cinema

  • Kreuzweg
    Articolo di: 
    Sandra Palombelli

    Orso d'Argento per la Migliore Sceneggiatura alla 64° Berlinale di quest'anno, Kreuzweg. Le stazioni della fede di Dietrich Brüggemann si inscrive in una ricerca che negli anni è diventata un filone, di nicchia certo, ma costante e capace di fidelizzare un certo pubblico che riflette sulla necessità sempre più urgente di valori nella società di oggi che, scavalcati per fortuna i dogmi imposti dalla religione o dall'etica tradizionale, ci ha lasciati orfani di un solido progetto educativo, in grado di rispondere a chi, scalfita la superficie delle cose, si domanda che cos'altro ci sia che possa spiegare il senso dell'esistenza in maniera convincente. Legittima domanda.

  • Crimson Peak
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Il picco cremisi, suona così tradotto il titolo dell'ultimo film di Guillermo Del Toro: il titolo si riferisce al luogo ove si svolgerà la gran parte della pellicola, con un setting costruito dalle fondamenta. La casa è gotica e assolutamente elettrizzante per gli amanti del genere, sia per arredi che per architettura, con un bel varco sul tetto grande abbastanza per far piovere romanticamente dall'alto prima foglie morte autunnali e poi neve invernale. Due protagonisti da urlo come Tom Hiddleston e Mia Wasikowska, con Jessica Chastain nella parte della sorella di lui.

  • The Lobster
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    In una società distopica di un non ben chiarito futuro con qualche caratteristica da anni '50, i single non sono ammessi e vanno obbligatoriamente spediti in un hotel dove avranno 45 giorni per trovarsi una compagna oppure essere trasformati in animali, a loro scelta. Il film del greco Yorgos Lanthimos, che ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2015 e che nel 2009 si era aggiudicato il premio di Un certain regard con un'altra controversa pellicola, Kynodontas (Dogtooth), turba profondamente per l'analisi che delinea dei rapporti umani.

  • Amarcord restaurato
    Articolo di: 
    Eleonora Sforzi

    È tornato nelle sale cinematografiche, a seguito dell'anteprima mondiale all'ultima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia e dopo oltre quarant'anni dalla sua prima proiezione pubblica, il celeberrimo Amarcord di Federico Fellini, in una nuova versione restaurata, a cura dei laboratori della Cineteca di Bologna, con il sostegno di yoox.com e il contributo del comune di Rimini, in collaborazione con Cristaldifilm e Warner Bros. La proiezione del nuovo restauro della pellicola felliniana viene preceduta da un montaggio di provini, scene tagliate e doppie di Amarcord realizzato per l'occasione da Giuseppe Tornatore.

  • L'attesa
    Articolo di: 
    Sandra Palombelli

    L'attesa è l'opera prima di Piero Messina, che ha avuto un'ottima accoglienza a Venezia, frutto di una virtuosa collaborazione tra regia, sceneggiatura e fotografia nonché dalla preziosa recitazione di Juliette Binoche e della giovane Lou de Laâge.

  • Life
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Il regista olandese Anton Corbijn indaga sulla relazione tra il fotografo Dennis Stock e James Dean, e su come fece le famose foto per Life nel 1955, a pochi mesi dalla morte. A interpretare il fotografo dela Magnum vediamo Robert Pattinson, mentre Dean è impersonato da Dane DeHaan.

  • Suburra
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Assistere ad un film sulla Roma rovesciata come nella locandina del film Suburra a firma di Stefano Sollima - tratta dal libro di Giancarlo De Cataldo e con la sceneggiatura di Stefano Rulli e Sandro Petraglia -, il giorno dopo le dimissioni di Ignazio Marino da Sindaco di Roma, fa pensare. Strano che non faccia pensare poi molto i protagonisti e costruttori di quell'architettura filmica che indaga fra l'altro proprio Mafia Capitale ed i suoi notevoli allacci col potere centrale: vedi Parlamento.

  • Much Loved
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Il turismo sessuale a Marrakech in Marocco, i sauditi che si recano lì per il sesso a pagamento, la condizione delle donne che si prostituiscono e vengono vessate, abusate, maltrattate, usate come una carta di credito “sporca” (haram, contaminata dal peccato) dagli stessi familiari: questo si vede nell'ultimo film di denuncia del regista franco-marocchino Nabil Ayouch presentato al Festival di Cannes 2015.

  • Black Mass
    Articolo di: 
    Livia Bidoli

    Lo sguardo gelido delle due iridi di un ceruleo trasparente di Johnny Depp sono il passaporto per il film sul crimine Black Mass di Scott Cooper presentato Fuori Concorso alla Biennale di Venezia 72, e si può dire da subito un buon prodotto che si rifà alla lunga tradizione dei film sulla “mala” (malavita, mafia, criminalità organizzata media e piccola) tra anni '70 e '80 che con William Friedkin specialmente, disegna un genere, pensiamo a Il braccio violento della legge (The French Connection) del 1971, citandone uno per tutti.

  • Janis
    Articolo di: 
    David Dori

    Simbolo di un'esistenza conclusa tragicamente e di una profonda immedesimazione tra vita e arte, Janis Joplin (Porth Arthur, 1943-Los Angeles, 1970) impresse un segno indelebile nella storia del rock. Tutto questo viene sviscerato nel bel documentario che gli dedica Amy J. Berg, prodotto da Alex Gibney, grazie alla scelta di una dimensione intimistica e epistolare che, evitando la retorica, cerca la donna dietro il mito e la trova.