Diaghilev Musagète. Un epitaffio per i Ballets Russes

Articolo di: 
Livia Bidoli
Diaghilev Musagète

Tra testi di Woolf, Cocteau, Balla, Chanel, Mallarmé, Sert, Nijnskij e Stravinskij, l’inossidabile coppia che calcava negli anni ’80 i palchi di tutto il mondo, Carla Fracci e Vladimir Vassiliev, si è ritrovata al Teatro Nazionale per Diaghilev Musagète.

Il sottotitolo di Venezia 1929 si riferisce alla celebre stagione di Ballets Russes coreografati soprattutto da Balanchine ed al luogo poi dove l’impresario musa della danza Diaghilev spese i suoi ultimi giorni.

Diviso in due parti e con musiche da Satie, che intervallano ogni episodio, al genio ondeggiante (nella parole della versione recitata) Stravinskij, viene condito da Berg, Debussy, Chopin, De Falla e Čajkovskij. Le voci sono di Italo dall’Orto e Cosimo Manicone in esercizio con quella di Vladimir Vassiliev nelle parti sia di Diaghilev sia di Nijinskij.

Lo sfondo a quadri viola è suggestivo di un’epoca, il primo Novecento, che vede Picasso sporgersi dalle locandine dei manifesti quanto Balla tra le barbe dei futuristi in uno degli ultimi balletti. Con Laura Comi (al posto di Gaia Straccamore per un malore), in coppia con Giuseppe Picone in Le Sylphides con musica di Chopin, coreografie riprese da Fokine; il pas à deux è agile nel Parade dove Manuel Paruccini è il prestidigitatore creato da Massine.

La morte è una dama bianca…, il primo episodio, ci aveva già introdotto nei meandri candidi di un epitaffio sulla vita appassionata di Diaghilev per la danza, senza averci fatto approfondire il suo legame con Nijinskij che è posto in evidenza in …Vide il mio corpo nudo…, in modo eccessivamente esibizionista. L’Après-midi d’un faune su musiche di Debussy, ci aveva presentato Alessandro Molin nella parte del fauno con una poco credibile ninfa (per ovvie ragioni d’età) Carla Fracci, mentre Jeux e Déjà-jeux sono introdotti da Vassiliev e Cosimo Manicone. I due episodi sono trasformati in una coppia en travesti con giacca, tuba e poco più per sottolineare i gusti di Diaghilev e Nijnskij come poco prima accaduto, mentre le tradizionali due ragazze giocano a tennis con l’altro ragazzo.

Molti altri sono implicitamente coinvolti, come Virginia Woolf e Vita Sackville-West; oppure John Maynard Keynes con il pittore Duncan, ma forse tutto questo non andava così evidenziato: dopotutto le relazioni intime (di qualsiasi genere esse siano) sono questioni private e non trovo motivo di farne stendardi. E le relazioni d’amore non si dividono per genere, piuttosto per capacità di elevazione, come nel sogno: “il sogno mescola i ricordi, ottenendo un’attualità che non ha nessun rapporto con i ricordi che ha mescolato”(dalla seconda parte, voce di Italo Dall’Orto).

Nella seconda parte lo spettacolo si fa più potente, con tutti i giovani danzatori del Teatro dell’Opera e la Danza dei nani pazzi con coreografia di Nijinskij ricostruita da Millicent Hodson. Picone, Cocino, Paruccini, Mazzeo, Porcelluzzi, Sorrentino, Passaquindici e Lunadei, è del tutto trascinante. La danza dell’Eletta da Le sacre du Printemps di Stravinskij ci conduce ad una profonda riflessione su quali fossero considerate malattie mentali sotto il nazismo (la locandina recita Budapest 1942).

Il Feu d’artifice seguente rievoca il futurismo con Cocino, Mazzeo, Paruccini e l’eccellente Viviana Melandri in rosso fuoco, alle prese con uno scoppiettante divertissement. Tutte musiche di Stravinskij in questa seconda parte che prosegue con un Tango ancora coreografato dall’originale Fredy Franzutti. Per finire Apollon Musagète che Nanette Glushak trae da Balanchine, con la coppia Picone-Comi e Alessandra Amato e Laura Bailetti, presentando il pas à deux più riuscito dell’intero balletto. La Patetica di Čajkovskij chiude con i due luminari della danza Vassiliev-Fracci e con le parole: “La vita è un sogno da cui ci si risveglia morendo”, come proferiva Diaghilev e prima di lui Poe.

Una nota a margine: si sente profonda la mancanza di Fabio Grossi, meraviglioso Faust ed étoile per danza e sensibilità.

Pubblicato in: 
GN6/ 22 gennaio 5 febbraio 2009
Scheda
Titolo completo: 

Diaghilev Musagète. Venezia 1929
Teatro Nazionale dal 13 al 18 gennaio
Spettacolo di venerdì 16 gennaio
Scelta dei testi di Cosimo Manicone
Attori Italo Dall'Orto e Cosimo Manicone
Testi di Giacomo Balla, Coco Chanel, Jean Cocteau, Gabriele d’Annunzio, Stéphane Mallarmé, Vaslav Nijinskij, Misia Sert, Igor Stravinskij, Virginia Woolf
Musiche di Adolphe-Charles Adam, Alban Berg, Pëtr Il’ič Čajkovskij, Frederyk Chopin, Claude Debussy, Manuel de Falla, Erik Satie, Igor Stravinskij
Adattamenti delle coreografie originali di Carla Fracci, Millicent Hodson, Susanne Della Pietra, Nanette Glushak
Nuove coreografie di Luc Bouy e Fredy Franzutti
Danzatori
Giuseppe Picone, Laura Comi, Alessandro Molin, Manuel Paruccini, Viviana Melandri
Al pianoforte Gregorio Nardi e Yu Ping Song, alle percussioni Jonathan Faralli