Anna Karenina. I lacerti di un sogno

Articolo di: 
Livia Bidoli

Un magnifico palcoscenico di un teatro dell'Ottocento per l'Anna Karenina diretta da Joe Wright: un parterre rivestito di décor barocchi, la rilettura del capolavoro dell'autore russo di Guerra e pace, Lev Tolstoj, è la storia dell'eroina con un'allure che scatena l'attenzione e tiene desto il ritmo con velocità incalzante e trovate continue, tra una quinta e l'altra. Gli attori, tutti di grido, vanno dalla protagonista Keira Knightley e Jude Law  (l'ufficiale e marito Karenin) fino a Aaron Taylor-Johnson nel ruolo dell'amante impossibile, il conte Vronskij.

Blue Valentine. L'alito aspro della deriva amorosa

Articolo di: 
Livia Bidoli

Giunge in Italia con circa due anni di ritardo il film che Derek Cinafrance ha presentato al Sundance Film Festival nel 2010 ed al Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard: Blue Valentine, un San Valentino blu, ovvero triste, come l'aggettivo ricorda in inglese. Con Ryan Gosling e Michelle Williams seguiamo il naufragio di una coppia in cui le parti sembrano quasi ribaltate, presentando un romantico Dean ed una più dissennata e problematica Cindy: un film in cui è lui quello che cerca di mettere a posto le cose, sebbene stiano rotolando giù come pietre (direbbe Bob Dylan, “Like a rolling stone”).

Noi siamo infinito. Il battito improvviso dell'attimo vitale

Articolo di: 
Livia Bidoli

Gli anni Ottanta ed il loro strascico fino ai Novanta, albeggiano fra gli adolescenti come una promessa di una qualche grazia, come se un'epoca in cui il digitale non aveva ancora preso piede, in fondo avesse stimolato altre zone dell'immaginazione oggi forse un po' assopite (o più rassegnate). E così, il libro omonimo Noi siamo infinitoscritto da Stephen Chbosky, si è trasformato in un film diretto da lui stesso e con Logan Lerman ed Emma Watson come protagonisti. La terza, incredibile parte dell'amico che li fa incontrare, è di Ezra Miller.

Cloud Atlas. Nei cieli dell'eterno ritorno

Articolo di: 
Elena Romanello

Difficile definire il genere di un film come Cloud Atlas, film che segna il ritorno di, come la chiamano loro “l’astronave Wachowski”, Andy e Lana, le due menti dietro a Matrix (1999), insieme a Tom Tywker, visto che nei sei episodi, tratti dal romanzo di David Mitchell, si mescolano vari generi, dal film storico con denuncia sociale alla storia d’amore struggente e proibita, dal thriller alla commedia amara, fino alla fantascienza, per una cavalcata tra passati noti e distopie future.

Qualcosa nell'aria. Arte come rivoluzione

Articolo di: 
Eleonora Sforzi

L'ultimo film di Olivier Assayas, presentato in concorso al Festival di Venezia 2012 e premiato per la Miglior Sceneggiatura, conduce gli spettatori indietro nel tempo, in un passato non troppo lontano, ma che ha lasciato tracce significative sulla realtà attuale.

Les Misérables. L'epica musicale di un capolavoro

Articolo di: 
Alessandro Menchi

Dopo aver narrato il percorso ascensonale della regale voce balbuziente di re Giorgio VI, Tom Hooper fa librare quella soave e imperiosa del misero Jean Valjean (Hugh Jackman) che combatte a suon di ariose melodie con il suo rivale e persecutore Javert (Russel Crowe) in Les Misérables.

Amore a pezzi. Documentario di apertura della rassegna "Materiali d'amore"

Articolo di: 
Eleonora Sforzi

In occasione della prima rassegna web "Materiali d'amore", a cura di Anna Maria Pasetti e Antonio Pezzuto – nell'ambito del progetto "Oggi insieme, domani anche. -Film partecipato" – sulla piattaforma streaming di MyMovies dal 7 al 13 gennaio sono stati proiettati alcuni film che hanno proposto, spesso in forma documentaristica, diverse angolazioni da cui osservare i rapporti e le relazioni interpersonali, in particolare legati all'amore.

Quello che so sull'amore. La compiacenza borghese sull'amore

Articolo di: 
Alessandro Nardis

Chi scrive questa recensione ha conosciuto Muccino Senior praticamente proprio con il suo esordio, Ecco fatto (1998). All'epoca ero poco più che adolescente. Il film, pur trattando tematiche proprie dei ventenni/trentenni mi piacque molto, con il suo stile dinamico anche se a volte un pò esasperato (chi non ricorda le scene tipiche mucciniane con urla e imprecazioni lanciate nel corso degli anni dai vari Bentivoglio, Accorsi, Mezzoggiorno, etc etc).

La scoperta dell'alba. L'aura mitica degli anni di piombo

Articolo di: 
Livia Bidoli

Un tuffo nel passato di chi negli anni Ottanta era bambino, già immerso in un'atmosfera da incubo perché le prime bombe e i primi agguati già c'erano stati nel 1978 con l'uccisione di Moro firmata dalle Brigate Rosse e su cui tuttora aleggiano ombre di compromissione dello Stato. Susanna Nicchiarelli ha quindi teso a descrivere una porzione di un'epoca di “piombo” appunto, relativizzandola e rendendola in qualche modo “surreale e malinconicamente struggente” con questo suo secondo lungometraggio dopo Cosmonauta del 2009. La scoperta dell'alba è un film fantastico che si posa lievemente su anni in contrapposizione, quelli odierni di rassegnazione e quelli della lotta più caparbia e incosciente.

Zero Dark Thirty. Nel tempo della notte

Articolo di: 
Livia Bidoli

C'è il tempo della notte e quello del giorno, ed è in quello della notte che avvengono gli agguati, gli attacchi, le operazioni militari più ardite come la cattura di Osama bin Laden, il 2 maggio 2011, che ha modificato anche l'esito del film, in parte girato prima della scoperta del suo covo ad Abbottabad e della successiva uccisione in loco. Katrhyn Bigelow con Zero Dark Thirty quindi, proseguendo sulla linea di Heart Locker (2008), sempre insieme allo sceneggiatore e produttore Mark Boal, si inoltra in quella che è tuttora una delle operazioni più lunghe e tortuose della CIA, retrocedendo di almeno dieci anni.