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cinema
- Articolo di:Giuseppe Talarico
Nel suo libro Alla Cieca Claudio Magris, grande intellettuale, descrive in modo profondo la difficoltà di conoscere il lato oscuro che si cela nella parte più segreta e inesplorata della nostra vita interiore. Questa parte del libro di Magris può aiutare a cogliere il valore poetico ed estetico di un film come Maternity Blues del regista Fabrizio Cattani, nel quale viene con uno stile lieve e insieme delicato rappresentato il dramma dell’infanticidio, di cui le cronache si sono dovuti occupare in molte occasioni.
- Articolo di:Alessandro Nardis
L’amicizia che legava Johnny Depp allo scrittore Hunter S. Thompson (morto nel febbraio 2005), nacque durante le riprese di Paura e delirio a Las Vegas (1998), tratto proprio dall’omonimo romanzo di Thompson. La stima e la considerazione dell’attore istrione nei suoi confronti è continuata negli anni, tanto da fargli decidere di produrre (ed interpretare) The Rum Diary.
- Articolo di:Livia Bidoli
Il nuovo film di Gianni Amelio, che non tornava al cinema da La stella che non c’è del 2006, è tutto dedicato ad Albert Camus (1916-1960), lo scrittore francese nato in Algeria, che indagò con estrema virulenza, e capacità introspettiva, le motivazioni dell’esistenza. Con Il primo uomo, Amelio rende un omaggio compiuto agli ultimi ed ai primi anni dello scrittore: una formazione che portò all’impegno politico come giornalista e come dissidente, un uomo in rivolta (L’homme révolté, 1951), come recita uno dei suoi saggi di maggiore pregnanza (e frutto della divisione con Sartre).
- Articolo di:Alessandro Menchi
Il titolo originale di E ora parliamo di Kevin – We need to talk about Kevin – è la frase che Eva Khatchadourian (Tilda Swinton) è sul punto di dire a suo marito Franklin (John C. Reilly) dopo ogni giornata trascorsa insieme a suo figlio. E' il bisogno di raccontare la serie di umiliazioni e crudeltà che Kevin (Ezra Miller) le infligge quotidianamente. Ma è anche, in senso più metaforico, l'esigenza da parte di una società evoluta di affrontare i demoni che si annidano sotto la superficie patinata della normalità.
- Articolo di:Alessandro Nardis
Estate 1999: cinque ragazzi del Michigan, Jim (Jason Biggs), Kevin (Thomas Ian Nicholas), Oz (Chris Klein), Finch (Eddie Kay Thomas) e Stifler (Sean William Scott) iniziano seriamente a sperimentare la loro sessualità. Da quel 1999 sono passati più di dieci anni e la banda di American Pie torna a East Great Falls nel Michigan, per il fine settimana.
- Articolo di:Giuseppe Talarico
Dopo avere visto il film The Lady, basato sulla vicenda storica e politica di Aung San Suu Kyi e realizzato dal regista francese Luc Besson, è riaffiorata nella mia mente la celebre definizione di Benedetto Croce sulla libertà umana, secondo la quale nella modernità è sorta una nuova religione civile il cui fondamento è dato dal valore universale ed immortale della Libertà, declinata nelle sue diverse forme.
- Articolo di:Elena Romanello
In Train de vie restituiva con non poche risate ma con un groppo finale il dramma della Shoah, mentre ne Il concerto coniugava le tragedie dei totalitarismi all'amore per la musica: ora Radu Mihaileanu si confronta ne La sorgente dell'amore con il ruolo della donna nel mondo islamico, basandosi su un fatto vero accaduto alcuni anni fa in una zona rurale della Turchia e rileggendo la commedia di Lisistrata e del suo sciopero dell'amore per far cambiare gli uomini.
- Articolo di:Livia Bidoli
Diaz è un nome che in Italia ci toglieremo difficilmente dalla mente tutti: evoca un massacro perpetrato ai danni di persone inermi da parte della Polizia Italiana, una forza dell'ordine che ha come obbligo principale e inderogabile quello di difendere i civili dalle azioni criminali ed evitarne la perpetrazione. Daniele Vicari, regista di Diaz, ha scelto di raccontare all'Italia questa faccia in ombra della Polizia, la “macelleria messicana” nelle parole del poliziotto Fournier, che ha macchiato di sangue la notte del 21 luglio 2001 a Genova.
- Articolo di:Elena Romanello
Il riconoscimento e rispetto per le diversità è il banco di prova definitivo della civiltà occidentale che spesso vede nel confronto con quest'ultimi tutti i suoi limiti: spesso, raccontare di diversità al cinema, soprattutto quando si parla di handicap fisico e immigrazione, può dar vita a buonismi, pietismi e semplificazioni, oltre che ad una certa dose di retorica.
- Articolo di:Elena Romanello
Dopo aver messo in scena eroine killer implacabili e tormentate, esseri perfetti creati dai vari elementi, ragazzine in cerca di una loro felicità in mezzo ad assassini e vendette, sante guerriere, archeologhe Belle Époque, questa volta Luc Besson sceglie la sua protagonista in una delle figure più emblematiche e anche più d'esempio del mondo d'oggi, Aung San Suu Kyi, la leader dell'opposizione birmana.