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X-Files. Il ritorno sotterraneo di un mito sci-fi
Sembrava impossibile fino a qualche tempo fa, ma quasi quattordici anni dopo la fine della serie regolare e oltre sette anni dopo il secondo e deludente film, gli agenti Mulder e Scully sono tornati in tv con una nuova miniserie di sei episodi di The X-Files, invecchiati, un po' amareggiati dalla vita, ma sempre loro.
Nel segno di Profondo Rosso. Luigi Pastore e la scuola horror italiana
Si è svolta giovedì 21 gennaio 2016, presso il cinema Trevi, una rassegna/presentazione che ha voluto celebrare il cinema horror italiano. Presenti in sala molti esponenti dell'horror made in Italy: Luigi Cozzi, Antonio Tentori e Fabio Giovannini, Luigi Pastore, il mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti, il musicista storico "argentiano" Claudio Simonetti. Tutti insieme per celebrare quello che è il cinema horror italiano, sia del passato che odierno In realtà l'operazione è riuscita a metà e il tutto si è risolto nella presentazione di tre nuove pellicole e il riproponimento di una quarta. I registi coinvolti in queste proiezioni sono stati Luigi Cozzi e Luigi Pastore. Questa seconda parte dell'articolo è dedicata a Lugii Pastore.
Nel segno di Profondo Rosso. Luigi Cozzi e Blood on Méliès' Moon
Si è svolta giovedì 21 gennaio 2016, presso il cinema Trevi, una rassegna/presentazione che ha voluto celebrare il cinema horror italiano. Presenti in sala molti esponenti dell'horror made in Italy: Luigi Cozzi, Antonio Tentori e Fabio Giovannini, Luigi Pastore, il mago degli effetti speciali Sergio Stivaletti, il musicista storico "argentiano" Claudio Simonetti. Tutti insieme per celebrare quello che è il cinema horror italiano, sia del passato che odierno In realtà l'operazione è riuscita a metà e il tutto si è risolto nella presentazione di tre nuove pellicole e il riproponimento di una quarta. I registi coinvolti in queste proiezioni sono stati Luigi Cozzi e Luigi Pastore.
La corrispondenza. Comunicare le emozioni secondo Tornatore
Immagini, schermi, parole scritte e digitate. Queste le modalità con cui i protagonisti dell'ultimo film di Giuseppe Tornatore, dal titolo non casuale de “La corrispondenza”, possono dimostrarsi il proprio amore. Firmato ancora una volta dalle drammatiche colonne sonore composte dal maestro Ennio Morricone, il nuovo lungometraggio del cineasta racconta una storia d'amore insolita, che sembra far riflettere sulle estreme conseguenze dell'attuale realtà in cui anche i sentimenti vengono “digitalizzati”.
The Revenant. Nello splendore feroce del gelo
Con un Golden Globe appena in mano, Leonardo di Caprio si avvicina all'Oscar ma ancora non siamo sicuri che a febbraio lo rieceverà per questa sua prova attoriale intensa, non c'è che dire, nel gelo delle Montagne Rocciose del Nord Dakota girato da Alejandro González Iñárritu, e tratto dal libro omonimo di Michael Punke: Revenenant, ossia “ritornante”, dal francese revenant, dal quale è tratto il titolo, che ha molto a che fare con fantasmi vampirici dell'Ottocento inglese, francese e, naturalmente, americano. Pensiamo a Poe per esempio ed alla sua elegante ed algida Ligeia: qui, però, si tratta di un ritornante legato allo smercio delle pelli degli animali feroci nel 1823.
Joy. Golden Globe alla self-made woman
Avevamo lasciato Jennifer Lawrence con l'ultimo episodio di Hunger Games e ce la ritroviamo casalinga - semidistrutta ed inventrice: un cambiamento epocale a cura della regia di David O. Russell molto noto per American Hustle – L'apparenza inganna (2013), e che con l'attrice, che con questo film si è aggiudicata un Golden Globe come migliore attrice in una commedia (o musical), è alla sua terza collaborazione.
Carol di Todd Haynes. L'amore a più dimensioni
Carol di Todd Haynes non è un film per tutti: è un pò come Francofonia di Sokurov, i palati fini si abbevereranno alla fonte, gli altri cominceranno a dibattere di questioni pusillanimi come i gusti sessuali degli altri, (come se fosse di loro competenza) e affini. Carol è un film di lusso, se scegliete, nell'arte o nel cinema, prodotti di basso profilo, sconsiglio di vedere un film raffinatamente aulico come questo, con una grandissima interpretazione sia di Cate Blanchett sia di Rooney Mara. Un regalo per il nuovo anno da uno dei registi più profondamente analitici nella loro estensione estetica.
Macbeth. La glacialità del sangue
Scegliere una delle più grandi tragedie di Shakespeare, Macbeth, terminata di scrivere nel 1606, è un grande passo per qualsiasi regista, per Justin Kurzel ha significato un ottimo binomio col fratello compositore, Jed Kurzel, che ha composto le ipnotiche musiche sinfoniche con i suoni gravi del violoncello in prima linea sul rosso sangue delle scenografie di Fiona Crombie e la splendida fotografia di Adam Arkapaw, rendendo la pellicola una rivistazione filmica molto teatralizzata di una delle dark tragedies del Bardo.
Star Wars. Che la forza sia con Rey
Dopo dieci anni di latitanza, il ciclo epico inaugurato da George Lucas nel 1976 con Star Wars - Guerre stellari (Episodio IV della trilogia origjnale inventata e diretta da Lucas) - e di cui ha venduto i diritti alla Walt Disney che ha acquisito la Lucasfilms – si arricchisce di un nuovo sequel: Il risveglio della forza ed in 3D. Tornano i personaggi principali di Luke Skywalker, Leia Organa e Han Solo, oltre che al simpatico gigante Wooklee di nome Chewbe. Harrison Ford torna a guidare la Millennium Falcon ma con una nuova protagonista a dirigerla, la giovane attrice Daisy Ridley nella parte di Rey, di cui scopriremo il legame con il primo protagonista nella saga alla fine del film, in una scena particolarmente epica.
Il ponte delle spie. La Guerra Fredda secondo Spielberg
Il ponte delle spie (Bridge of Spies) di Steven Spielberg conferma e quasi suggella la passione del regista per gli avvenimenti storici. Appassionato di storia, il cineasta statunitense conosce le vicende della Guerra Fredda da quando era bambino, dato che suo padre non cessava di informarlo dei contrasti e delle tensioni che agitavano i rapporti fra Stati Uniti e Unione Sovietica negli anni ’50 e ‘60.