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Dickens. Un evergreen per Natale
Il sottotitolo del film Dickens di Bharat Nalluri è “l'uomo che inventò il Natale” (in originale: The Man Who Invented Christmas), e questo è sicuramente vero se ci riferiamo ad un'Inghilterra vittoriana in cui le problematiche “sentimentali” come anche quelle concrete legate al Natale, erano di primaria importanza. Povertà, sfruttamento dei bambini, ladruncoli che come miriadi di formiche invadevano bassifondi e centro di Londra in cerca di cibo come di pecunia, erano effettivamente quello che sostanziava il Natale in negativo e Dickens lo sapeva bene, avendo lavorato in una Bleak House (una fabbrica di lucido da scarpe, titolo che dà anche ad uno dei sui romanzi) da bambino. Per cui, A Christmas Carol (Canto di Natale) fu per lui una prova particolare, foriera di parecchi ricordi.
Ofelia non annega e vira sul rosso futurista
Nell'ambito del Festival Fuorinorma, proposto e coordinato da Adriano Aprà, che ha debuttato giovedì 26 ottobre all'Off/Off Theatre con il film Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, abbiamo visto sabato 2 dicembre al Teatro dei Dioscuri il film-performance di Francesca Fini Ofelia non annega. Il festival prosegue il suo programma di “Cinema espanso” ai Dioscuri sempre dal 2 all’8 dicembre ad ingresso libero e con tre mostre dedicate al cinema con il Premio Pasinetti, a Venezia ed una con le tele suggestive di Guglielmo Ciardi.
Netflix. Un fenomeno chiamato Stranger things
Su Netflix è disponibile la seconda stagione di Stranger Things, serie di genere fantastico diventata di culto l’anno scorso praticamente a sorpresa, pronta quindi di nuovo ad appassionare un pubblico composto in parte anche di nostalgici. I grandi protagonisti di Stranger Things sono infatti gli anni Ottanta, visti con il filtro dell’immaginario nerd e fantastico, attraverso le avventure di un gruppo di ragazzini, eroi per caso come i loro coetanei protagonisti in quel decennio di film cult come Stand by me, ET e I Goonies.
Vittoria e Abdul. Un'amicizia insolita sotto la Regina Vittoria
L’epoca vittoriana, una delle più emblematiche della Storia europea, rivive in maniera insolita e molto interessante nonché inedita nell’ultimo fatica di Stephen Frears, Vittoria e Abdul. Ispirato ad una storia vera e scoperta solo nel 2010 con la pubblicazione del libro di Shrabani Basu basato sulla scoperta di documenti rimasti segreti fino a quel momento.
Mistero a Crooked House. Poca verve per Agatha Christie
Il regista Gilles Paquet-Brenner è approdato al Mistero a Crooked House dopo aver reso nel 2015 l'adattamento cinematografico omonimo del romanzo Nei luoghi oscuri (Dark Places) di Gillian Flynn. Con un cast all stars a cominciare da Glenn Close, e poi con Christina Hendricks, Gillian Anderson, Terence Stamp; ed ancora, Julian Sands ed il figlio di Jeremy Irons, Max, anche questa pellicola è l'adattamento cinematografico di un romanzo del 1949 intitolato È un problema (Crooked House) di Agatha Christie.
Camera. Il cinema di Paolo Sorrentino
Fino al 7 gennaio prossimo Camera, il centro italiano per la fotografia di Torino in via delle Rosine 18, ospita un’altra mostra dedicata al cinema in concomitanza con Arrivano i Paparazzi!: Cronache dal set: il cinema di Paolo Sorrentino, con le foto di Gianni Fiorito.
La battaglia dei sessi. Vittoria sul campo
Il regista Jonathan Dayton, porta sul grande schermo l’incontro, di tennis, avvenuto tra la campionessa Billie Jean king, entrata a far parte della hall of fame nel 1987, ed il ben più maturo Bobby Riggs, in vetta alla classifica per ben tre volte: il film in cui se ne parla, è uscito al cinema con il titolo La battaglia dei sessi, il cui valore e significato umano supera di gran lunga l’importanza della sfida sportiva.
Loving Vincent. Una continua pennellata al cuore
“Con amore, Vincent” titola così, brevemente, il film dedicato a Van Gogh da una collaborazione cinematografica britannico – polacca che ne ha disegnato i contorni tra fumetti ed attori in carne e ossa, tutti ridipinti olio su tela secondo il modo reso celebre dal pittore olandese: le spesse pennellate che intridono di colore ogni palmo dei suoi quadri. Uno squisito ritratto degli ultimi giorni, “à rebours”, a ritroso, come direbbe Huysmans, il decadente francese per antonomasia, che lui ha tanto letto e amato. Loving Vincent, nelle sale unicamente dal 16 al 18 ottobre distribuito da Adler e Nexo in Italia, comincia dal saluto finale della sua ultima lettera indirizzata a suo fratello Theo.
Blade Runner 2049. Il corpo dei replicanti
Tutti ricordano Blade Runner, anche chi non conosce Philip K. Dick, che ha scritto Do the Androids Dream of Electric Sheep? nel 1968 (tradotto in italiano per la prima volta dall'editrice Nord con Cacciatore di androidi, riferendosi al protagonista ed al suo mestiere; più tardi tradotto da Fanucci – che ha edito l'opera omnia di Dick – con Gli androidi sognano pecore elettriche?, seguendo fedelmente il titolo originale): da questo libro è tratto il famoso film di Ridley Scott datato 1982, di cui Denis Villeneuve ha diretto il seguito datandolo trent'anni dopo: Blade Runner 2049, prodotto dallo stesso Ridley Scott.
Valerian e la città dei mille pianeti. Benvenuti nel 2740!
Il ritorno di Luc Besson alla fantascienza è in sé un evento dopo il capolavoro indimenticabile de Il quinto elemento (1997), cui ha fatto seguito, sulla stessa scia, Lucy con Scarlett Johansson nel 2014, che abbiamo apprezzato molto. Con Valerian e la città dei mille pianeti però si staglia un legame con l'infanzia di Besson, che si è colorata proprio di quegli stessi fumetti che ora hanno un rilievo cinematografico. Per questo, si è avvalso, nella creazione del film, di Pierre Christin e Jean-Claude Mézières, autori del fumetto (il primo alla scrittura, il secondo alle illustrazioni) che è andato per la prima volta in edicola nel 1967 sotto il titolo di Valérian et Laureline. Ascoltiamo dalla voce di Besson come è nata questa passione.