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The Kids are all right. Julianne Moore & Annette Bening in un perfetto ménage omosex
Cosa succede se due mamme omosessuali hanno un figlio ed una figlia ciascuna (non sapremo mai chi da chi nemmeno alla fine del film) da uno sconosciuto donatore? Il principio del film è dovuto alla storia della regista Lisa Cholodenko con Wendy Melvoin, con cui ha avuto un figlio proprio in questa maniera, dopodiché la trama prende altre strade con la cosceneggiatura di Stuart Blumberg. Vincitore al Sundance Film Festival 2010, indaga una problematica in primo piano negli Stati Uniti.
Jules, ovvero la premiata col Marc’Aurelio all’attore all’appena concluso Festival Internazionale del Cinema di Roma Julianne Moore, e Nic, la altrettanto bravissima Annette Bening, sono una coppia omosessuale con due bei figli adolescenti di cui uno, il maschio Laser, ha circa 15 anni mentre l’altra, Joni, ne ha appena compiuto 18 e si prepara per l’università. Il legame fra le due madri è solido però in stallo mentre i figli sembrano ben pasciuti e senza particolari problemi finché uno dei due, Laser, chiede di conoscere il proprio padre (che ricordiamo è lo stesso donatore per entrambe le mamme.) Joni, che è maggiorenne, acconsente a chiamare la clinica per lui e Mark Ruffalo nella parte del padre donatore Paul, si concede volentieri all’incontro che stabilisce un nuovo equilibrio familiare che mette in crisi quello precedente.
Il comportamento di Jules, che si apre ad una relazione sessuale con Paul, insinua una spina in un rapporto consolidato ma fermo sui posti di blocco, scatenando reazioni più che difensive in tutti i membri della famiglia. Aldilà del finale, che trovo più che coscienzioso, verosimile, il film è didattico al massimo grado senza spingere l’acceleratore sulle didascalie e questo fa riflettere. In fondo quello che viene descritto non è assolutamente un rapporto omosessuale se non per i componenti della coppia: due donne. Per tutto il resto la relazione che intercorre tra Jule e Nic, ed anche quella coi loro figli, è assolutamente assimilabile a qualsiasi altra relazione eterosessuale, questo a significare, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, che il tipo di relazione che s’instaura non dipende dal genere, piuttosto dalle persone e che “i ragazzi stanno bene” se la coppia si e li ama, ed è ben amalgamata e fondata sul principio dell’amore e della comprensione reciproci. Aggiungo, e su di una bella dose di buona volontà.