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Roger Waters e Sean Evans. Another brick in the Wall
Dal 29 settembre al 1° ottobre 2015 verrà proiettato sugli schermi dei cinema di tutto il mondo The Wall, diretto da Roger Waters e Sean Evans. Inutile dire che Roger Waters, uno dei membri fondatori dei Pink Floyd, non ha bisogno di presentazioni: il settantaduenne musicista del Surrey non è più semplicemente una rockstar, bensì un intellettuale a tutto tondo, autore anche di prese di posizione controverse, come quella in favore della causa palestinese, con una forte curvatura antisionista.
Via dalla pazza folla. Il melanconico e romantico Hardy
Questo è forse l'unico romanzo di Thomas Hardy, trasformato in film, che non termina in tragedia sebbene ne sia intessuto fino al collo in un susseguirsi quasi senza soluzione di continuità. Al contrario dei seguenti come Jude The Obscure (1895) o Tess dei D'Ubervilles (1891), infatti, Via dalla pazza folla (Far from the Madding Crowd, 1874) ha una trama che predice da subito che qualche speranza c'è, sebbene il determinismo in voga in quella fine dell'Ottocento e abbracciato completamente da Hardy.
Inside Out. La Fabbrica delle Emozioni
Che cosa succede dentro la nostra mente si è chiesto Pete Docter quando ha visto sua figlia di 11 anni, esattamente l'età della protagonista del suo ultimo ("prediciamo" pluripremiato) cartone animato Disney Pixar Inside Out, quando cresce e diventa tranquilla e riservata da vivace e spensierata che era prima? E quindi, spazio alle emozioni: ne ha scelte cinque comuni a tutti gli studi perché 27 erano troppe, tra quelle elencate in tutto il mondo. E le ha scelte fra quelle che sono presenti in tutti gli studi sulle emozioni, insieme al Dottor Keltner (Berkeley University), stando attento sia alla metaforica fisicità dei personaggi sia ai colori scelti per rappresentarli.
Amy Winehouse. Back to Black
Forse non c'è il titolo di una canzone che rappresenti meglio l'anima, la voce, il senso della vita di Amy Winehouse di Back to Black. Già i primi versi sono intrisi della sostanza della sua vita: il “black” della sua voce, il colore anche della nigredo (la depressione che l'attanagliava insieme alla bulimia); il nome di quello che pensava fosse il suo soulmate, Blake Fielder, e si trasformò nel compagno di “giri” altrove, in un territorio che la mandò per la prima volta in Rehab, riabilitazione, il titolo della canzone che gli valse una manciata di MTV Awards, tra i numerosi premi che vinse durante la sua brevissima vita terminata a 27 anni il 23 luglio del 2011 con un overdose.
La bella gente di Ivano De Matteo. Uno spaccato impietoso dell'ipocrisia alto-borghese
Uscito in Italia con ben sei anni di ritardo a causa di contrasti tra il regista e la distribuzione, La bella gente di Ivano De Matteo ripropone un topos cinematograficamente associato soprattutto a Julia Roberts e Richard Gere in Pretty Woman: quello della prostituta che viene sottratta alla strada perché trovi la strada di una possibile "redenzione" sociale. Qui però la situazione è proiettata nell'Italia contemporanea, con una fotografia della upper class molto efficace (memore di descrizioni analoghe nei film di Paolo Virzì e di Francesca Archibugi).
Taxi Teheran. In taxi contro la censura in Iran
Il film iraniano che ha vinto l'Orso d'Oro a Berlino quest'anno, a firma del regista Jafar Panahi, è “clandestino” e soprattutto coinvolge tutta una serie di persone che, volenti o nolenti, sono entrate a farne parte, per lo più senza saperlo. Si, perché questo film si svolge tutto a bordo di un taxi guidato dal regista stesso, il quale ha filmato tutti gli incontri in auto e fuori, per aggirare la censura del suo paese, l'Iran.
Ex Machina. La settima stanza di Ava
Il primo film dello sceneggiatore di 28 giorni dopo e Sunshine, ovvero Alex Garland, è un film molto mentale e pensato: Ex Machina, con soggetto e sceneggiatura curate da lui stesso, rivela parecchi spunti di riflessione, dalla Macchina di Turing alle teorie di Wittegenstein fino alla celebre favola di Barbablù, cui accenneremo soltanto per farvi scoprire il nesso attraverso la visione.
Bologna 2015. XXIX Edizione del Festival del Cinema Ritrovato. Una panoramica
Anche quest'anno la dotta e culturalmente attiva Bologna è stata illustre cornice di quello che è probabilmente il festival più amato dai cinefili, ovvero “Il Cinema Ritrovato”, che si è tenuto dal 27 giugno al 4 luglio scorsi, ancora una volta ricco di retrospettive e riscoperte, incontri e approfondimenti, ma soprattutto di restauri straordinari.
Scientology. La prigione nella risposta
Il titolo di questo film è molto chiaro in originale: Going Clear: Scientology and the Prison of Belief: in italiano, Going Clear: Scientology e la prigione della fede. D'altronde, Alex Gibney è lo stesso regista di un altro film che scoperchiava la fossa della pedofilia clericale, ovverossia Mea Maxima Culpa: Silence in the House of God (2012). Questo documentario è invece su Scientology e la sua Chiesa, fondata da Ron Hubbard nel lontano 1954, prima dedito alla fantascienza e divenuto celebre con una pubblicazione del 1950 intitolata Dianetics: la forza del pensiero sul corpo.
La regola del gioco. La verità a tutti costi
Il film La regola del gioco, tratto da una storia vera, è diviso in due: una prima parte un pò frettolosa ma ritmata dalla sapiente M.D.P. di Michael Cuesta (Homeland) che fa riecheggiare Tutti gli uomini del Presidente; e una seconda più introspettiva e politica. Si tratta della storia di Gary Webb (Jeremy Renner), giornalista del San Josè Mercury News, premio Pulitzer 1992, che per primo pubblicò un articolo sul convolgimento del governo Usa, tramite la CIA, in un enorme traffico di cocaina in cambio di armi per supportare i Contras in Nicaragua.