Sonata Islands meets Mahler. Un incontro tra classica, jazz e progressive

Articolo di: 
Teo Orlando
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Sonata Islands meets Mahler (Zone di Musica, 2013) si presenta come un progetto di notevole ambizione. L’ensemble trentino Sonata Islands (formato da Emilio Galante, Achille Succi, Giovanni Falzone, Simone Zanchini, Stefano Senni, Tommaso Lonardi e Francesco Cusa) tenta di rivisitare una delle ultime opere del grande compositore austro-boemo Gustav Mahler, Das Lied von der Erde, con una serie di moduli sperimentali che oscillano tra musica classica, free jazz, avanguardia europea e perfino rock progressive.

Del resto, lo stesso Mahler amava le contaminazioni, e le citazioni di cui sono costellate anche le sue imponenti sinfonie lo testimoniano. Un’operazione poi che si prefigga di rileggere l'opera di Mahler in modo arduo e sperimentale sicuramente non può essere tacciata di spirito mercantile e commerciale, perché le sonorità che ne scaturiscono non sono certo adatte a palati che non siano sopraffini.

Un’altra operazione analoga, quella di Uri Caine, sempre con Mahler, testimonia quanto peraltro sia arduo e challenging tentare di rielaborare composizioni così complesse. Del resto, la musica “forte” (per usare un’espressione cara a Quirino Principe) a cavallo tra Ottocento e Novecento è quasi sempre uscita “indenne” da operazioni di questo tipo, che vanno dalle riletture del Balanescu Quartet e del Kronos Quartet a quelle dei King Crimson (cosa che non si può invece sempre dire della musica barocca, spesso riarrangiata in chiave pop con esiti devastanti). E non è un caso che uno dei padri fondatori del rock progressive, il leader dei Van Der Graaf Generator Peter Hammill, in un’applauditissima conferenza tenuta in italiano il 18 gennaio scorso al Conservatorio “Nicolini" di Piacenza, abbia sottolineato l’importanza di Mahler, e in particolare di questa composizione, per il suo modo di scrittura musicale.

Di Das Lied von der Erde (1908) viene riletta l’intera tessitura armonica, con un arieggiare tipicamente sinfonico, mentre le parti liederistiche (ispirate a un ciclo di poesie cinesi, benché, come ha osservato Theodor W. Adorno, la composizione sia “localizzata su quella macchia bianca del mappamondo spirituale dove una Cina di porcellana confina, sotto un cielo minerale, con le rocce delle Dolomiti colorite di un rosso artificiale”) vengono qui omesse.

Rimane comunque la dimensione dell’eternità, nei Lieder affidata all’inestinguibile durata dei fenomeni naturali: osservando come la vita sia caratterizzata dalla ciclicità dell’eterno ritorno, anche le angosce esistenziali potranno placarsi. L’ensemble sa interpretare perfettamente lo spirito di questa musica, che proietta gli uomini in una dimensione preconcettuale, a cui si possono applicare le seguenti parole di Arthur Schopenhauer: “i concetti contengono solo le forme immediatamente astratte dall'intuizione, quasi il guscio esterno tratto dalle cose, e sono dunque in senso vero e proprio astrazioni, mentre la musica dà il nocciolo intimo, precedente ad ogni formazione, ovvero il cuore delle cose. Questo rapporto si potrebbe esprimere benissimo nel linguaggio degli scolastici dicendo: i concetti sono gli universalia post rem, mentre la musica dà gli universalia ante rem e la realtà gli universalia in re” (Il mondo come volontà e rappresentazione III, 52).

Del resto, in quest’estrema composizione mahleriana viene distillato il male di vivere, anche se sotto chiarori di colori tenui, dalle sfumature rosee e dorate. Giustamente Quirino Principe ha osservato che dopo l’ascesa alle sfere rotanti dei cieli e dei pianeti dell’Ottava sinfonia qui si ritorna alla profondità ctonie e a un mesto richiamo della terra.

Il disco si apre con "Das Trinklied", già nell’originale esordiente in la minore, ma con successivi cambi di tonalità in questa versione ancora più accentuati. Il primo motivo è un Ruf costruito su tre note: nel corso del brano troviamo moduli più sperimentali, come l’inversione della serie pentatonica senza semitoni; qui si innestano improvvisazioni nervose, in cui il flauto di Galante dialoga concitatamente con gli altri strumenti.

"Kind Of Heart" ("Der Einsame im Herbst" in originale) si apre con una lenta melodia del flauto e dell’ottavino, aprendosi poi progressivamente agli altri strumenti. Gli strumenti si aggiungono uno alla volta per aprirsi in un brano di grande fascino, dove ritmi diversi si succedono, fino a momenti struggenti e d’atmosfera, sottolineati da brillanti note di sassofono. Non a caso il titolo originario di Mahler era “Il flauto di giada”, a sottolineare i toni lievi ed esoticamente stranianti del brano. La melodia sfuma con accenti che ricordano le pennellate da atmosfera fusion che si trovano nei Weather Report (ad esempio in Birdland) o nel trio Jarrett-Peacock-DeJohnette. 

"Non Mahler" si pone come un brano decisamente più sperimentale e “contaminato”: per molti versi vengono in mente le sonorità che hanno caratterizzato uno dei capolavori dei King Crimson, quello Islands a cui probabilmente il sestetto si richiama anche per il nome. Nel brano si assiste a un’alternanza non programmata di momenti lievi e di movimenti concitati, dove il virtuosismo improvvisatorio degli esecutori si dipana in un confronto dialettico con una partitura che lascia poco spazio alla libera creatività di chi esegue il brano.

"Von Der Schönheit", in sol maggiore, si presenta come quasi una danza cadenzata dal sax e dalla fisarmonica: è un brano senza nette fratture, che descrive quasi figure serigrafate, che assumono una sorta di corposità  morbida e con lunghe melodie, di cui la prima assomiglia quasi a un valzer viennese. Il resto del brano richiama invece un'altra esperienza "contaminatrice" dei Sonata Islands, ossia quella che li ha visti incidere alcuni brani provenienti dall'avant-rock degli Henry Cow di Fred Frith e degli Univers Zero, nel CD alquanto sperimentale Sonata Islands goes RIO (dove Rio non è la metropoli brasiliana, ma un acronimo di Rock In Opposition, a evidenziare la matrice politica rivoluzionaria e lo stile avanguardistico e sperimentale dei personaggi che vi si riconosono).

In "Around Mahler" si rende anche omaggio al grande standard di Thelonius Monk "Round Midnight", con un deciso intervento del contrabbasso che rimanda invece a Charlie Mingus. La fine del brano è scandita da alcuni assoli degli strumenti a fiato e da un più deciso intervento della batteria.

L’ultimo brano, "Commiato" (Der Abschied), è quello più impersonale e oggettivo, nel senso che la natura sembra risuonare al di fuori dell’intervento umano. Si apre in do minore, con la tromba suonata quasi in atteggiamento da marcia militare; gli strumenti poi sembrano riprodurre i canti più lugubri di uccelli come i corvi, con alcune citazioni mutuate dal Tristan und Isolde di Richard Wagner e con il risuonare di una mesta cantilena, dove gli strumenti a fiato si intrecciano con la sonorità quasi lacerata della fisarmonica.

Flauto e ottavino si inseriscono poi a formare una melodia secondo una scala pentatonica, finché la musica si riduce alla sua struttura più elementare, diventando quasi “carta assorbente” (Adorno), atta a catturare la decadenza della civiltà. I versi finali di Giuseppe Calliari, che traducono una parte del Lied mahleriano, recitati con voce sommessa ed accorata, suggellano degnamente questa superba performance.

Pubblicato in: 
GN14 Anno VI 13 febbraio 2014
Scheda
Titolo completo: 

ZONE DI MUSICA

Sonata Islands

SONATA ISLANDS MEETS MAHLER - CD
Emilio Galante flauto e ottavino
Giovanni Falzone tromba
Achille Succi clarinetto e sax alto
Simone Zanchini fisarmonica
Stefano Senni contrabbasso
Francesco Cusa batteria

Il canto della terra  - Parafrasi jazz per sestetto, voce recitante e video su Das Lied von der Erde di Gustav Mahler

Track listing

1. Das Trinklied (Edizioni Ricordi, arr. Hubert Stuppner) 3:11
2. Kind of Earth (arr. Stefano Nanni) 11:27
3. Non Mahler (arr. Simone Zanchini) 13:15
4. Von der Schönheit (arr. Achille Succi) 11:27
5. Around Mahler (arr. Giovanni Falzone) 13:25
6. Commiato (arr. Emilio Galante) 17:23

Testi di Giuseppe Calliari
Prezzo: € 12,10