appare nel libro come un uomo scaltro e spregevole, capace di compiere azioni abiette e pronto a produrre documenti politici falsi, pur di ottenere denaro e prebende. Nella narrazione è sorprendente e assai felice la descrizione della vicenda di Léo Taxil. Quest’uomo, esponente della massoneria, per anni ha scritto e pubblicato testi che avevano una chiara ispirazione anticlericale. In seguito Taxil, dopo avere ottenuto lauti guadagni e numerosi consensi, mentre viene pubblicata l’enciclica papale di Leone XIII Humanum Genus, con la quale la chiesa cattolica condannò il relativismo filosofico dei massoni, si converte al cattolicesimo e pubblica libri nei quali offre un rappresentazione falsa e menzognera della cultura esoterica delle logge massoniche. Addirittura Taxil sostiene in queste pubblicazioni che il rito massonico affonda le sue origini nella cabala ebraica.

Ciò che colpisce nel libro di Eco è la capacità di far convivere e coesistere nella finzione letteraria gli eventi inventati con episodi storici realmente avvenuti. In seguito alla fine della guerra tra la Prussia e la Francia crolla l’impero napoleonico, e Simonini, mentre con la nascita della Comune assiste ad una rivoluzione a Parigi, continua con la consueta abilità a barcamenarsi tra i parigini senza rinunciare a perseguire le sue sordide attività di spionaggio. Nota con cinismo, mentre i comunardi vengono massacrati dalle forze governative di Adolphe Thiers, che non conviene fare le rivoluzioni, poiché gli idealisti come Joly sono destinati ad essere sconfitti.

Successivamente Simonini incontra un esponente dei servizi segreti russi (la famigerata Okhrana zarista), il quale gli chiede di fargli avere i documenti del nonno, riguardanti il complotto ebraico e massonico, se non vuole che egli renda noto e denunci le sue attività criminali. In un dialogo fondamentale del libro, l’agente segreto russo Rachkovskij confessa a Simonini che occorre diffondere ed alimentare l’odio verso gli ebrei, anche creando documenti falsi, perché le società hanno bisogno di un nemico da odiare. Secondo questo agente segreto, l’odio rappresenta l’istinto primordiale dell’uomo, mentre l’amore è innaturale: ecco perché Gesù Cristo è stato ucciso e crocifisso.

Ovviamente in questa parte del libro vi è un riferimento ai Protocolli dei Savi anziani di Sion, documento falso e menzognero che ha alimentato l’antisemitismo e la persecuzione nazista nei riguardi degli ebrei. Sarà Simonini a falsificare i documenti attraverso i quali il capitano Alfred Dreyfus verrà giudicato colpevole di tradimento per avere dato e trasmesso ai tedeschi informazioni militari riservate. Questa vicenda, sulla quale lo scrittore francese Émile Zola pubblicò un articolo in forma di lettera aperta al Presidente della repubblica francese (noto con il titolo J’accuse) per denunciare l’ingiustizia subita dall’ufficiale ebreo, è realmente accaduta. Nel libro è memorabile la descrizione della scena che ritrae Dreyfus mentre viene degradato, perché riconosciuto colpevole di tradimento. Questo romanzo di Eco dimostra come sia facile coltivare l’odio verso le minoranze attraverso l’abietta  e deplorevole pratica di falsificare i documenti storici.

Pubblicato in: 
GN30 Anno III 8 dicembre 2010
Scheda
Titolo completo: 

Umberto Eco

Il cimitero di Praga, Milano, Bompiani, 2010, pp. 528. € 19,50.

Anno: 
2010
Voto: 
10