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Solar di Ian McEwan. La poetica della scienza
L’ultimo libro di Ian McEwan, Solar (Torino, Einaudi, 2010), colpisce ed incanta il lettore per molte ragioni e considerazioni di ordine letterario ed estetico, confermando il talento creativo di uno dei grandi scrittori ed intellettuali del nostro tempo.
Il lettore, infatti, appena inizia a leggere questo libro, bello e profondo, rimane sorpreso per l’abilità e la bravura dello scrittore inglese, che nella rappresentazione e finzione letteraria ha saputo ed è riuscito a descrivere i problemi scientifici, di grande complessità, derivanti dal fenomeno del surriscaldamento dell'atmosfera e del cambiamento climatico.
Inoltre, accanto al dibattito scientifico ed intellettuale sul problema dello sviluppo sostenibile ed intorno alla ricerca delle energie rinnovabili, il cui utilizzo per sostenere l’apparato produttivo del mondo industrializzato non comporti danni per l’ambiente, nel libro si trovano ritratti dei principali personaggi che, per la loro profondità psicologica ed umana, sono indimenticabili.
Il personaggio principale del romanzo è uno scienziato di fama internazionale, Michael Beard, al quale è stato assegnato il premio Nobel per la fisica, poiché ha realizzato alcune scoperte scientifiche di enorme valore sul rapporto tra la luce, l’energia solare e le interazioni con la materia. Beard lavora in Inghilterra in un centro di ricerche che è impegnato a individuare nuove forme di produzione di energia rinnovabile, per abbandonare definitivamente il petrolio, il gas, il carbone, e dar vita allo sviluppo sostenibile.
Beard, pur essendo un uomo di successo che tiene conferenze in tutto il mondo e scrive sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, ha l’animo dominato dalla tristezza e da una cupa angoscia. Infatti, il suo quinto matrimonio con la bellissima ed avvenente Patrice, di cui è ancora innamorato, sta per finire. Vivono insieme nella stessa casa come due estranei, in un clima intriso di odio e di reciproca ostilità. Beard accetta, forse perché è triste e malinconico, di compiere una spedizione al Polo Nord, per verificare di persona gli effetti legati e derivanti dal surriscaldamento del pianeta, causato dall'emissione di anidride carbonica.
Nel libro il viaggio verso il Polo Nord, le persone che condividono quest'esperienza e le difficoltà che Beard si trova a fronteggiare sono descritti con uno stile esilarante che dà vita ad episodi narrati con una bravura sorprendente da McEwan.
Tutte le persone con cui Beard si trova al Polo Nord sono degli artisti, mentre lui è l’unico uomo di scienza. Proprio durante la permanenza al Polo Nord, il protagonista ha una conversazione colta con i suoi compagni di viaggio, grazie alla quale comprendiamo quanto siano profondi i legami tra il linguaggio poetico e quello scientifico. La ricerca ed il progresso scientifico si basano sulla mirabile combinazione tra la logica e la immaginazione, tra il razionale ed il poetico. Ritornato a casa dal viaggio, Beard trova nella propria abitazione un giovane scienziato che lavora con lui nel centro di ricerche in Inghilterra, il cui nome è Tom Aldous.
Beard è sorpreso, poiché sa ed è consapevole che la sua oramai ex moglie, da cui sta per separarsi, ha una relazione sentimentale con un uomo rozzo, corpulento e violento, Rodney Tarpin. Dinanzi al professore, che lo sorprende seduto sul suo divano e con indosso la sua vestaglia, Aldous cerca di scusarsi, palesemente in imbarazzo e a disagio. Aldous teme che Beard, per vendicarsi dopo avere scoperto che è l’amante di Patrice, abbia intenzione di farlo licenziare dal centro di ricerca dove lavora.
Per questo, nel tentativo di implorarlo per ottenerne il perdono, Aldous, mentre sta per genuflettersi ai piedi di Beard, scivola a terra, e, dopo avere colpito un tavolino con la testa, perde coscienza e muore. Beard, con perfida abilità, farà gravare e ricadere la responsabilità della morte di Aldous su Rodney Tarpin, che verrà processato e condannato. In seguito, dopo avere sostenuto in pubblico tesi ardite nel corso di una conferenza, circa la differenza di genere tra maschi e femmine a proposito del talento richiesto per dedicarsi alla ricerca scientifica, Beard, accusato di razzismo, viene costretto a dimettersi dal centro scientifico dal suo collega Braby.
Tutti questi episodi, nel libro davvero sorprendenti e coinvolgenti, sono rivolti a delineare le innumerevoli contraddizioni esistenziali da cui è segnata la vita e l'esistenza di Beard. In seguito lo scienziato si approprierà del progetto di ricerca elaborato da Aldous prima di morire, il quale prevede di riprodurre la fotosintesi delle piante per separare e scindere grazie ai fotoni l’idrogeno e l’ossigeno che sono presenti nell’acqua, sicché sia possibile produrre energia pulita e non inquinante.
Per tale motivo Beard si occuperà di fondare una società con uomini di affari interessati ed intenzionati a proseguire la ricerca scientifica in questo campo e si recherà negli Stati Uniti, dove cercherà di attuare il progetto concepito da Aldous.
Sono molto belle le pagine in cui Beard rievoca il periodo degli studi universitari, quando, pur di conquistare una giovane studentessa di lettere di nome Maisie Farmer, inizia a leggere l’opera poetica di John Milton e rimane folgorato dalla lettura della poesia sulla luce (Hymn to Light) che si trova nel terzo libro del Paradiso Perduto (Paradise Lost). Quest'episodio è fondamentale nel libro, poiché chiarisce ancora meglio quali siano i rapporti tra il rigore razionale della scienza e la fantasia di cui si nutre il linguaggio poetico.
Nella seconda parte della narrazione, Beard, che si avvia verso la vecchiaia, vive la sua condizione esistenziale in preda alla paura ed alla cupa preoccupazione che i suoi progetti scientifici e esistenziali possano naufragare. Infatti, ha una relazione con una nuova donna, Melissa, con la quale concepisce una figlia. Teme, preoccupato e angosciato, che Tarpin, oramai libero dal carcere dopo avere scontato la pena, possa vendicarsi contro di lui.
La conclusione della storia inventata da McEwan lascerà sbalordito e meravigliato il lettore. Siamo di fronte a un libro di straordinario spessore intellettuale, che dimostra come il progresso della civiltà occidentale debba misurarsi con il rischio della catastrofe ambientale, che potrebbe mettere fine alla storia umana. Il libro, che può essere ricondotto nell’alveo delle opere letterarie che si sono confrontate con il sapere scientifico, ricorda in alcuni punti le opere di Italo Calvino e di Robert Musil. Imperdibile.