Green Book. La guida per i Neri nell'Apartheid USA

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Teo Orlando

Siamo negli Stati Uniti del 1962, l'era di John Fitzgerald Kennedy alla presidenza, in cui nuovi orizzonti sembravano dischiudersi. Ma la vita quotidiana di molti cittadini è ancora problematica e ardua, soprattutto se non si è Wasp (White, Anglo-Saxon, Protestant): dopo la chiusura per lavori di ristrutturazione di uno dei migliori club di New York in cui lavorava, il buttafuori italo-americano Frank Tony Vallelonga (alias Tony Lip) deve a tutti i costi trovare un altro impiego per mantenere la sua famiglia, composta da una moglie devota e due bambini. Sicché accetta di lavorare per il pianista afro-americano Don Shirley e decide si seguirlo come autista tuttofare in una tournée nelle contrade del Sud degli Stati Uniti.

L'uomo dal cuore di ferro. Reinhard Heydrich, l'anima più nera del nazismo

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Teo Orlando

Ci si è spesso domandati se esista un ordine scritto di Adolf Hitler che abbia ordinato la cosiddetta "soluzione finale del problema ebraico", ossia il genocidio noto come Shoah. È possibile che tale ordine, mai ritrovato, non esista come documento formale per iscritto, e che il Führer si sia limitato a "suggerire" quanto venne poi messo per iscritto e atrocemente eseguito da due personaggi famigerati, Reinhard Heydrich e Adolf Eichmann, nella famosa conferenza berlinese del Wannsee svoltasi nel gennaio del 1942 (cfr. Gerald Reitlinger, The Final Solution, New York, 1953). Ora il regista Cédric Jimenez (French Connection) manda nelle sale L’uomo dal cuore di ferro, incentrato proprio su una delle figure più oscure e temibili del regime Nazista e sugli uomini e le donne della Resistenza Cecoslovacca che con immenso coraggio cercarono di eliminarlo: Reinhard Tristan Eugen Heydrich. Non si pensi però che sia il primo film dedicato a questo gerarca freddissimo e spietato: il primo lungometraggio su quest'argomento, Anche i boia muoiono (Hangmen also die), fu girato addirittura nel 1943, diretto da Fritz Lang e con la sceneggiatura dovuta a Bertolt Brecht in persona.

La favorita. Morbosità British secondo Lanthimos

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Teo Orlando

Si può realizzare un film storico in cui le vicende private e gli intrighi di corte lasciano sullo sfondo gli eventi della grande storia, della storia "evenemenziale" per eccellenza? Risposta: sì, se il film riguarda personaggi che non hanno mai raggiunto la dimensione "cosmico-storica" propriamente detta. È il caso de La favorita di Yorgos Lanthimos, ambientato nell'Inghilterra dei primi anni del XVIII secolo, impegnata in una guerra con la Francia di Luigi XIV (la cosiddetta Guerra di successione spagnola), ma senza prenderla troppo sul serio, visto che l'aristocrazia pensa piuttosto alle corse delle anatre e alla degustazione dell'ananas.

Mia e il leone bianco. Il re della savana secondo una bambina

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Claudia Tifi

Siamo in Sudafrica, a quaranta chilometri da Pretoria, i vasti scenari della “Welgedacht Reserve” accolgono le riprese di Mia e il leone bianco, una fiaba per i bambini di tutte le età. Protagonisti dell'ultima fatica del regista Gilles de Maistre sono Mia, la quindicenne Daniah De Villiers, e il re della savana, il mitico leone dal manto bianco e gli occhi verdi.

Mary Queen of Scots. Le due regine

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Livia Bidoli

Diretto dalla regista teatrale Josie Rourke, Mary Queen of Scots è un film a due facce, quelle delle due sorelle o sorellastre Mary ed Elizabeth, in costante esacerbante opposizione politica per il trono d'Inghilterra, che Mary poteva reclamare come diretta discendente della casata reale degli Stuart, e soprattutto figlia legittima e regina concorte di Francia, non come Elizabeth, contestata perchè figlia di Enrico VIII ed Anna Bolena, e della casata dei Tudor. Nei due ruoli cardine vediamo Saoirse Ronan come Mary e Margot Robbie come Elizabeth.

Aquaman. Un supereroe sottomarino per salvare il pianeta Terra

Articolo di: 
Teo Orlando

Nell'eterna diatriba tra DC Comics e Marvel abbiamo assistito alle vite parallele di due supereroi "acquatici", Aquaman e Namor, il submariner, entrambi nati da un padre "terrestre" e da una madre "atlantidea. Più dalla parte dei "buoni" il primo, più semi-villain il secondo. Ad arrivare per primo al cinema è stato però Aquaman, con un film distribuito dalla Warner Bros, nell'ambito del DC Extended Universe (DCEU). Diretto da James Wan, con una sceneggiatura scritta da David Leslie Johnson-McGoldrick e Will Beall, da una storia di Geoff Johns, Wan e Beall, ha come protagonista Jason Momoa. Ma anche il resto del cast è di prima qualità: con Amber Heard, Willem Dafoe, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Yahya Abdul-Mateen II, e perfino Nicole Kidman.

Ben is Back. Il ritorno del figlio

Articolo di: 
Livia Bidoli

Con Julia Roberts e lo stesso figlio del regista Peter Hedges protagonisti, il bravo Lucas Hedges, - già visto nel Boy Erased paqssato a ottobre nel Roma Film Fest, regista Joel Edgerton - quello che abbiamo visto e sarà nei cinema dal 20 dicembre prossimo, Ben is Back, è un film veramente toccante. Tutto si incentra sul ritorno di Ben, figlio di Holly Burns, dalla clinica di disintossicazione, da cui scopriremo essere uscito troppo presto per festeggiare la vigilia di Natale insieme alla sua famiglia nella periferia di una cittadina piccola e qualunque.

Il castello di vetro. Amore e nevrosi in una famiglia disfunzionale

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Teo Orlando

Ecologismo profondo e vita anticonformista al limite tra bohémien e clochard: il tutto condito in salsa americana, anzi da profonda provincia statunitense. È quanto ci propone il nuovo film del premio Oscar® Brie Larson, Il castello di vetro (The Glass Castle). La storia raccontata si basa sull'autobiografia di Jeannette Walls, cresciuta in una famiglia eccentrica e disfunzionale, resiliente e misteriosamente affiatata.

La promessa dell'alba. Uno scrittore tra Edipo e Giocasta

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Teo Orlando

Il grande cinema francese ritorna con il regista Éric Barbier (Le brasier, lungometraggio sulle lotte dei minatori negli anni '30 del secolo scorso), un'attrice d'eccezione come Charlotte Gainsbourg (ricordiamo alcune sue splendide interpretazioni con Lars von Trier, in Melancholia e Nymphomaniac) e un attore giovane ma già affermato come Pierre Niney: dal romanzo autobiografico di culto scritto da Romain Gary, La promessa dell'alba (La promesse de l'aube), il regista e i due produttori,  Eric Jehelmann e Philippe Rousselet, hanno saputo trarre un film appassionante e commovente, benché a tratti troppo enfatico e retorico.

Robin Hood. Un fuorilegge postmoderno

Articolo di: 
Livia Bidoli

Sulla scia del precedente King Arthur di Guy Ritchie di un anno fa, e come recita bene il pressbook ripetendo,"tempi moderni" una riga si e l'altra no (il che richiamrebbe il "Tempi moderni" di Charlie Chaplin del 1936, ma è evidente che non siano quelli il riferimento), il film Robin Hood di Otto Bathurst, foriero di una fortunata serie che ha iniziato proprio lui col primo episodio di Black Mirror, dicevamo, il regista si è gettato a pié sospinto in una lettura ipermoderna, con tanto di costumi e palazzi inesistenti all'epoca quanto le miniere di carbone ispirate fortemente al Signore degli Anelli di Jackson, ci riferiamo naturalmente alle tenebrose minisere degli orchi di Sauron.